Stimati Associati, gentili Lettori, il 21 di agosto del 2016 abbiamo pubblicato sul numero 22 della nostra Rivista l’articolo di don A. Bussinello intitolato: Il Credo all’oratorio. «Discese all’inferno, il terzo dì risuscitò da morte». Gesù risorto. Il molto reverendo don Albano, nel testo da noi utilizzato per l’articolo - Fortes in Fide, Vicenza, 1922, Imprimatur: Vicentiæ, VII Novembris MCMXXII, Sac. Titanius Doct. Veggian, Prov. Gen. - alla pagina 144, scriveva: «Prima di N. S. Gesù Cristo altri risorsero da morte: alcuni per morire ancora, altri per non più morire; tutti costoro però risorsero per la potenza di Dio, Gesù invece risuscitò per virtù propria. Così risorse Lazzaro dopo quattro giorni dalla morte, così il figlio della vedova di Naim e la figlia di Giairo, ma poi morirono ancora. Invece risorsero, per non più morire, quei giusti che uscirono dal sepolcro alla morte del Salvatore e la Vergine Santissima che venne portata in Cielo tre giorni dopo la sua morte: costoro ebbero anticipatamente quella resurrezione che noi avremo alla fine del mondo; essi sono già in Cielo con l’anima e col corpo». Noi abbiamo ripreso integralmente il suo pensiero nell’articolo mentovato all’inizio del Comunicato 24, del quale riportiamo qui un estratto che, per scrupolo, commenteremo più a fondo. Purtroppo don Albano Bussinello non è più con noi, pertanto, oltre ad invitare i lettori a pregare il Requiem ... per la sua anima, ci permettiamo di meglio precisare il suo pensiero (parole sottolineate), forse mal espresso in quelle poche righe, comunque coperte da Imprimatur. O forse lo abbiamo noi mal interpretato accostando il «Prima di N. S. Gesù Cristo» a «costoro ebbero anticipatamente quella resurrezione (gloriosa)». A nostro avviso, studiato il contesto, la parola «prima», lì posta, ci sembra teologicamente problematica. Fatto sta che, nel dubbio, ci teniamo a precisare quanto segue, senza nulla togliere al validissimo autore. Insegna il Dottore Utilissimo (sant’Alfonso Maria de’ Liguori) in Riflessioni sulla Passione di Gesù Cristo, CAPO VI - Riflessioni sui prodigi avvenuti nella morte di Gesù Cristo: «Seguita san Matteo a descrivere i prodigi accaduti nella morte di Cristo, e dice: Et monumenta aperta sunt, et multa corpora sanctorum qui dormierant surrexerunt; et exeuntes de monumentis post resurrectionem eius venerunt in sanctam civitatem, et apparuerunt multis (Matth. XXVII, 52 et 53). Scrive su di ciò sant’Ambrogio (L. X in Luc.): Monumentorum reseratio quid aliud, nisi, claustris mortis effractis, resurrectionem significat mortuorum? [‘‘Monumentorum autem reseratio (Matt. XXVII, 52) quid aliud, nisi, claustris mortis effractis, resurrectionem significat mortuorum? Quorum in aspectu fides, in processu typus, quod in sanctam prodeundo civitatem, praesentium specie declarabant in illa Hierusalem quae in caelo est, futurum perenne diversorium resurgentium?’’]. Sicché l’apertura dei sepolcri significò la sconfitta data alla morte e la vita restituita agli uomini col lor risorgimento. Avvertono poi san Girolamo, il venerabile Beda e san Tommaso [‘‘Et multa corpora sanctorum, etc. (Matt. XXVII, 53). Quomodo Lazarus mortuus resurrexit , sic et multa corpora sanctorum resurrexerunt, ut Dominum ostenderent resurgentem. Et tamen cum monumenta aperta sint, non antea resurrexerunt quam Dom nus resurgeret, ut esset primogenitus resurrectionis ex mortuis’’: S. Hieronymus, Commentar, in Evang. Matthaei, lib. 4, (in Matt. XXVII, 53). ML 26-213. ‘‘Et multa corpora sanctorum, etc. Sanctorum corpora surrexerunt, ut Dominum ostenderent resurgentem; et tantum (lege: tamen) cum monumenta aperta sunt, non ante surrexerunt quam Dominus, ut esset primogenitus ex mortuis’’: S. Beda Venerabilis, In Matthaei Evangelicum expositio, lib. 4 (in Matt. XXVII, 52, 53). ML 92-125. ‘‘Et exeuntes de monumentis post resurrectionem eius, etc. Et notandum quod licet istud dictum sit in morte Christi, tamen intelligendum est per anticipationem esse dictum, quia post resurrectionem actum est; quia Christus primogenitus mortuorum (Apoc. I, 5)’’: S. Thomas, In Matthaeum Evangelistam expositio, cap. XXVII, 53] che quantunque nella morte di Cristo si aprissero i sepolcri, nondimeno i morti non risorsero se non dopo la risurrezione del Signore, come specialmente scrive san Girolamo: Tamen cum monumenta aperta sunt, non antea resurrexerunt, quam Dominus resurgeret, ut esset primogenitus resurrectionis ex mortuis [Vedi parentesi precedente] E ciò è secondo quel che dice l’Apostolo (Coloss. I, 18) [Quando sant’Alfonso dice ‘‘l’Apostolo’’, generalmente intende indicare san Paolo, ndR], dove Gesù Cristo è chiamato primogenito dei morti e il primo dei risorgenti: Principium, primogenitus ex mortuis, ut sit in omnibus ipse primatum tenens (Loc. cit.): poiché non era conveniente che altr’uomo risorgesse prima di colui che aveva trionfato della morte. Dicesi in san Matteo che molti santi risorsero allora ed, uscendo dai sepolcri, apparvero a molti. Questi risorti furono già quei giusti che avevano creduto e sperato in Gesù Cristo; e Dio volle così onorarli in premio della loro fede e confidenza nel futuro Messia, secondo la predizione di Zaccaria, nella quale il profeta parlando al futuro Messia disse: Tu quoque in sanguine testamenti tui emisisti vinctos tuos de lacu in quo non est aqua (Zach. IX, 11). Cioè: tu ancora, o Messia, per lo merito del tuo sangue scendesti nel carcere e liberasti quei santi carcerati da quel lago sotterraneo - cioè dal Limbo dei Padri in cui non vi era acqua di gaudio - e li portasti nella gloria eterna». ...
P. Marco M. Sales O.P., in La Sacra Bibbia Commentata, Torino, 1911, alla pagina 130, v. 52-53, afferma: «A dimostrare maggiormente l’efficacia della morte di Gesù ecco aprirsi i monumenti e risuscitare i Santi. San Matteo narrando i prodigi avvenuti alla morte del Salvatore, parla per anticipazione della risurrezione dei Santi, la quale non avvenne in realtà se non dopo che era risorto Gesù Cristo primogenito dei morti (Coloss. I, 18), e difatti anche l’Evangelista attesta che solo dopo la risurrezione di Lui entrarono nella città santa ecc.; e non è da supporre che siano stati tre giorni ancora nel sepolcro se fossero risuscitati, appena Gesù ebbe esalato l’ultimo respiro. Siccome si parla di corpi di Santi risuscitati, e si dice che apparvero a molti, è chiaro che si tratta di una vera risurrezione, nella quale però i corpi non erano più soggetti alle leggi della materia, ma gloriosi e dotati di nuove proprietà. Pensano alcuni con Teofilatto che i Santi risuscitati siano poi nuovamente scesi nelle loro tombe; ma è più comune la sentenza che ritiene aver essi avuto parte al trionfo di Gesù Cristo ascendendo con lui al cielo». L’Abate Giuseppe Ricciotti, nel suo Vita di Gesù Cristo, al § 614 sostiene: «Avvennero anche scosse telluriche, le rocce si spaccarono, e le tombe s’aprirono, e molti corpi dei santi addormentati si ridestarono: e usciti dalle tombe dopo la resurrezione di lui entrarono nella città santa e apparvero a molti (Matteo, 27, 51-53). Questa resurrezione dei defunti è narrata qui in anticipo, e sembra essere avvenuta dopo la resurrezione di Gesù con cui è collegata». Mons. Garofalo nella sua Bibbia, ed. Marietti, 1960, vol. III, in nota a pag. 95, dice: «(52) San Matteo unisce insieme, per esigenza, fatti avvenuti in tempi diversi. L’episodio singolare del versetto 53, che non è ricordato altrove in tutto il Nuovo Testamento, va lasciato al suo mistero». Padre Eusebio Tintori O. F. M., nella sua Sacra Bibbia del 1931, ed. Pia Società San Paolo, alla pagina 408, commenta solamente il versetto 53 ed omette il 52: «è da credere che questi risorti poi ascendessero con Gesù al Cielo (Rem.)». La Sacra Bibbia ed. Salani, commento Ab. Giuseppe Ricciotti, anno 1949, purtroppo non ne parla. Pare che neanche l’Evangelo di Gesù Cristo di M. J. Lagrange O. P., anno 1939, ne parli (preciso che ho dato solo una breve ‘‘occhiata’’). Mons. Spadafora, nel suo Dizionario Biblico, ed. Studium, 1963, da me rapidamente consultato, probabilmente non commenta. Mons. Antonio Martini nella sua traduzione ufficiale in italiano della Bibbia Vulgata sisto-clementina (del 1592), vol. XXI, Venezia, 1833, alla pagina 319, in nota (al v. 53) asserisce: «E usciti dai monumenti dopo la risurrezione etc .... Risuscitarono a nuova vita i corpi di questi santi, e si riunirono alle loro anime dopo la risurrezione del Salvatore: imperocché doveva essere Egli il primo dei risuscitati». Gli esegeti in seno al vaticanosecondo e quelli contemporanei, ignoranti, disonesti o vili (cf. Povidentissimus Deus, Leone XIII; Spiritus Paraclitus, Benedetto XV; Divino Afflante Spiritu, Pio XII), non li prendiamo neanche in considerazione per prudenza, a causa della loro adesione, più o meno accentuata, a quella filosofia che è la «cloaca di ogni eresia» (cf. san Pio X, Pascendi Dominici gregis ed altrove), il modernismo, il quale, ordinariamente, rende il soggetto anche insipiente, oltre che decisamente eretico acattolico.
a cura di CdP