Denzinger 3866-3873 (pagg. 1832-1835): Ep. S. Officii ad archiep. Bostoniensem, 8 Aug. 1949 - Lettera del S. Uffizio all'arcivescovo di Boston, 8 agosto 1949. La Lettera si volge contro i membri del «St. Benedict’s Center» e del «Boston College», che spiegavano in modo rigoristico il principio «al di fuori della chiesa nessuna salvezza» («extra Ecclesiam nulla salus»; cf. Denzinger 802, nota 1 ossia: San Cipriano di Cartagine, Lettera 73 a Giubaiano, c. 21 - CSEL 3/II, 7953s; PL 3, 1169A etc ...): sarebbero esclusi dalla salvezza eterna tutti gli uomini eccetto i cattolici ed i catecumeni. Uno dei rigoristi, Leonard Feeney, fu scomunicato il 4 febbraio 1953. - Ed.: AmER 127 (ott. 1952) 308-310.
De necessitale Ecclesiae ad salutem - Necessità della Chiesa per la salvezza
- Principali ragioni dottrinali alla base della futura scomunica -
Fra le cose poi che la Chiesa ha sempre predicato e non cessa mai di predicare, è contenuta anche quell'infallibile sentenza che ci insegna che «fuori della chiesa non c’è nessuna salvezza». Tuttavia, questo dogma deve essere compreso nel senso in cui lo comprende la stessa Chiesa (non come lo comprende il p. Leonard Feeney, ndR). Il nostro Salvatore infatti non ha affidato le cose che sono contenute nel deposito della fede, per la loro spiegazione, ai giudizi privati, ma al Magistero ecclesiastico. E in primo luogo la Chiesa certamente insegna che in questo caso si tratta di un rigorosissimo precetto di Gesù Cristo. Lui stesso infatti, con chiare parole, ha ordinato ai Suoi discepoli di insegnare a tutte le genti di osservare tutte le cose che Lui stesso aveva comandato. Fra i comandamenti di Cristo poi, non occupa un posto minore quello che ci comanda di essere incorporati con il battesimo nel Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa, e di aderire a Cristo e al Suo Vicario, mediante il quale Lui stesso governa in terra in modo visibile la Chiesa. Per questo non si salva colui che, sapendo che la Chiesa è stata divinamente istituita da Cristo, rifiuta tuttavia di sottomettersi alla Chiesa o rifiuta l’obbedienza al Pontefice romano, vicario di Cristo in terra. Il Salvatore poi, non solo ha predisposto in un precetto che tutte le genti dovessero entrare nella Chiesa, ma ha pure stabilito che la Chiesa fosse il mezzo di salvezza senza del quale nessuno può entrare nel Regno della gloria celeste. Nella sua infinita misericordia Dio ha voluto che, di quei mezzi per la salvezza che solo per divina istituzione, non invero per intrinseca necessità, sono disposti al fine ultimo, in certe circostanze, gli effetti necessari alla salvezza, possano essere ottenuti, anche dove siano applicati soltanto con il voto o il desiderio. Questo lo vediamo enunciato con chiare parole nel sacrosanto Concilio di Trento, sia riguardo al sacramento della rigenerazione, sia al sacramento della penitenza (Denzinger, 1524-1543). A suo modo, la stessa cosa deve dirsi riguardo alla Chiesa, dato che essa è mezzo generale di salvezza. Poiché non si richiede sempre, affinché uno ottenga l’eterna salvezza, che sia realmente incorporato come un membro nella Chiesa, ma questo almeno è richiesto, che egli aderisca alla stessa con il voto e il desiderio. Questo voto, poi, non è necessario che sia sempre esplicito, come accade per i catecumeni, ma dove l’uomo soffre di ignoranza invincibile, Dio accetta pure un voto implicito, chiamato con tale nome, perché è contenuto in quella buona disposizione dell’animo, con la quale l’uomo vuole la sua volontà conforme alla volontà di Dio. Queste cose sono chiaramente insegnate nella [Lettera enciclica di Pio XII] ... riguardo al Corpo mistico di Gesù Cristo. In questa infatti il sommo Pontefice distingue chiaramente fra quelli che sono realmente incorporati nella Chiesa come membra, e quelli che solo in voto aderiscono alla Chiesa. ... «In realtà, tra i membri della chiesa bisogna annoverare esclusivamente quelli che ricevettero il lavacro della rigenerazione, e professando la vera fede, né da se stessi disgraziatamente si separarono dalla compagine di questo corpo, né per gravissime colpe commesse ne furono separati dalla legittima autorità» (Denzinger, 3802). Verso la fine poi della medesima Lettera enciclica, invitando all’unità, con animo ricolmo di amore, quelli che non appartengono alla struttura della Chiesa cattolica, ricorda quelli «che da un certo inconsapevole desiderio e anelito sono ordinati al mistico corpo del Redentore»; non li esclude affatto dalla salvezza eterna, d’altra parte tuttavia asserisce che si trovano in uno stato tale in cui non possono sentirsi sicuri della propria salvezza ... dal momento che sono privi di quei tanti doni e aiuti celesti che solo nella chiesa cattolica è dato di godere (Denzinger, 3821). Con queste prudenti parole disapprova sia coloro che escludono dalla salvezza eterna tutti quelli che aderiscono alla Chiesa soltanto con un voto implicito, sia coloro che falsamente sostengono che gli uomini possono ugualmente essere salvati in ogni religione (cf. Denzinger, 2865). E non si deve neppure pensare che sia sufficiente un qualsiasi voto di entrare nella Chiesa, perché l’uomo sia salvato. Si richiede infatti che il voto, mediante il quale qualcuno è ordinato alla Chiesa, sia modellato mediante la perfetta carità; e il voto implicito non può avere effetto, se l’uomo non ha una fede soprannaturale (Sono poi citati Eb. 11,6 e il Concilio di Trento, Sessione VI, c. 8: Denzinger, 1532). Da quanto detto sopra è dunque chiaro che quanto viene proposto (si tratta di un articolo di R. Karam, Reply to a Liberal, in From the Housetops 3, la rivista dell’istituto St. Benedict’s Center) nel protocollo «From the Housetops», fascicolo III, come dottrina genuina della Chiesa cattolica, da questa invece è molto lontana, ed è fortemente nociva sia per quelli che sono dentro, che per quelli che sono fuori. ... Perciò non si riesce a capire come l’istituto «St. Benedict Center» sia in sé coerente, perché, mentre si propone come una scuola cattolica e come tale vuole essere considerato, in realtà tuttavia non si adegua alla cose prescritte nei canoni 1381 e 1382 del Codice di diritto canonico (anno 1917), ed insieme si pone come fonte di discordia e di ribellione contro l’autorità ecclesiastica, e causa di turbamento per molte coscienze. E non si capisce neppure come un religioso, cioè p. (Leonard) Feeney, si presenti come «difensore della fede» e contemporaneamente non dubiti di avversare una istituzione catechetica proposta dalla legittima autorità ... Fine della citazione.
In questo articolo proponiamo una semplice, equilibrata e cattolica spiegazione del dogma Extra Ecclesiam nulla salus. Raccomandazione: Consigliamo ai nostri stimati Associati, Sostenitori e gentili Lettori, di NON usare il presente Documento per alimentare polemiche sul web con i moderni seguaci di p. Feeney. Essi già non ascoltarono la Chiesa docente, come possiamo pretendere che ascoltino noi? Non dobbiamo certo ricordare che Sursum Corda è una Onlus che intende occuparsi di misericordia corporale e spirituale (ognuno di noi membri secondo i propri doveri di stato e le proprie capacità), mentre NON intende affatto occuparsi di polemiche web o di inopportuna, e spesso inefficace, apologetica da social network. Ammonisce sant'Alfonso: Poveri ciechi, che perdono tanti giorni (dissipando quel tempo che Dio ha dato ... per fare penitenza), ma giorni che non tornano più! Sforziamoci, dunque, di impiegare bene il nostro tempo.