Stimati Associati e gentili Sostenitori, vi esortiamo ad inviare donazioni, secondo le vostre possibilità ma con generosità, all’Istituto Mater Boni Consilii (IT69S0335901600100000112352 - www.sodalitium.it) ed alla Casa San Pio X (IT38Y0200868021000000872821).
• Si tenga presente che: 1° Giuda tradì Gesù perché era un avaro, e pur amandolo lo tradì per avarizia fino a suicidarsi a causa della disperazione; 2° Aiutare i Sacerdoti è un dovere dei Cristiani, nonché Precetto che ci comanda di sovvenire alle necessità della Chiesa contribuendo secondo le leggi o le usanze (San Pio X); 3° L’avaro è, in realtà, un miserabile. Egli è povero pur avendo tutto o quanto basta. L’avaro è portato al furto ed alla frode negli affari. L’avaro si lamenta addirittura delle sue fortune, ritenendole poche od a rischio. L’avaro non può elevare la sua anima a Dio, poiché ella è prigioniera di questa infame passione. L’avaro ordinariamente va all’inferno “senza appello”. Tuttavia anche l’avaro può liberarsi da questo cancro, ma deve iniziare con una sincera richiesta di perdono a Dio e con slanci di generosità. L’avaro guardi alle odierne incerte circostanze come a un dono di Dio per la sua redenzione: dopo la morte l’avaro, come ogni disgraziato peccatore, non potrà avere alcuna altra possibilità, ma sarà eternamente dannato e odiato da Dio.
• Questo breve editoriale, in tempo di Corona Virus, è dedicato a Dio. Ci faremo aiutare dalle preziose indicazioni di teologia morale Roberti-Palazzini. Dio è il primo fondamento di ogni legge morale in quanto ne è la causa efficiente, esemplare e finale. Infatti, come Creatore e Governatore supremo di tutto l’universo, Egli ha concepito sin dall’eternità ed espresso nella creazione le leggi secondo le quali debbono svolgersi le azioni umane, esprimendo queste leggi sia nell’ordine obiettivo delle cose e nella loro natura (in quanto conosciuta dalla ragione umana) sia coi dettati positivi (v. anche Legge eterna, naturale, divino-positiva); cosicché ogni legge proviene da Dio, direttamente oppure indirettamente, per mezzo di un’Autorità che da Lui deriva la potestà di comandare. L’uomo, osservando questa legge morale, tende al suo ultimo fine, perché la propria perfezione morale che ne risulta lo rende simile alla perfezione del suo divino esemplare, e soprattutto perché essa lo conduce all’acquisto di Dio come soggetto di conoscenza e di amore soprannaturale nel Paradiso. Chi nega l’esistenza di Dio sottrae alla legge morale l’unico suo fondamento, che non può essere sostituito con criteri di utilità, di benessere o di imperativi categorici, né con un fatto compiuto per imposizione esterna da parte di altri uomini: Non c’è potestà se non da Dio (Rom., 13, 1).
• È evidente che ogni legge o comandamento si riferisce in ultima analisi sempre a Dio stesso, e che quindi ogni infrazione costituisce un reato contro di Lui. Mentre, però, questa opposizione a Dio per gran parte della legge morale si effettua in modo indiretto, essendo il suo oggetto diretto un bene creato (vita umana, beni temporali, onore, ecc.), per un’altra parte l’opposizione è diretta, e precisamente per quella parte di cui Dio o le cose di Dio sono l’oggetto immediato, che determina i nostri doveri verso di Lui: adorazione, culto, fede, speranza, carità, eccetera. Praticamente troviamo questi doveri espressi negli obblighi che ci impongono le tre virtù teologali e i tre primi comandamenti del decalogo (v. Adorazione, Bestemmia, Carità, Culto, Fede, Giuramento, Liturgia, Speranza, Tentazione di Dio, ecc.). Esempio: Il pensiero ecumenico è un’opposizione diretta a Dio. La frode negli affari è un’opposizione indiretta a Dio.