Stimati Associati e gentili Sostenitori, nel 1974 il noto editore Giovanni Volpe di Roma pubblicava il volumetto «Fatima e la peste del Socialismo» di Mons. Francesco Spadafora. Oggi dedicheremo il nostro approfondimento allo studio di suddetto libro.

• Da anni, si parla del «segreto» di Fatima; delle rivelazioni cioè, comunicate dalla Madonna ai tre piccoli veggenti portoghesi, una dei quali, entrata nel Carmelo, Suor Lucia, è tuttora vivente (le citazioni sono testuali e datate 1974, ndR). Quel messaggio è del 1917! Non c’è bisogno di rievocare quanto avvenne a Fatima: il segno celeste del sole roteante, a conferma della realtà delle visioni e delle comunicazioni celesti. Migliaia e migliaia di uomini accorrono a Fatima, come a Lourdes. Quando (...) Paolo VI, si recò a Fatima — quasi a conferma ufficiale — Suor Lucia era lì ad attenderlo; forse, se ne avesse avuto l’opportunità, l’umile suora avrebbe ancora una volta parlato accoratamente al Pontefice delle sciagure che pesano sull’umanità e dell’esito dell’immane flagello predetto fin dal 1917.

• Quel messaggio non rimase isolato. Suor Lucia il 28 maggio 1958 ne trasmise un altro che lo conferma e lo precisa. Quindi c’è tutta una serie di comunicazioni che riaffermano e specificano nei dettagli i punti essenziali di quel «segreto». Dopo aver richiamato le linee essenziali del messaggio di Fatima, ci proponiamo in questo servizio di dare un saggio, per quanto possibile esatto e criticamente sicuro, delle precisazioni offerte nelle altre rivelazioni, per lo più, finora, inedite e sconosciute. «Il terzo segreto di Fatima » è stato presentato agli italiani dal compianto Giulio A. Schettini nel settimanale «lo Specchio» il 14 aprile 1967. Riferiremo spesso ad litteram il contenuto di quello studio accurato. Nel 1942,il cardinale Schuster, per disposizione di Papa Pio XII, rese note al mondo le prime due parti del segreto. Vi si parlava di guerra, di fame, e di persecuzioni contro la Chiesa. Vi si affermava in particolare: «dalla Russia partiranno le malvagità destinate a corrompere i popoli e a gettare le nazioni le une contro le altre. Ma se si ascolteranno le mie parole (era la Madonna a parlare: invitava gli uomini a pregare, a convertirsi a Dio), la Russia si convertirà e vi sarà pace».

• È a questo punto che si colloca la «terza parte». Si attese con ansia la sua pubblicazione nel 1960, quando il messaggio dalla diocesi di Leira, dov’era custodito, giunse in Vaticano. Era la data scelta. Né allora, né poi, fino ad oggi, l’attesa è stata appagata. Solo un’indiscrezione diplomatica avrebbe permesso di conoscerne il contenuto ad un ristretto ambiente cattolico. Il documento sarebbe stato inviato in copia, per desiderio di Giovanni XXIII, alle Cancellerie di Washington, Mosca e Londra: si riteneva che esso avrebbe potuto giovare alla cessazione degli armamenti nucleari, e più genericamente, ad evitare un conflitto tra le grandi potenze. Nel corso della presa di conoscenza del messaggio o subito dopo, sarebbe avvenuta l’indiscrezione suddetta. Pubblicato in estratto su giornale di Stuttgart, «News Europa» del 15 ottobre 1963, il documento non è stato mai direttamente smentito.

• Eccone il testo, nelle parti essenziali. «Un grande castigo cadrà sull’intero genere umano, non oggi, né domani (era il 13 ottobre 1917: mentre la Vergine parlava a Lucia, Giacinta e Francesco, oltre sessantamila persone potettero assistere al miracolo del sole che impazzì nel cielo di Fatima), ma nella seconda metà del XX° secolo. In nessuna parte del mondo vi è ordine, e Satana regna sui più alti posti, determinando l’andamento delle cose. Egli effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa: riuscirà a sedurre gli spiriti dei grandi scienziati che inventano le armi, con le quali sarà possibile distruggere in pochi minuti gran parte dell’umanità. Avrà in potere i potenti che governano i popoli e li aizzerà a fabbricare enormi quantità di quelle armi. E, se l’umanità non saprà opporvisi, correggendosi..., Iddio castigherà il mondo con maggiore severità che non abbia fatto con il diluvio. Se la umanità non si convertirà..., i grandi... periranno insieme ai piccoli e ai deboli. Anche per la Chiesa verrà il tempo delle sue più grandi prove; cardinali si opporranno a cardinali; vescovi a vescovi. Satana marcerà in mezzo alle loro file e a Roma avverranno grandi cambiamenti. Ciò che è putrido cadrà e più non si alzerà. La Chiesa sarà offuscata e il mondo sconvolto dal terrore. Una grande guerra si scatenerà nella seconda metà del XX° secolo. Fuoco e fumo cadranno dal cielo, le acque degli oceani diverranno vapori e la schiuma si innalzerà sconvolgendo e tutto affondando. Milioni e milioni di uomini periranno di ora in ora e coloro che resteranno in vita invidieranno i morti. Sarà angoscia, miseria, rovine in tutti i paesi... I superstiti proclameranno nuovamente Iddio e la sua Gloria, e lo serviranno come un tempo, quando il mondo non era così pervertito».

• Il servizio del compianto G. A. Schettini continua col messaggio del 22 maggio 1958 che Lucia affidò al gesuita P. Agostino Fuentes, e che fu pubblicato dalla rivista mariana «La Immacolata» nel numero di gennaio-febbraio 1959. «La Madonna è molto scontenta perché non si è fatto caso al suo messaggio del 1917. Né dai buoni, né dai cattivi: i buoni vanno per la loro strada senza preoccuparsi e non seguono le norme celestiali; i cattivi nella via larga della perdizione non tengono in alcun conto i castighi minacciati. Il Signore Iddio molto presto castigherà il mondo. Molte nazioni spariranno dalla faccia della terra. Nazioni senza Dio saranno il flagello scelto da Dio per castigare l’umanità, se noi, per mezzo dell’orazione e dei santissimi sacramenti, non otterremo la grazia della loro conversione. Il demonio sta attaccando la battaglia decisiva contro la Madonna, operando la caduta delle anime religiose e sacerdotali. Bisogna dire alle persone che non devono stare a sperare un richiamo alla preghiera e alla penitenza, né dal Sommo Pontefice, né dai Vescovi, né dai Parroci, né dai Superiori generali. È già tempo che ognuno compia opere sante e riformi la sua vita secondo i richiami della Madonna santissima. Il demonio vuole impadronirsi delle anime consacrate, lavora per corromperle, per indurre gli altri alla impenitenza finale: usa tutte le astuzie, suggerendo perfino di aggiornare la vita religiosa! Ne proviene sterilità alla vita interiore e freddezza nei secolari, circa la rinunzia ai piaceri e la totale immolazione a Dio. È urgente che ci si renda conto della terribile realtà. Non si vuole riempire le anime di paura, ma è solo un richiamo urgente, perché da quando la Vergine Santissima ha dato grande efficacia al santo Rosario, non c’è problema né materiale né spirituale, nazionale o internazionale, che non si possa risolvere con il santo Rosario e con i nostri sacrifici».

• In brevi righe di commento, Schettini scriveva: «Con le apparizioni iniziate il 13 maggio 1917, additando il male che si annidava nell’umanità e quindi i tremendi castighi che Dio avrebbe mandato, la Bianca Signora di Fatima scandì le vicissitudini di questo secolo. Fatima è stato un faro, nell’arco dei cinquanta anni dal 13 maggio 1917 al 13 maggio 1967 (e diciamo: fino ad oggi), per l’ansia di milioni di persone. Di quanti vi hanno creduto e di quanti, pur non credendovi, han riscontrato nel precipitare degli avvenimenti (e nella realizzazione in parte degli eventi predetti) le parole della Madonna. Per gli uni e per gli altri ha rappresentato nella grande confusione dei tempi moderni un punto di riferimento. Vintila Horia scriveva (Adveniat Regnum, 1966, nn. 3-4) che tutto quanto è accaduto dal 1960 (data in cui la terza parte del segreto giunse in Vaticano): cioè, l’atteggiamento di Giovanni XXIII, i mutamenti registrati nella Chiesa, ciò che più tardi si è chiamata “la necessità del dialogo” con l’evidente affannosa preoccupazione di aprire una via per riuscire a toccare il cuore della Russia, si pose in atto in seguito alla lettura di quel messaggio. Se non fosse così, tutti questi mutamenti, tutte queste umiliazioni, questa premura di compiere tutto nel più breve tempo possibile, sarebbero difficili a comprendersi e ad accettarsi. L’ateismo sovietico è certo il punto d’appoggio su cui fa leva l’anticristo. Si può dire — continua Schettini con esattezza — che tutta la profezia di Fatima ruota su questo ammonimento. Contro il progressismo ateo, il messaggio oppone la mistica cristiana: la più umile, la più tradizionale: il Rosario».

• È quel che risulta senza possibilità di equivoci dal testo del messaggio; mentre le varie suggestioni di addossare al messaggio di Fatima le «stranezze» verificatesi nella Chiesa e in Italia dal 1960 in poi, risultano senza fondamento, anzi, vedremo, in netta opposizione alle rivelazioni della Madonna. Per la loro retta interpretazione, e come norma per ben giudicare, tra i numerosi messaggi cui si alludeva all’inizio, le vere profezie di origine soprannaturale, abbiamo un libro sacro, «la profezia»; «la rivelazione» o Apocalisse di san Giovanni, l’evangelista. Questo libro ispirato riprende e svolge l’insegnamento di Gesù nella profezia sulla fine di Gerusalemme (Matteo 24 e passi paralleli): «Nella lotta violenta, sanguinosa e senza quartiere, che il giudaismo condurrà contro la Chiesa, non questa soccomberà, ma il primo». È un monito che vale per tutti i tempi; monito ripreso e svolto da san Giovanni nell’Apocalisse: «La persecuzione accompagnerà sempre la Chiesa che ne uscirà sempre vincitrice e purificata. San Giovanni parte dal nemico allora attuale (siamo circa al 90 d.C., poco prima della persecuzione di Domiziano, che riprenderà le violenze crudeli messe in atto da Nerone [64-67] contro i cristiani): l’impero romano, per predirne la sconfitta, la completa rovina ed assicurare il trionfo della Chiesa, che sola rimarrà vittoriosa. Quello che è necessario per i cristiani è la fedeltà alla loro professione di fede; il vero pericolo non è la violenza dall’esterno, quanto la disunione interna, le beghe interne, la flessione dalla purezza della dottrina e la rilassatezza dei costumi. I fedeli devono comprendere che ogni flagello è mandato da Dio come pena vendicativa per gli empi, medicinale per tutti, e purificatrice per gli eletti. Lotta perenne tra la città di Dio ( per adoperare l’espressione di sant’Agostino ) e la città di Satana. Anche caduto l’impero romano, la lotta contro la città di Dio sarà continuata da altri, ma sempre con lo stesso risultato. Satana infatti è sempre lo stesso; cambiano i suoi luogotenenti o rappresentanti o strumenti umani: così nell’Apocalisse il Dragone (Satana) fa salire dal mare (l’occidente) la Bestia dalle sette teste, cioè, l’impero di Roma, che dominerà l’universo (allora conosciuto) e perseguiterà i santi; e chiama una seconda bestia che sale dalla terra (l’Asia Minore: si ricordi che Giovanni scrisse l’Apocalisse mentre era relegato nell’isola di Patmos); essa ha il compito di persuadere gli uomini ad adorare la prima Bestia: adoperando i sofismi e tutte le menzogne dell’errore. La potenza da sola non riuscirebbe al suo scopo; è la menzogna, l’errore ad ubriacare gli uomini e a renderli schiavi di Satana. Un solo esempio: l’epica lotta secolare e crudele dell’impero ottomano contro la cristianità, contro Roma. La cristianità fu salva; basti ricordare Lepanto e Vienna: battaglie decisive, due splendide vittorie dei cristiani che sotto l’impulso instancabile di due pontefici santi, Pio V e Innocenzo XI, si rivolsero alla Vergine santissima, con la preghiera umile e tradizionale del Rosario. La Chiesa è stata (e sarà) sempre perseguitata dalle forze del male, ma è uscita ed uscirà sempre vittoriosa e purificata: sua arma invincibile è la preghiera, la fedeltà immutata al suo fondatore Gesù e alla dottrina evangelica.

• Il messaggio di Fatima è perfettamente in linea con la rivelazione o Apocalisse di san Giovanni; in linea con le realizzazioni di essa in tutta la storia della Chiesa. Rileviamone i punti essenziali. Messaggio 1917: «Una grande guerra», «un grande castigo cadrà sull’intero genere umano», «si scatenerà nella seconda metà del secolo ventesimo»; cioè dal 1950 in poi; siamo al 1973, il tempo si è ristretto ai prossimi ventisette anni. La descrizione del flagello immane — si pensi che il messaggio è del 1917 —, ormai non ha veli per noi: si tratta dell’atomica: «fuoco e fumo cadranno dal cielo...; milioni e milioni di uomini periranno di ora in ora». Strumento attuale di Satana nel mondo, per la sua lotta contro «la città di Dio», è la Russia. «Satana regna sui più alti posti determinando l’andamento delle cose»... La Russia — lo constatiamo esercita la sua nefasta influenza ed estende ovunque i suoi tentacoli, mediante il marxismo, la dottrina che propina il veleno dell’ateismo e della negazione di ogni valore morale ed umano, sotto le mentite spoglie di una crociata umanitaria contro l’ingiustizia, la miseria e le sofferenze delle classi operaie. Lupo sotto veste d’agnello, rende schiavi i popoli e le nazioni che riesce a rinchiudere nella sua ferrea disciplina; parla sempre di pace e moltiplica i suoi armamenti nucleari, fomenta ovunque nel mondo ed alimenta con mezzi possenti la guerra aperta tra popoli e nazioni. Effetto palese dell’impero di Satana, di cui la Russia è luogo-tenente e docile strumento, è l’odio e la menzogna. Gesù definisce Satana: «omicida e menzognero» (Giovanni 8, 44), fautore di odio e di ogni frode. Il marxismo ha l’uno come oggetto e l’altro come mezzo della sua propaganda: inculca l’odio, si serve della menzogna. Nell’evangelo è detto: «Dio è amore», il marxismo è odio; perciò non c’è in esso posto per Dio. È esattamente l’oppositore di Cristo; l’anticristo per antonomasia. Il suo impero si estende ovunque. Satana è riuscito a penetrare nella stessa gerarchia della Chiesa, a generare grande confusione nella dottrina, rilassamento nei costumi e nella disciplina: «Satana riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa... Cardinali si opporranno a Cardinali; vescovi a vescovi... Satana marcerà in mezzo alle loro fila, ed a Roma avverranno grandi cambiamenti. La Chiesa sarà offuscata...». Ecco perché la «grande guerra» sarà un «castigo» del Signore: il suo esito sarà anche l’esito di questa epica lotta secolare tra la città di Dio (i fedeli che si salveranno con la recita del Rosario) e la «città di Satana», gli empi, la Russia con il suo marxismo. Un castigo per l’infedeltà di tanti cristiani e per il dilagare del peccato nel mondo; mezzo di purificazione per la Chiesa, perché ritorni ad essere «columna et firmamentum veritatis», faro di luce per tutte le genti, depositaria unica della verità.

• Nel 1917 la Vergine offriva alla cristianità la medicina contro l’invadente impero di Satana: la preghiera, il Rosario, lo spirito di sacrificio. Purtroppo, in genere, il mondo ha preferito allearsi col rappresentante di Satana. Più non si riconosce il volto della Chiesa cattolica: triste stato di disunione, di lotta tra gli affossatori del passato, propugnatori di intesa con il marxismo, e i fedeli fermi alla dottrina cattolica, integra, data da Gesù, trasmessaci dagli Apostoli, e che nessuno ha la facoltà di cambiare. I cambiamenti: culto, clero, seminari: cambiamenti che si è arrivati a definire una dissacrazione, una profanazione; una laicizzazione. Le ombre più oscure gravano in tal modo sul futuro della Chiesa cattolica. È dunque adesso palesemente ridicola la giustificazione addotta da quei funesti rami di Azione cattolica al loro fanatico sinistrismo: cioè la profezia di Fatima che la Russia si sarebbe convertita. Non si ottiene la conversione della Russia favorendo la diffusione del marxismo, alleandosi con i marxisti, cioè passando al campo di Satana. Fin dal 1917 la Vergine aveva precisato nel suo messaggio: «Gli uomini devono correggersi. Con umili suppliche devono chiedere perdono dei peccati commessi...». La preghiera e la pratica della vita cristiana; il Rosario: ecco le armi, i mezzi indicati dalla Madonna. Sono esattamente i mezzi che hanno salvato la Chiesa nel passato, contro gli attacchi di Satana: a Lepanto, a Vienna. Ecco perché: «Iddio castigherà il mondo con maggiore severità, che non abbia fatto con il diluvio». I mutamenti nel culto hanno messo in disuso il Rosario, per amore di ecumenismo, cioè per far piacere ai multicolori discendenti di Lutero che san Lorenzo da Brindisi, dottore della Chiesa, ha ben descritto luogotenente e strumento di Satana, per il suo tempo (San Lorenzo da Brindisi, Lutero, in tre volumetti, Ezio Cantagalli, Siena 1932-1933): fautore di odio e nemico della verità. Ecco perché rimane la minaccia dell’immane flagello.

• Messaggio 1958. Gli uomini non hanno fatto caso al messaggio del 1917; è una dolorosa constatazione. Ora (1973) possiamo aggiungere che tutto è peggiorato: nel mondo e nella stessa Chiesa. «Il demonio vuole impadronirsi delle anime consacrate...; adopera tutte le astuzie, suggerendo perfino di aggiornare la vita religiosa! Ne proviene sterilità nella vita interiore e freddezza nei secolari circa la rinunzia ai piaceri e la totale immolazione a Dio». Dunque aggiornamento della vita religiosa, il culto della persona, il clima di dolce vita che si va diffondendo tra i religiosi, nel clero, ed è in atto tra i giovani (non osiamo dirli “seminaristi”) che forse saranno i «presidenti delle assemblee cultuali» di domani, sono suggestione di Satana! Non ci è dunque da aspettarsi altro che il castigo: « Molte nazioni scompariranno dalla faccia della terra». Strumento di tale flagello: «nazioni senza Dio», cioè la Russia e i suoi accoliti. Unico mezzo per la salvezza: «il santo Rosario e i nostri sacrifici».

• Di particolare interesse, per la molteplicità e la chiarezza, e inoltre per i riferimenti all’Italia, sono le rivelazioni o messaggi che, dal 18 aprile 1938 al venerdì santo del 1961, per ben ventitré anni, trasmise la fondatrice delle Suore Minime della Passione, Suor Elena Aiello. La sua biografia, documentata ed illustrata, è a disposizione del pubblico, edita da Città Nuova Editrice: Suor Elena Aiello, la monaca santa, 1964. Nata a Montalto Uffugo (Cosenza) il 16 aprile 1895, morì a Roma il 19 giugno 1961. Dal 2 marzo 1923 al venerdì santo 1961, ella riviveva la Passione di Gesù, ogni venerdì di quaresima, in particolare ogni venerdì santo nelle tre ore di agonia dalle dodici circa alle quindici, le tre ore cioè intercorse sul Calvario tra la crocifissione e la morte del Redentore.

• Le rivelazioni dal 1923 al 1937, almeno per quanto ne sappia, non sono state raccolte o conservate. II Dr. Guido Palmardita, già prefetto a Cosenza, così scriveva: «Fui presente per due venerdì del marzo 1938, con il Questore, il Maggiore dei Carabinieri e il Prof. Santoro (allora Medico Primario dell’Ospedale Civile), ai fenomeni straordinari: le doloranti ferite delle mani, dei piedi, del costato, il sudore sanguigno, le visioni e la trasformazione immediata alla fine, con la scomparsa del sangue sul volto luminoso e raggiante». Questi fenomeni, ai quali anch’io non rare volte ho assistito, sono descritti ed illustrati criticamente nella suddetta biografia. La stigmatizzata, come Teresa Neumann e P. Pio da Pietralcina, mentre perdeva ogni contatto dei sensi esterni con l’ambiente circostante, di tanto in tanto, a voce alta o comunque comprensibile ai presenti, descriveva le scene della Passione che ella seguiva con i sensi interni e con le facoltà dell’animo, oppure comunicava delle rivelazioni. Luciano Barca a proposito della Neumann scrive: «Teresa legge nel segreto delle coscienze. Sono fatti certi, ormai a tutti noti. Uno dei più clamorosi è l’episodio raccontato da Mons. Schrembs, Vescovo di Cleveland, che fu a Konnersreuth nella primavera del 1928 accompagnato dal suo Cancelliere Mons. Fadden e da alcuni pellegrini. Mons. Schrembs è oriundo bavarese... La visita alla Neumann è stata raccontata da lui stesso... «Mentre mi trovavo nella camera delle visioni con molti altri pellegrini, entrò la madre di Teresa. Mons. A. Mac Fadden sedeva dietro di me. Ad un tratto Teresa, che non poteva aver avvertita l’entrata della madre, disse a voce bassa: “Mamma, questo signore accanto a te (voleva indicare me) è originario di questo paese. Nacque non molto lontano da qui. Tuttavia egli abita ora al di là del mare e svolge una grande attività per la causa di Dio. Egli è chiamato a fare ancora molto. Ho da dire qualche cosa, a lui solo”. I pellegrini raccolti nella stanza incominciarono ad uscire e con loro anche Mons. Mac Fadden. Allora Teresa disse: “Il signore dietro di te, può restare: tanto non capisce il tedesco”. E così Monsignore divenne l’unico testimone auricolare del colloquio confidenzialissimo svoltosi fra Teresa e me. Ella svelò i segreti più profondi della mia anima che solo Iddio ed io conoscevamo. Mi parlò poi del passato e dell’avvenire».

• Lo stesso avveniva durante le «sofferenze» di Suor Elena Aiello e non di rado anche al di fuori di esse. La biografia, dopo aver riportato il brano del Barra prosegue: «Di Elena Aiello si narrano, da parte degli interessati, molti episodi analoghi; alcuni sono a nostra conoscenza. In attesa però che ne siano raccolte le testimonianze giurate, ci siamo limitati a riferire, nel corso di questi appunti, soltanto quei pochi di cui possiamo garantire, di persona, la precisa formulazione e l’oggettiva rispondenza con l’avvenuta realizzazione». La realizzazione di una profezia è intatti il mezzo più sicuro e pratico per discernere il profeta autentico, portavoce di Dio. Suor Elena Aiello ha brillantemente superato questa prova. il 19 marzo 1956, Il Giornale d’Italia pubblicò la lettera messaggio consegnata il 6 maggio 1940 a Roma da Suor Elena Aiello alla sorella del Duce, signora Edvige Mancini Mussolini. La lettera, datata Cosenza 23 aprile 1940, era diretta: «Al Capo del Governo Benito Mussolini». Si può leggere per intero nella biografia suddetta (pp. 178-180). Vi è detto, tra l’altro: «I Governatori dei popoli sono agitati per acquistare nuovi territori. Poveri ciechi!... Non sanno che dove non c’è Dio non vi può essere alcuna vera conquista. Nel loro cuore non vi è che malvagità e non fanno che oltraggiarmi, deridermi, disprezzarmi (è il Signore che parla). Sono demoni di discordia, sovvertitori dei popoli e cercano di travolgere nel terribile flagello anche l’Italia, dove sta Dio in mezzo a tante anime e la sede del mio Vicario, Pastor Angelicus. La Francia, tanto cara al mio cuore, per i suoi molti peccati, presto cadrà in rovina e sarà travolta e devastata come Gerusalemme ingrata. All’Italia, perché sede del mio Vicario, ho mandato Benito Mussolini, per salvarla dall’abisso verso il quale si era avviata, altrimenti sarebbe arrivata in condizioni peggiori della Russia. In tanti pericoli l’ho sempre salvato; adesso deve mantenere l’Italia fuori della guerra... Se farà questo avrà favori straordinari e farò inchinare ogni altra Nazione al suo cospetto. Egli invece ha deciso di dichiarare guerra, ma sappia che se non la impedirà, sarà punito dalla mia Giustizia! Tutto questo mi ha detto il Signore ».

• Ora sappiamo che altre «rivelazioni» Suor Elena fece pervenire a Mussolini tramite la signora Edvige. Lo si può dedurre dalle due lettere che qui riportiamo. In data 15 maggio 1943, Suor Elena scriveva: «Gent.ma Signora Edvige, questo mio lungo silenzio Vi avrà fatto forse pensare che mi sia dimenticata di Voi, mentre invece io Vi ricordo tutti i giorni, nelle mie povere preghiere, seguendo sempre le dolorose vicende della nostra bella Italia. Noi ci troviamo fuori Cosenza, a causa dei bombardamenti. La barbarie nemica ha sfogato il suo odio, sganciando bombe sulla città di Cosenza, causando devastazione, dolore e morte fra la popolazione civile. Io mi trovavo a letto con le sofferenze: tre bombe sono cadute vicino al nostro Istituto, ma il Signore ci ha salvato nella sua infinita bontà e misericordia. Per tenere lontane le bambine dal pericolo di nuove incursioni, ci siamo rifugiate a Montalto Uffugo mio paese natio, dove ci troviamo certamente a disagio, ma tutto offriamo al Signore per la salvezza dell’Italia. La ragione di questo mio scritto è per rivolgermi nuovamente a Voi, come nel mese di maggio del 1940, quando venni a Roma presentata dalla Baronessa Ruggì, per consegnarvi in iscritto le rivelazioni avute dal Signore riguardo al Duce. Ricordate quando il 6 maggio 1940 dicevamo che il Duce aveva deciso di fare la guerra, mentre il Signore gli faceva sapere nella mia lettera che doveva salvare l’Italia dalla guerra altrimenti sarebbe stato punito dalla Sua divina Giustizia? In tanti pericoli — diceva Gesù — l’ho sempre salvato; anche lui, adesso, deve salvare l’Italia dal flagello della guerra...». Ah, se il Duce avesse dato ascolto alle parole di Gesù, l’Italia non si sarebbe trovata ora in così tristi condizioni!... «Io penso che il cuore del Duce sarà molto rattristato nel vedere l’Italia, da un giardino fiorito, trasformato in un campo deserto, seminato di dolore e di morte. Ma perché continuare questa guerra terribilmente crudele, se Gesù ha detto che per nessuno vi sarà vera vittoria? Perciò, cara Donna Edvige, dite al Duce, a nome mio, che questo è l’ultimo avviso che il Signore gli manda. Potrà ancora salvarsi mettendo tutto nelle mani del Santo Padre. Se non farà questo — diceva il Signore — presto scenderà su di lui la Giustizia Divina. Anche gli altri Governatori che non ascolteranno gli avvisi e le direttive del mio Vicario saranno raggiunti e puniti dalla mia Giustizia. Vi ricordate il 7 luglio dell’anno scorso quando mi dicevate che cosa ne sarebbe stato del Duce ed io Vi risposi che se non si fosse mantenuto unito al Papa sarebbe finito peggio di Napoleone? Ora Vi ripeto le stesse parole: Se il Duce non salverà l’Italia rimettendosi a quanto dirà e farà il Santo Padre, presto cadrà; anche Bruno dal cielo chiede al padre la salvezza dell’Italia e di lui stesso. Il Signore dice spesso che l’Italia sarà salva per il Papa, vittima espiatrice di questo flagello, perciò non vi sarà altra via per la vera pace e per la salvezza dei popoli, fuori di quella che traccerà il Santo Padre. Cara Donna Edvige, riflettete bene come tutto ciò che ha detto il Signore si sia perfettamente avverato. Chi è che ha causato tanta rovina all’Italia? Non è stato forse il Duce per non aver ascoltato le parole di nostro Signore Gesù Cristo? Ora potrà ancora rimediare facendo quanto vuole il Signore. Io non mancherò di pregare».

• In quello stesso anno, 1943, Suor Elena ebbe un altro incontro con la Signora Edvige; questa ne parla nella seguente lettera, scritta da Roma nel 1950. «Rev.ma Madre, sono passati sette anni dal giorno in cui ebbi l’onore e la gioia di essere da Lei ricevuta nel Convento delle Suore di Malta, Via Iberia, Roma. Da quel giorno non ho mai dimenticato quell’ora santa che passai in Sua compagnia. Le chiesi una grazia che poi ottenni: come avrei potuto dimenticare un incontro con una Santa? Non so dirLe, Rev.ma Madre, quante volte nel mio grande strazio di madre e di sorella abbia pensato a Lei e alle Sue parole profetiche che mi scrisse ai primi tempi della guerra. Nell’aprile del 1945, oltre alla perdita di mio fratello, ebbi quella di mio figlio Giuseppe ventunenne e del marito della mia prima figlia i quali furono tutti assassinati al nord di Italia nello stesso giorno. Rev.ma Madre come io abbia potuto sopravvivere a tanto dolore non lo so, lo saprà il buon Dio dal momento che mi tiene in vita. Come non bastasse tutto questo, la mia vita è un continuo susseguirsi di guai e di preoccupazioni, ora è la volta di una mia figlia ammalta di nome Maria Teresa madre di due bambini, la quale oltre ad essere ammalata si trova in condizioni finanziarie poco buone. Suo marito dovrebbe vincere una causa che gli potrebbe fruttare da vivere discretamente, ma se non ci sarà l’aiuto del nostro Signore e dei Santi sarà difficile gli sia resa giustizia. Ho pure mio figlio Paolo l’unico maschio rimastomi, che nella seconda quindicina di ottobre dovrebbe sostenere gli ultimi due esami per poi laurearsi. Questo mio figlio è stato sei anni fuori corso per i grandi patimenti e sofferenze avute durante e dopo la guerra, quindi anche lo studio ora gli riesce più faticoso. Rev.ma Madre, nelle condizioni in cui si trovano questi miei poveri figli tanto bisognosi di aiuto, mi rivolgo a Lei a mani giunte supplicandoLa di spandere su di essi le sue grazie e le sue benedizioni. Fiduciosa di essere esaudita Le invio devoti saluti unitamente alle Sue Consorelle e con un abbraccio nel Signore mi creda sempre la sua aff.ma Edvige Mancini Mussolini. Roma, Anno Santo 1950».

• L’accenno all’aprile 1945 tocca «i fasti della resistenza e della liberazione»; dovrebbe far riflettere e rinsavire tanti forsennati e sciocchi ripetitori. Seppellire nell’oblio, se non deplorare e condannare, le nefandezze e tante atrocità, dovrebbe essere il dovere di un popolo civile, il trionfo almeno del buon senso, se non del sentimento cristiano. Nel 1942 Suor Elena in una lettera preannunziava con esattezza la circostanza che avrebbe segnato la conclusione della guerra: «Ci sarà un fuoco mai visto e allora finirà la guerra». Quando gli Americani sganciarono la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, compresi cosa significasse quel «fuoco mai visto» e rilevai la rispondenza tra predizione e realizzazione.

• Un fatto straordinario, tuttora constatabile, è inoltre intervenuto quasi ad autentificare la natura soprannaturale dei fenomeni mistici e a dare quindi il suggello alle rivelazioni profetiche della «monaca santa»: il pannello di masonite sito accanto al suo letto, esattamente nel riquadro rispondente ai cuscini, ha essudato sangue, dal 29 settembre 1960 al giugno 1961; e tuttora vi è visibilissimo il sangue aggrumato che delinea l’effigie di un Cristo sofferente. Su quel riquadro durante i fenomeni mistici erano schizzate dal volto della stigmatizzata alcune gocce di sangue. Da quelle gocce disseccate ad un dato momento si vide scorrere il sangue. Ebbe così inizio questo fenomeno assolutamente inspiegabile. Era il 29 settembre 1955, festa di san Michele Arcangelo, protettore dell’Ordine dei Minimi: Suor Elena gli aveva rivolto fervide preghiere invocandone la protezione e la assistenza. Il fenomeno si è ripetuto ordinariamente in rispondenza a solennità che celebrano le sofferenze del Redentore e della Vergine sua Madre. Il legno venne energicamente lavato, ma il fenomeno è ricominciato; la fotografia riprende nitidamente l’effigie, che nonostante tutto vi permane; mentre l’analisi chimica ha rilevato trattarsi precisamente di sangue e di sangue umano. La biografia conclude riportando un messaggio dell’8 dicembre 1956, il solo, quasi esempio, da essa riferito: «Vengono, con spontaneità, in mente le lacrime della Madonna di Siracusa. Non siamo noi i giudici di fatti che umanamente non si spiegano, basti averli controllati e averne constatato l’esistenza. È naturale che ci si chieda il significato di un tale fenomeno... Forse la risposta è offerta da un povero e semplice foglio di carta che ho qui tra le mani... Eccone le frasi più salienti: Gli uomini offendono troppo Dio. Il mondo è tutto sconvolto perché è diventato peggiore che ai tempi del diluvio. Il materialismo avanza e continua la sua marcia segnata di sangue, di lotte fratricide... Tutte le nazioni saranno punite perché molti sono i peccati che, come una marea di fango, hanno ricoperto la terra. Le forze del male sono preparate a scatenarsi in ogni parte del mondo, con aspra violenza. Tremendo sarà lo sconvolgimento per quello che avverrà. Già da tempo, ho avvisato gli uomini, in tanti modi. I Governatori dei popoli avvertono il pericolo gravissimo; ma non vogliono riconoscere che, per evitare il flagello, è necessario far ritornare la società ad una vita veramente cristiana. Il tempo non è lontano e tutto il mondo sarà sconvolto. Molto sangue sarà versato: di giusti, di innocenti, di santi sacerdoti, e la Chiesa soffrirà molto. L’odio arriverà al colmo. L’Italia sarà umiliata, purificata nel sangue, e dovrà molto soffrire, perché molti sono i peccati in questa nazione prediletta, sede del Vicario di Cristo. Non puoi immaginare quello che accadrà! Si svilupperà una grande rivoluzione e le vie saranno arrossate di sangue. Il Papa soffrirà molto e tutto questo soffrire sarà per lui come un’agonia che abbrevierà il suo pellegrinaggio terreno. Il suo Successore guiderà la nave nella tempesta. Ma non tarderà la punizione degli empi. Quel giorno sarà spaventoso, nel modo più orribile: la terra tremerà e scuoterà tutta l’umanità. I malvagi periranno nei tremendi rigori della giustizia di Dio. Lanciate un messaggio per avvisare subito, possibilmente, tutti gli uomini della terra, perché ritornino a Dio con preghiere e penitenze».

• Prosegue: «Il messaggio, chè come tale si presenta, è dell’8 dicembre 1956. È normale — continua la biografia — la connessione tra delitto e castigo; normale il riferimento alla divina Giustizia, per le ricorrenti sciagure umane; normale il riconoscimento della lotta perenne tra la città di Dio e la città di Satana, con la periodica, ma effimera prevalenza delle forze del male. Lascio al lettore le considerazioni, sul giudizio amaro circa lo stato religioso e morale dei nostri tempi (e l’autore scriveva nel 1963-64!), sull’avanzare del materialismo ateo e sul suo vero volto, sui suoi scopi: alla Ungheria recente, si abbini la Spagna 1936, dove il terrore rosso, con le sue stragi di sacerdoti e Suore, si preparò e prevalse all’ombra di un governo “cattolico”, presidente Gil Robles! Il sangue scorrente dal pannello di legno, l’effigie su di esso delineatasi, erano certo un segno, una testimonianza dati dall’alto a conferma della vita e dell’Opera di Suor Elena Aiello. E un ammonimento per noi. Il messaggio e il pannello fan parte di una serie di fatti e comunicazioni debitamente controllati: il materiale che si è riusciti a raccogliere con paziente ricerca ci permetterà di illustrare nei particolari gli accenni contenuti nel messaggio riportato e lo stesso segreto di Fatima». Prosegue ...

a cura di CdP