Il diritto e dovere della Chiesa di insegnare la corretta Dottrina sociale si fonda su tre ragioni che abbiamo già lestamente spiegato sabato scorso. La prima ragione è l’educazione; la seconda è la custodia; la terza è la vera carità. Ognuna di queste ragioni è intimamente connessa alla missione della Chiesa e nessuna di esse può essere soppressa o trascurata, se si vuol restare cattolici.
Sulla scia del Guerry (Op. cit., pag. 26 e 27) e della sua ortodossa precisione anche nella sintesi, vediamo di approfondire le mentovate ragioni una per una.
Prima ragione: «Come educatrice delle coscienze, la Chiesa deve condurre le persone umane al loro destino soprannaturale attraverso le realtà terrene della loro esistenza temporale», enunciavamo giustamente.
Cosa significa?
Noi uomini possiamo conseguire o rifiutare la salvezza eterna, non in una realtà virtuale ed immaginaria, nemmeno in un’esperienza astratta e meramente soggettiva, bensì nel mondo concreto, nella «città terrena», nelle nostre vite famigliari, professionali, economiche e sociali.
Persino l’anacoreta Antonio il Grande dice: «Chi siede nel deserto per custodire la quiete con Dio è liberato da tre guerre: quella dell’udire, quella del parlare, e quella del vedere. Gliene rimane una sola: quella del cuore» (PJ II, 2).
Dio ha rivelato che non vi è altra via per ottenere la salvezza se non uniformando i nostri atti umani alla legge morale, espressa dai comandamenti del Signore e dal Vangelo. È altresì necessaria l’uniformità al disegno di salvezza di Dio per l’umanità ed il totale rispetto del Suo volere. La Chiesa ci erudisce a riguardo mediante il suo Magistero (missione educatrice).
Il Catechismo di Papa san Pio X (e successivi commentari), ultimo compendio della vera fede cattolica, poiché scevro da macchie di modernismo che, di fatto, rendono i simulacri postconciliari irricevibili ad una mente lucida a causa dell’ammissione e della negazione, più o meno abituale, di uno stesso concetto in un medesimo contesto (relativismo dogmatico e morale), sintetizza tutte quelle nozioni che sono necessarie alla salvezza, secondo i progetti di Dio.
Il Guerry chiarisce: «In altri termini, più concretamente, è compiendo coscienziosamente i loro doveri verso Dio, i loro doveri di stato familiari, professionali, politici e sociali che gli uomini vengono salvati per grazia di Gesù Cristo, e quindi praticando, con l’aiuto di questa divina grazia, le varie virtù naturali e soprannaturali che implica l’esercizio dei loro doveri di stato».
In una celebre preghiera a san Giuseppe Patrono dei lavoratori, Papa Giuseppe Melchiorre Sarto elabora questa orazione: «Glorioso san Giuseppe […] ottenetemi la grazia di lavorare specialmente con purezza di intenzione e distacco da me stesso, avendo sempre davanti agli occhi la morte e il conto che dovrò rendere del tempo perso, dei talenti inutilizzati, del bene omesso, del vano compiacimento nel successo, così funesto all’opera di Dio». Si, perché tutto ciò che facciamo per mero interesse e per soddisfare le nostre passioni è funesto agli occhi di Dio, dunque non basta lavorare con sudore della fronte, ma bisogna orientare tutto a Dio, che giudicherà pure i talenti mal utilizzati!
Uno di compiti principali della Chiesa è quello di educare le coscienze, nell’intento di attuare la vocazione di ogni persona, sempre in ragione della salvezza. È proprio la Chiesa, quella una - santa - cattolica - apostolica, che «conosce ed insegna agli uomini il loro vero destino ed i mezzi per perseguirlo».
La Chiesa, difatti, educa le coscienze e le prepara alla vita, attraverso la conoscenza dei propri doveri nei vari campi dell’attività, ma solo come vuole Dio. In contro, lo sfrenato antropocentrismo contemporaneo, sia politico che sociale, deturpa la volontà di Dio ad appagamento degli immediati desideri disordinati dei pochi. Il compito della Chiesa nella Dottrina sociale è, più di tutto, quello di mettere in guardia contro l’ambiguità delle opere della civiltà: «esse possono servire al progresso dell’umanità come alla sua distruzione» (Ivi.).
La missione della Chiesa, che è di servizio e non di dominazione, sul piano sociale si concreta nell’educazione delle coscienze a fare ciò che è buono e giusto, ed a rigettare ciò che è perfido e malvagio, anche se apparentemente più comodo e certamente appetibilissimo alla carne. Tutto lo sforzo della Chiesa tende, in questo “orto”, a salvare le anime affinché siano a «servizio del vero progresso, dell’ascesa dell’umanità verso i fini superiori degli uomini».
La prima ragione, o finalità, della Dottrina sociale della Chiesa è, per concludere, di assistere i cristiani nell’edificazione del mondo secondo la vera fede: la Cattolica. La storia ci insegna che maggiori sono state la luce e la forza della vera fede nei Sovrani prima e nel popolo poi, tanto più raggianti e progredite sono state le città temporali o civiltà.
Carlo Di Pietro da ControSenso Basilicata