Il Padre san Francesco si stava dirigendo un giorno a Siena e, per una strada di campagna, incontrò un giovane, il quale si stava recando nel vicino paese per vendere alcune tortorelle. Il Santo, ch’ebbe una tenerezza singolare per le bestiole semplici ed innocenti, pregò cortesemente il giovane di cedergli quelle tortorelle. Avutele in mano, cominciò delicatamente a rimproverarle per non essere state accorte ad evitare la rete. Poi disse alle tortorelle: «Ora che io vi ho liberato tutte da una morte certa, non vi fate più prendere: io proprio in questo momento voglio provvedervi d’ un luogo sicuro per fare il vostro nido». Le tortorelle miracolosamente stavano a sentire a capo chino la predica e quasi mostravano vergogna per non aver avuto giudizio d’evitare la rete del giovane contadino. Ma il luogo per fare il nido? Eccolo subito preparato. San Francesco aveva in mano un povero bastone, piantò sulla strada quel bastone, e già la mattina seguente si vide crescere in albero gigantesco!... Le tortorelle, proprio stridenti di gioia, vi fecero il nido sia in quell’anno che per molti altri anni. Quell’albero portentoso, benché scortecciato dalla grande devozione della gente, stette in piedi fino all’anno 1615. Con gli avanzi d’esso, il buon Dio operò grandi prodigi. Se ne fecero molte ciotoline per bere, le quali vennero cercate a gran premura da personaggi altissimi, e ne volle anche una Papa Clemente VIII. Se ne fecero anche croci di varia grandezza. Il luogo ove successe il miracolo del bastone si chiama ancora «alberino». Oggi abbiamo le «società delle bestie» (*), ossia i cosiddetti animalisti, composte di persone che si propongono per scopo di difendere le bestie dai maltrattamenti degli uomini. Ma le brave persone che dichiarano di voler fare tanto bene alle bestiole non hanno il cuore di san Francesco d’Assisi - denuncia il Padre Belmonte! Non è forse vero che pongono al primo posto gli animali? Che meriti avrà quella persona che difende tanto le bestiole ma, in fondo in fondo, odia i propri simili e dimentica Dio? Diceva il Santo Curato d’Ars: «Lasciate per venti anni una parrocchia senza il sacerdote, e vi si adoreranno gli animali» (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Op. cit., 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pag. 355 - 357).
(*) All'epoca si facevano chiamare in questo modo, il Padre Belmonte non intendeva offendere.
A cura di Carlo Di Pietro