Uno dei santi innamorati perdutamente della Vergine Maria fu Filippo Neri. Amabile, tenero, divino Filippo Neri: «Prete e Confessore, Fondatore della Congregazione dell’Oratorio, insigne per la verginità, per il dono della profezia e per i miracoli» (Martirologio Romano, 1955, pag. 129). Egli non aveva altro nome per chiamare la Madonna che quello di «Madre», o, meglio, di «Mamma». Quando pronunziava quel nome adorabile i suoi occhi scintillavano luce di cielo. Negli ultimi anni della sua vita, san Filippo ebbe una malattia terribile: venne sorpreso da acuti e tremendi dolori in tutto il corpo e specie nelle ossa, che in pochi giorni lo ridussero con un debolissimo filo di vita. I medici si stringevano nelle spalle, scrollavano la testa e dichiaravano di non saper comprendere la misteriosa ed insieme terribile malattia. Se ne giaceva, il Santo vecchio, su di un misero letto, aspettando la morte di giorno in giorno, anzi di ora in ora. Un mattino i medici lo trovarono alzato di un palmo dal letto con tutto il corpo, con le braccia protese, quasi volesse afferrare qualche cosa. Ma questo non era tutto. San Filippo gridava con voce commossa per la gioia: «Madonna mia! Madonna mia! Mamma mia bella!». Intanto ricadde sul letto e fece silenzio. I medici vollero fargli un cortese rimprovero, dicendogli che non stava bene affannarsi tanto e dimenarsi in quel modo sul letto, perchè la sua malattia era pericolosissima e rischiava la vita. «Ma come - rispose animatissimo Filippo - non avete voi dunque veduto la Madonna ch’ è venuta a sanarmi?». Risposero i medici: «Via, se tu non lasci queste fantasie, noi non verremo più a visitarti». Replicò san Filippo: «Ed io non vi voglio più, perchè sono guarito perfettamente per mano della mia Mamma del cielo». Dicendo questo, miracolosamente s’alzò dal letto, totalmente ed immediatamente guarito. I medici rimasero sbalorditi e confusi, uscirono e per tutta Roma sparsero la notizia del gran miracolo. Quel Filippo Neri chiamava col nome di «Mamma» la Vergine Immacolata: chiamiamola con quel nome anche noi. Quella Madre ha la potenza di guarirci delle infermità, del corpo e dell’anima al medesimo tempo. (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Op. cit., 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 112 - 113). Vorrei concludere con la preghiera a san Filippo Neri per la buona vita e morte: «O glorioso San Filippo, angelo di costumi, maestro di virtù, serafino di carità, apostolo di Roma e patrono della gioventù, io sotto la vostra protezione raccomando la vita mia. Ottenetemi la grazia di camminare per la strada retta del Vangelo e di star sempre vigilante e cauto, acciò la mia coscienza non si addormenti mai nella falsa e perniciosa pace dei peccatori. Assistetemi finalmente nell’ora della mia morte; scacciate da me, in quel passo terribile, il maledetto insidiatore, e accompagnate l’anima mia in Paradiso. Così sia».

A cura di Carlo Di Pietro 

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