Breve omelia. «Surrexit, non est hic» (san Marco, XVI). Dopo i giorni del lutto ecco il giorno del gaudio e dell’allegrezza. Oggi, nella Chiesa risuonano parole di giubilo, echeggiano cantici di trionfo, i quali indicano l’eccesso della sua gioia dopo le lacrime e dopo il dolore. «Haec dies quam fecit Dominus» (Salm., 117). Gli uomini chiamano col nome «di loro giornata» quelle giornate in cui ebbero delle vittorie, o compirono belle azioni e gesta gloriose. Con maggiore ragione questo gran giorno, possiamo proclamarlo il giorno del divin Salvatore. Se nei passati giorni abbiamo visto l’Uomo-Dio vinto dagli sforzi dei Suoi nemici, oggi lo ammireremo, ce lo rappresenteremo come un vittorioso che trionfa: 1.° Della morte, sotto la quale aveva dovuto soccombere, e che ci dà sicurezza certa di risorgere un dì al pari di Lui. 2.° Dell’infedeltà, in cui i Suoi Apostoli e tutti gli uomini sarebbero eternamente rimasti senza la Sua risurrezione. 3.° Del demonio, allora incontrastato padrone del mondo. 4.° Del peccato, che fu la causa della morte di Gesù, benché fosse innocente, come fu la causa della morte di tutti gli uomini. Niente è più valido per arrestare i nostri disordini, o fedeli, che il pensiero della risurrezione di Gesù e della nostra. Sono queste le quattro vittorie più segnalate che riporta in questo gran giorno Nostro Signore Gesù Cristo. Sono questi i motivi che giustificano anche ora la grande allegrezza della Chiesa. Ora nella risurrezione di Gesù noi vediamo insieme un miracolo ed un esempio: un miracolo per la nostra fede, un esempio per la nostra vita. E l’esempio che ci dà Gesù vittorioso della morte, dell’infedeltà, del peccato è di imitarLo anche noi nel riportare la nostra più grande vittoria. Quale è questa grande vittoria? Lo Spirito Santo c’insegnerà «che l’uomo paziente è da preferire al forte; e che chi domina il proprio cuore, vale assai più di chi espugna le città» (Prov., XVI, 32). Chi è veramente potente? Chi riporta belle ed utili vittorie? Colui che resiste al demonio, che vince il mondo, che doma le passioni, che soggioga se stesso. Questa è la risposta che ci dà oggi Gesù Cristo col Suo esempio, e che risuona dalla Sua infallibile parola. (...) I santi Padri s’accordano: «Camminiamo sulle orme di Gesù Cristo, dice sant’Agostino, e se noi sappiamo vincere le nostre passioni ed i nostri vizi, se le costringiamo a stare a noi soggette, ce ne facciamo scala per salire in alto» (Sermone de Ascens.). E san Bernardo: «Una specie di martirio molto meritorio è mortificare e vincere, con lo spirito, le opere della carne; il martirio del ferro e del fuoco pare più terribile, ma quello è più doloroso per la sua durata» (Serm. 4.° de Ascens.). Animo, dunque, o atleti di Gesù Cristo; combattiamo da valorosi il buon combattimento; lotta al male, al peccato, morte dell’anima; lotta al demonio; lotta al mondo. Per la fede, per la immortalità, per la Vita eterna!
[Dal Prontuario del Predicatore, Houdry - Porra, Vol. IV, parte I, pag. 552 e seg., Imprimatur 1934].