È il secondo, in linea ascendente, degli Ordini maggiori. È di istituzione divina, come risulta dalla Sacra Scrittura (Atti 6, 1 ss.; Filipp. 1, 1; 1 Tim. 3, 8 a 13) e più ancora dalla Tradizione. Molte funzioni, anche di ordine economico e giurisdizionale, furono riservate ai diaconi nell’antichità, pertanto la loro posizione fu molto onorata e qualche volta prestò l’occasione ad orgoglio e ad atteggiamenti poco riverenti verso il vescovo. Era al primo dei diaconi, all’arcidiacono, che a Roma il Papa morente affidava i beni della Chiesa da trasmettere al successore. In seguito il potere degli arcidiaconi divenne tanto esorbitante da intralciare gravemente la vita ecclesiastica, pertanto il Concilio di Trento, dopo averne ampiamente lodate le benemerenze, li ridusse a mere dignità capitolari. Dei molteplici uffici del diacono il Pontificale Romano ne ha conservato tre: servire il sacerdote o il vescovo all’altare, battezzare e predicare.
Dal «Dizionario di teologia dommatica», Pietro Parente, Antonio Piolanti, Salvatore Garofalo, Editrice Studium, Roma, imprimatur 6 giugno 1952.