Natura significò prima la generazione degli esseri viventi; poi il principio di questa generazione; finalmente il principio intrinseco del moto e dell’azione (Aristotele). La natura coincide con l’essenza della cosa ma mentre l’essenza dice ordine all’essere, che la realizza, la natura dice ordine all’agire, che la attua. La natura suole dirsi principium quo remotum operationis, mentre le facoltà sono il principio quo proximum e il supposito o persona è il principium quod, il soggetto agente. La natura si distingue dal supposito o persona come una parte dal suo tutto. Essa coi suoi elementi costitutivi e con le sue leggi costituisce l’ordine naturale, che ha i suoi limiti nell’essere e nell’operare, nella sua potenza passiva e attiva. Ciò che trascende l’ordine naturale si dice soprannaturale. Dio può elevare, come difatti elevò, la natura umana all’ordine soprannaturale con la grazia. La natura umana però riguardo a questo ordine soprannaturale non ha né esigenza né capacità attiva, ma solo una capacità passiva detta potenza obbedienziale.
dal Dizionario di teologia dommatica, Piolanti, Parente, Garofalo - pace all’anima loro! - Studium, Roma, 1952.