Include essenzialmente il concetto di diritto, il quale soggettivamente è l’inviolabile facoltà morale di avere o di fare qualche cosa in propria utilità, oggettivamente è ciò che è dovuto a un altro. È evidente che il diritto implica un rapporto tra due soggetti (razionali), un rapporto di alterità, per cui al diritto di uno corrisponde il dovere di un altro. La giustizia come atto consiste nel dare a ciascuno il suo, cioè quel che gli è dovuto; come abito virtuoso essa si definisce: la costante e perpetua volontà di dare a ciascuno il suo ossia ciò che gli spetta per diritto. Applicando questo concetto ai rapporti dell’uomo non solo verso i suoi simili, ma anche verso Dio, si ha la giustizia in senso largo, che equivale alla santità, come si riscontra nel linguaggio biblico in cui il santo è il giusto. Ma in senso stretto la giustizia dice rapporto tra uomini e si può distinguere in: a) commutativa in quanto regola i rapporti tra singoli individui; b) distributiva tra superiori e sudditi; c) legale tra l’individuo e la società. Le prime due vanno comprese sotto il nome di giustizia particolare, perché riguardano il bene privato, la terza è detta generale, perché ha per oggetto il bene comune. Rigorosamente parlando la vera giustizia è quella commutativa, in cui si verifica il concetto di perfetta uguaglianza (diritto-dovere) che è elemento fondamentale della giustizia. Alla giustizia generale-legale comunemente si riduce la cosiddetta giustizia sociale, che a rigore riguarda i rapporti tra l’individuo e l’organismo sociale. Tra le virtù morali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) la giustizia ha il primato, perché le altre virtù riguardano il bene dell’individuo in sé stesso, la giustizia invece mira al bene dei propri simili, cioè al bene comune, che trascende il bene individuale; giustamente Cicerone scrive che la bontà dell’uomo si misura principalmente dalla sua giustizia. Questa virtù nell’ordine naturale è un abito acquisito mediante l’esercizio della volontà nel rispettare il diritto altrui. Ma secondo la dottrina cattolica, con la grazia santificante Dio infonde nell’anima e nelle sue facoltà le virtù teologiche, i doni dello Spirito Santo e insieme le virtù cardinali, tra cui è la giustizia. Nell’ordine soprannaturale la giustizia è un abito infuso da Dio nell’anima, che inclina la volontà a dare a ciascuno il suo, secondo i vari rapporti sopra esaminati. La giustizia, come ogni altra virtù, rientra nell’imperativo categorico cristiano: «declina a malo et fac bonum»; essa importa non solo l’obbligo di fare il bene altrui, ma anche quello di non impedire e dì non ledere l’altrui diritto.
dal Dizionario di teologia dommatica, Piolanti, Parente, Garofalo - pace all’anima loro! - Studium, Roma, 1952.