Alcuni fra i più utili e significativi pensieri tratti dalla Lettera Enciclica di Papa Pio XII, «Le pèlerinage de Lourdes», del 2 luglio 1957. Citazioni: [...] Questi cent’anni di culto mariano [...] hanno in qualche modo intrecciato tra la sede di Pietro e il santuario dei Pirenei saldi vincoli, che Ci piace ricordare. Non è stata forse la stessa Vergine a desiderare tali relazioni? «Ciò che a Roma il sommo pontefice definiva con il suo infallibile Magistero, la vergine immacolata Madre di Dio, benedetta tra tutte le donne, volle, come sembra, confermare con le sue labbra, quando poco dopo si manifestò con una celebre apparizione alla grotta di Massabielle ...» [Décret de Tuto pour la Canonisation de S.te Bernadette, 2 juillet 1933: AAS 25 (1933), p. 377]. Certamente la parola infallibile del romano pontefice, interprete autentico della verità rivelata, non aveva bisogno di alcuna conferma celeste per avvalorare la fede dei credenti. Ma con quale commozione e gratitudine il popolo cristiano ed i suoi pastori appresero dalle labbra di Bernardetta la risposta venuta dal cielo: «Io sono l’Immacolata Concezione»! [...] Il cinquantenario della definizione dogmatica dell’Immacolata concezione della Vergine santissima offrì a san Pio X l’opportunità di attestare, in un documento solenne, il nesso storico tra questo atto del Magistero e l’apparizione di Lourdes: «Appena Pio IX aveva definito verità di fede cattolica che Maria fu sin dall’origine esente dal peccato, la Vergine stessa cominciò ad operare meraviglie in Lourdes» (Lettre encyclique Ad diem illum, 2 février 1904: Acta Pii X, vol, 1, p. 149; EE 4/18). [...] Pio XI - che era già stato pellegrino a Lourdes - proseguì l’opera ed ebbe la gioia di elevare agli onori degli altari la privilegiata della Vergine, divenuta suor Maria Bernarda nella Congregazione della carità e dell’istruzione cristiana. Non veniva così a confermare, in un certo senso, la promessa fatta dall’Immacolata alla giovane Bernardetta, «che sarebbe stata felice non in questo mondo, ma nell’altro»?
[...] Più tardi l’illustre pontefice, che aveva poco prima onorato, sull’esempio dei suoi predecessori, con una legazione, le feste anniversarie delle apparizioni, decideva di chiudere il giubileo della redenzione alla grotta di Massabielle, là dove, secondo le sue stesse parole, «l’immacolata vergine Maria si mostrò più volte alla beata Bernardetta Soubirous, esortando con bontà tutti gli uomini alla penitenza, nel luogo stesso della meravigliosa apparizione, che essa ricolmò di grazie e di prodigi» (Bref du 11 janvier 1933: Arch. Brev. Ap., Pius XI, Ind. Perpet. f.128). [...] A questo unanime concerto di lodi, come non avremmo unita la Nostra voce? L’abbiamo fatto specialmente nella Nostra enciclica Fulgens corona, ricordando, sulle orme dei Nostri predecessori che «la beata vergine Maria stessa sembra abbia voluto confermare, con un prodigio, la definizione che il vicario del suo divin Figlio in terra aveva proclamata, con il plauso dell’intera Chiesa» [Lettre encyclique Fulgens corona, 8 septembre 1953: AAS 45 (1963), p 578; EE 6/946].
[...] Noi abbiamo soprattutto la convinzione che ella ci esorta a raccogliere le lezioni spirituali delle apparizioni, e ad impegnarci sulla via così chiaramente da lei indicataci. Queste lezioni, eco fedele del messaggio evangelico, concorrono a porre in risalto, in maniera impressionante, il contrasto tra i disegni di Dio e la vana sapienza del mondo. La Vergine immacolata, mai sfiorata dal peccato, si manifesta ad una fanciulla innocente, in una società, che non ha affatto coscienza dei mali che la divorano, che copre le sue miserie e le sue ingiustizie con apparenze di prosperità, di splendore e di spensieratezza. In materna comprensione, ella volge uno sguardo su questo mondo riscattato dal sangue del Figlio suo, dove, purtroppo, il peccato ogni giorno accumula tante stragi, ed ella, per tre volte, lancia il suo vibrante richiamo: «Penitenza, penitenza, penitenza!». Chiede inoltre atti significativi: «Andate a baciare la terra in penitenza per i peccatori». E agli atti occorre aggiungere la preghiera: «Pregherete Dio per i peccatori». Come al tempo di Giovanni Battista, come all’inizio del ministero di Gesù, lo stesso invito, forte e perentorio, indica agli uomini la via del ritorno a Dio: «Pentitevi» (Mt. 3, 2; 4,17). Chi oserebbe dire che questo appello alla conversione del cuore abbia perduto nei giorni nostri qualche cosa della sua efficacia?
[...] Già Pio XI in occasione delle feste mariane del giubileo della redenzione implorava «che gli spiriti accecati... siano illuminati dalla luce della verità e della giustizia; che gli smarriti nell’errore siano ricondotti sul retto cammino, che una giusta libertà sia accordata dovunque alla Chiesa, e che un’èra di concorde e vera prosperità sorga per tutti i popoli» [Lettre du 10 janvier 1935: AAS 27 (1935), p. 7]. Ora il mondo, che ai nostri giorni offre tanti giusti motivi di legittimo orgoglio e di sicurezza, conosce anche una terribile tentazione di materialismo, frequentemente denunciata dai Nostri predecessori e da Noi stessi. Questo materialismo non si trova solamente nella condannata filosofia che regge la politica e l’economia di una parte dell’umanità; esso imperversa pure nell’amore al denaro, le cui rovine si allargano secondo le dimensioni delle moderne intraprese, e che purtroppo è lo stimolo determinante di tante deliberazioni che pesano sulla vita dei popoli; si esprime nel culto del corpo, nell’eccessiva ricerca dei comodi e nel rifuggire da ogni austerità di vita; spinge al disprezzo della vita umana fino a distruggerla prima che abbia visto la luce; si manifesta nella ricerca sfrenata del piacere, che si esibisce senza pudore e tenta anche di sedurre, con le letture e gli spettacoli, le anime ancora pure; si palesa nel disinteresse per il fratello, nell’egoismo che lo opprime, nell’ingiustizia che lo priva dei suoi diritti; in una parola, in quel concetto della vita che tutto regola solo in funzione della prosperità materiale e delle soddisfazioni terrene. «Anima mia, diceva un ricco, tu hai messo da parte una quantità di beni per moltissimi anni: riposati; mangia, bevi, dàtti bel tempo. Ma Dio gli disse: Stolto, in questa stessa notte ti sarà richiesta l’anima tua» (Lc. 12,19-20).
A una società che, nella vita pubblica, sovente contesta i diritti supremi di Dio; che vorrebbe guadagnare l’universo a prezzo della sua anima precipitando così verso la propria rovina, la Madre santissima ha lanciato un grido di allarme. Docili al suo richiamo, i sacerdoti siano coraggiosi nel predicare a tutti senza timore le grandi verità della salvezza. Non vi è infatti durevole rinnovamento se non è fondato sugli intangibili principi della fede, e spetta ai sacerdoti di formare la coscienza del popolo cristiano. Come l’Immacolata, che, mossa a pietà delle nostre miserie e chiaramente conoscendo i nostri veri bisogni, viene agli uomini per ricordare loro i gradi essenziali e austeri della conversione religiosa, così i ministri della parola di Dio debbono, con soprannaturale fermezza, indicare alle anime lo stretto cammino che porta alla vita (cf. Mt. 7,14). Lo faranno senza dimenticare lo spirito di dolcezza e di pazienza a cui debbono risalire (cf. Lc. 9,55), ma senza nascondere nulla delle esigenze dell’evangelo. Alla scuola di Maria essi impareranno a non vivere che per dare Gesù al mondo, ma, se pur occorre, anche ad attendere con fede l’ora di Gesù e a restare ai piedi della croce. [...] «Volete avere la bontà di venire ...», diceva la Vergine santa a Bernardetta. Questo invito affabile, che non comanda, che si rivolge al cuore e sollecita con delicatezza una risposta libera e generosa, è nuovamente proposto dalla Madre di Dio ai suoi figli di Francia e del mondo. Senza imporsi, ella insiste a che essi riformino se medesimi e si adoperino, con tutte le forze, alla salvezza del mondo. I cristiani non rimarranno inerti a tale richiamo; andranno a Maria. A ciascuno di essi, al termine di questa lettera, Noi vorremmo dire con san Bernardo: «Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, pensa a Maria, invoca Maria. ... Seguendo lei non ti smarrisci, pregando lei non ti disperi, pensando a lei non sbagli. Se lei ti tiene, non cadi; se lei ti protegge, non temi; se lei ti guida, non ti stanchi; se lei ti dà il suo favore, tu arrivi al tuo fine ...» (Hom. II super «Missus est»: PL 183, 70-71). [...].