Una persona è intenta a lavorare nella sua stanzetta. D’un tratto, ecco farsi avanti il demonio, in modo invisibile ma reale. Egli presenta alla fantasia delle scene di peccato; ma esse sono subito respinte. Fallito il primo colpo, il demonio tenta il secondo e più forte. Ripresenta le stesse immagini, ma a colori più vivi ed attraenti. L’anima dovrebbe subito ricorrere a Dio con umiltà, senza fermarsi a discutere con il maligno; ma disgraziatamente presume di se stessa e si ferma volontariamente a contemplare la tentazione. Ottenuto ciò, il demonio va avanti e dice: Perché, o anima, non metti in pratica quanto pensi? — Non posso; Dio me lo proibisce! — Ma che male fai del resto? Non sei forse libera della tua volontà? Acconsenti dunque! — Temo che Iddio mi castighi! — E tu non sai che Dio è buono e compatisce l’umana miseria? — È vero, ma so anche che Egli è giusto e terribile punitore della colpa! — Va bene; però di rado punisce la colpa! Del resto te ne confesserai! — E se mi mancasse il tempo? — Non sei di certo sul letto di morte! — Durante questa lotta, la mente si è offuscata e la volontà, resa debole, cede infine alla tentazione. La misera anima pensa d’aver trovato la felicità; dopo pochi istanti sente tutta l’amarezza del peccato; sa di essere sola nella stanza; eppure guarda attorno temendo di vedere qualcuno; ha paura di presentarsi ad altri, quasi il peccato le si potesse leggere in fronte; il rimorso le fa sentire la sua terribile voce. — Adamo, Adamo, che cosa hai fatto? — disse Dio al primo uomo dopo la colpa. Ed ora lo stesso rimprovero si ripete a te, o anima infelice, che sei caduta in peccato!
Sant’Alfonso, Dottore di Santa Chiesa dice: «Se Dio castigasse subito chi l’offende, non si vedrebbe di certo ingiuriato come ora si vede; ma poiché il Signore non castiga subito, i peccatori pigliano animo a peccare di più. È bene sapere però che Dio non aspetta e sopporta sempre; come Egli tiene fissato per ciascun uomo il numero dei giorni di vita, cosi tiene anche determinato per ciascuno il numero dei peccati che vuol perdonargli: a chi cento, a chi dieci, a chi uno. Vi è chi trovasi nell’Inferno per un solo peccato. Quanti vivono molti anni nei peccati! Ma quando termina il numero delle colpe fissato da Dio, sono colti dalla morte e vanno all'Inferno». Anima cristiana, non aggiunger peccato a peccato! Tu dici: Dio è misericordioso! - Eppure, con tutta questa misericordia, quanti ogni giorno vanno all’Inferno!
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Per inviare una donazione Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF cliccare qui.
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