— Gli angeli — continua il frate —, che sono gli spiriti rimasti fedeli a Dio, difendono gli uomini contro i diavoli che vorrebbero trascinarli all’inferno. — E come fanno? — domanda Bortolo con una segreta speranza, come se attendesse che qualcuno lo liberasse anche dagli artigli del demonio, che purtroppo tiene nelle sue mani la vita passata. — Prima di tutto bisogna dire che gli angeli sono molti più degli uomini, più delle stelle, più dei granelli di sabbia che sono nel mare... Sono pura intelligenza, pura volontà, senza corpo, senza peso di materia, senza ingombro di passioni, liberi come sovrani. Una gran parte di essi serve direttamente il Signore, un’altra parte ha in custodia il cielo, gli astri, la terra, gli uomini...
— Come?... Quello che voi dite è proprio strano... — Perchè voi dovete sapere che gli angeli sono divisi in nove schiere che si chiamano cori e hanno ciascuno un nome. Ora ve lo dico, dal primo coro più vicino a Dio all’ultimo più vicino a noi. Serafini. Cherubini, Troni: questi sono i sacerdoti supremi intorno al Signore. Dominazioni, Virtù, Potestà: questi sono i capi supremi della milizia celeste. Principati, Arcangeli, Angeli: questi sono gli esecutori degli ordini divini che obbediscono agli spiriti superiori. — Ho capito, — risponde Bortolo che non ha neppure il tempo di meravigliarsi per essere così curioso di cose tanto lontane dai suoi gusti soliti — ho capito, i più nobili sono come i comandanti, gli altri sono come i soldati. — Precisamente, — approva il frate — perchè Dio è creatore di ordine e di armonia. Tutto affida agli angeli, anche il sole, anche le nostre mèssi!...
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Per inviare una donazione Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF cliccare qui.
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