Questo nuovo Evangeliario Festivo è nato da una collaborazione al «Bollettino del Clero Romano» degli anni 1952-1953. La presente edizione … dà un testo accuratamente riveduto e in molte parti riscritto.Lo scopo che ci proponiamo è molto semplice e pratico: offrire al Clero in cura d’anime una traduzione dei brani evangelici della Liturgia festiva fedelissima, scorrevole e immediatamente accessibile al pubblico in ascolto. La Pontificia Commissione per gli Studi Biblici, in una decisione del 22 agosto 1941 che faceva seguito a una «risposta» del 30 aprile 1934, ha dichiarato che il sacerdote celebrante deve leggere al popolo il brano liturgico dell’Evangelo in una traduzione in lingua volgare che sia conforme al testo latino ufficiale della Chiesa, ma ha facoltà di illustrare detta traduzione con l’aiuto del testo originale greco o di una traduzione più aderente ad esso. In ossequio a queste norme, il sacerdote troverà qui una traduzione che riproduce la «Vulgata» latina ma nello stesso tempo riflette la precisione del testo originale. Quando tra i due testi esiste una qualche divergenza notevole, si troverà nelle note il contenuto del testo originale greco. I primi destinatari di questo Evangeliario manifestarono a suo tempo il loro gradimento per le brevi riflessioni messe in calce al testo liturgico: esse possono servire come spunto per considerazioni più ampieoessere addirittura lette se non ha luogo una vera e propria omilia. Nelle note, abbiamo creduto opportuno di dare alcune informazioni esegetiche di immediata utilità.È stata omessa la frase che inizia costantemente il testo liturgico (Sequentia Sancti Evangelii... In illo tempore ...).L’esperienza ci suggerisce di consigliare di leggere nell’ordine: 1° L’indicazione della ricorrenza liturgica, es.: «Prima Domenica d’Avvento»; 2° L’indicazione della fonte del testo, es.: «Dall’Evangelo di San Luca», senza la menzione del cap. e dei vv.; 3° Il testo evangelico, con una lettura calma ed espressiva, che abbiamo appunto voluto facilitare con una nuova traduzione.Nella speranza di aver fatto cosa utile ai Confratelli impegnati nel ministero pastorale, dedichiamo al Clero di Roma, in fraterno omaggio di affetto e di riconoscenza, questa modesta fatica.
Mons. Salvatore Garofalo
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Per inviare una donazione Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF cliccare qui.
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