— Perché si odiano i preti? La risposta potreste ciarla anche voi. Sono troppi coloro che vivono lontani dai preti; troppi che non leggono libri se non scritti dai nemici dei preti. Quanti operai, d’altronde laboriosi e onesti, non sono essi pure vittime di questa malvagia propaganda d’odio contro i preti! — Confesso lealmente che purtroppo deve essere così. — Fin dai tempi delle persecuzioni degli imperatori romani un uomo di forte ingegno, Tertulliano, chiedeva ai persecutori questa sola cosa: «Non condannate la Chiesa — egli diceva — senza prima averla studiata e conosciuta». — È più che ragionevole! Ebbene, anche i preti d’oggi (l’autore intende i preti validamente ordinati, i veri preti, i preti antimodernisti, ndr) rivolgono a tutti lo stesso invito. «Siamo uomini anche noi, — essi dicono — abbiamo i nostri difetti; ma c’infiamma un gran desiderio di fare del bene, specialmente al popolo. Operai, e specialmente voi che per le vie e sui treni ci calunniate e ci coprite di volgari insulti, ascoltate quest’invito: Siamo figli del popolo come voi, siamo vostri fratelli. Non vogliate condannarci senza prima averci avvicinati, studiati, conosciuti». — Per parte mia accetto senz’altro l’invito. Ma frattanto mi è venuta un’idea. Caro professore, voi che foste così cortese e così persuasivo nell’esporre con serenità e chiarezza tante belle cose, perchè non potreste scriverle a vantaggio di molti altri? — Credete che ciò possa fare del bene? — Ne son certo. Anzi, per parte mia mi offro fin d’ora a diffondere il vostro scritto tra i miei compagni di fabbrica, sicuro che essi pure cambieranno opinione a misura che conosceranno la verità e la realtà delle cose. — Ebbene, ci proverò e se riesce lo intitoleremo: Si dice... — Andrà a ruba! — Lo voglia il Cielo, a bene di tanti cari operai!
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Per inviare una donazione Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF cliccare qui.
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