• Si narra nello Specchio degli esempi [Magnum Speculum exemplorum, distinctio 8, exemplum 4 (preso dallo Speculum Historiale, Vincentii Bellovacensis, lib. 31, cap. 68.) - Surius, De probatis Sanctorum historiis, die 16 novembris: Vita S. Edmundi, Archiepiscopi Cantuariensis, cap. 3] d’un certo divoto giovinotto per nome Edmondo, inglese, che stando un giorno in campagna con altri fanciulli, egli ch’era amante dell’orazione e della solitudine, soletto si pose a passeggiare per un prato trattenendosi in affetti verso Gesù Cristo. Ecco gli apparve un vago bambino che lo salutò: «Dio ti salvi, o Edmondo mio caro». E poi l’interrogò se sapeva chi era? Rispose Edmondo che no. «Ma che no - riprese a dire il celeste fanciullo - quando io vi sto sempre a fianco? Ora se volete conoscermi, guardatemi in fronte». Guardò Edmondo e gli lesse in fronte le parole: Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum. Ed allora gli soggiunse: «Questo è il mio nome, e voglio che in memoria dell’amore che ti porto ogni notte ti segni la fronte con quello, ed esso ti libererà dalla morte improvvisa; come anche libererà ognuno che farà lo stesso». Edmondo seguitò a segnarsi sempre poi col nome di Gesù. Il demonio una volta l’afferrò le mani, acciocché non si segnasse, ma egli lo vinse coll’orazione, e poi lo costrinse a dire qual fosse l’arme di cui egli più temesse; rispose il demonio ch’erano quelle parole colle quali esso si segnava la fronte.
• Si riferisce nel Diario Domenicano (Domenico Maria Marchese, O. P., Sagro Diario Domenicano, Dell’origine e progressi della divozione e solennità del SS. Rosario) al 7 d’ottobre che predicando San Domenico in Roma, vi era una peccatrice chiamata Caterina la bella. Ricevé ella un Rosario dalle mani del Santo e cominciò a recitarlo; ma non lasciava la sua mala vita. Un giorno le apparve Gesù in forma prima di giovine, e poi si mutò in figura d’un grazioso bambino, ma con una corona di spine sulla testa e colla croce sulle spalle, e che mandava lagrime dagli occhi e sangue dal capo, e poi le disse: «Basta; non più, Caterina; basta, lascia di più offendermi: vedi quanto mi sei costata, mentre io cominciai da bambino a patire per te, e non lasciai di patire fino alla morte». Caterina andò subito a trovare San Domenico, si confessò da lui, e da lui ammaestrata, dopo aver dispensato tutto quello che aveva ai poveri ed essersi chiusa in una stretta cella murata, si ridusse a vita così fervorosa ed ebbe tali favori dal Signore, che il Santo ne restò ammirato. Ed in fine, visitata da Maria Santissima, ebbe una felicissima morte.
Da Sant’Alfonso, «Esempi di Gesù Bambino», esempio numero VIII ed esempio numero X. Fine.