+ Com'è bella la tua palma, o Agata! Ma quanto furono lunghi e crudeli i combattimenti che hai sostenuti per ottenerla! Tu hai vinto preservando la fede e la verginità; ma il tuo sangue arrossò l'arena e le tue ferite testimoniarono agli Angeli il coraggio nel conservarti fedele al Salvatore. Tutta la Chiesa ti saluta oggi, o Vergine e Martire! Ella sa che non la dimentichi mai, e che la tua beatitudine non ti fa indifferente ai suoi bisogni. Sii nostra sorella: e anche nostra madre. Quanti secoli sono trascorsi dal giorno in cui lasciasti il tuo corpo, dopo averlo santificato con la purezza e la sofferenza! Ma, ahimé! sempre quaggiù esiste ed esisterà la guerra fra lo spirito e la carne. Assisti i tuoi fratelli, ravvivando nei loro cuori la scintilla di quel sacro fuoco che il mondo e le passioni vorrebbero estinguere. In questi giorni, in cui ogni cristiano si ritempra nelle acque salutari della compunzione, riaccendi ovunque il timore di Dio, che veglia contro le aggressioni d'una natura corrotta, lo spirito di penitenza che ripara le debolezze colpevoli, l'amore che addolcisce il giogo ed assicura la perseveranza. Ripetute volte il tuo velo verginale, presentato ai torrenti incandescenti della lava che scorrevano lungo i fianchi dell'Etna, ne arrestò il corso sotto gli occhi di tutto il popolo: opponi, e ne sentiamo impellenti il "bisogno", la potenza delle tue innocenti preghiere alla marea di corruzione che dilaga sempre più in mezzo a noi, minacciando d'abbassare i nostri costumi al livello di quelli del paganesimo. Il tempo stringe, o Agata! Vieni in soccorso delle nazioni infettate dal veleno d'una letteratura infame; allontana questa coppa velenosa dalle labbra di coloro che non l'hanno ancora toccata; e strappala di mano a quelli che vi hanno già attinta la morte. Risparmiaci l'onta di vedere il trionfo del sensualismo che sta per divorare l'Europa, ed annienta i piani concepiti dall'inferno. Così sia. +
[5 febbraio, Sant’Agata Vergine e Martire. A Catania, in Sicilia, il natale di Sant’Agata, Vergine e Martire, che, al tempo dell’imperatore Decio, sotto il Giudice Quinziano, dopo gli schiaffi e il carcere, dopo l’eculeo e la distorsioni di membra, dopo il taglio delle mammelle, dopo essere stata volto lata sopra cocci e brage, finalmente, in prigione, pregando Iddio, finì la vita. Dal Martirologio Romano. Agata nacque a Catania o a Palermo. Sappiamo da San Metodio di Costantinopoli ch'ella apparteneva a famiglia cristiana e che ebbe molto a soffrire sia per conservare la verginità che per il martirio. Però non abbiamo alcun documento contemporaneo sulla vita di lei e sul suo martirio, di cui ignoriamo persino la data. Dalla Sicilia, ove divenne celebre per l'efficacia del suo velo contro le eruzioni dell'Etna, il culto di Sant'Agata si diffuse molto rapidamente in tutta la Chiesa. San Gregorio Magno inserì il suo nome nel Canone della Messa, e fu composto un Ufficio proprio in suo onore nel X secolo. Di dom Prosper Guéranger].