+ Ci rivolgiamo a te, o Vergine Lucia, per ottenere la grazia di vedere nella sua umiltà Colui che contempli ora nella gloria. Degnati di prenderci sotto il tuo potente patrocinio. Il nome che hai ricevuto significa Luce: sii dunque la nostra fiaccola nella notte che ci circonda. O lampada sempre risplendente della bellezza della verginità, illumina i nostri occhi; guarisci le ferite che ha prodotte in esse la concupiscenza, affinché si alzino, al di sopra della creatura, fino a quella Luce vera che risplende nelle tenebre, e che le tenebre non comprendono. Fa’ che il nostro occhio purificato veda e conosca nel Bambino che sta per nascere, l’Uomo nuovo, il secondo Adamo, il modello della nostra vita rigenerata. Ricordati anche, o Vergine Lucia della santa Romana Chiesa e di tutte quelle Chiese [locali] che attingono da essa la forma del Sacrificio, poiché pronunciano ogni giorno il tuo nome all’altare, davanti all’Agnello tuo Sposo, al quale è gradito sentirlo. Spandi le tue benedizioni speciali sull’isola che ti diede la vita terrena e la palma dell’eternità. Conserva in essa l’integrità della fede, la purezza dei costumi, la prosperità temporale, e guarisci i mali che tu conosci. Così sia. +
[Di dom Prosper Guéranger. 13 dicembre, a Siracusa, in Sicilia, il natale di Santa Lucia, Vergine e Martire, nella persecuzione di Diocleziano. Questa nobile Vergine, mentre volevano trascinarla uomini abbominevoli, ai quali, per ordine di Pascasio Consolare, era stata consegnata perché dal popolo si facesse oltraggio alla castità di lei, non potè essere smossa da loro in alcun modo, né con funi aggiunte, né con moltissime coppie di buoi; però in seguito, essendo riuscita illesa dalla pece, dalla resina e dall’olio bollente, finalmente, percossa colla spada nella gola, compì il martirio]. [13 dicembre, a Siracusa, in Sicilia, il natale di Santa Lucia, Vergine e Martire, nella persecuzione di Diocleziano. Questa nobile Vergine, mentre volevano trascinarla uomini abbominevoli, ai quali, per ordine di Pascasio Consolare, era stata consegnata perché dal popolo si facesse oltraggio alla castità di lei, non potè essere smossa da loro in alcun modo, né con funi aggiunte, né con moltissime coppie di buoi; però in seguito, essendo riuscita illesa dalla pece, dalla resina e dall’olio bollente, finalmente, percossa colla spada nella gola, compì il martirio. Dal Martirologio Romano].