Ci siamo lasciati con l’imperativo di Leone XIII: «A nessuno è lecito di violare impunemente la dignità dell’uomo». La vera dignità, non i suoi scimmiottamenti moderni utilizzati, con inganno, proprio per violare la dignità, come dimostreremo con pochi esempi.
Rapidamente facciamo attenzione alla dignità nella cosiddetta «lotta di classe» ed all’idea di «falsa redenzione» del comunismo. «Uno pseudo-ideale di giustizia, di uguaglianza e di fraternità nel lavoro - tuona Papa Pio XI - pervade tutta la sua dottrina, […] alle folle adescate da fallaci promesse comunica uno slancio ed un entusiasmo contagioso, specialmente in un tempo come il nostro, [caratterizzato] da una distribuzione difettosa delle cose di questo mondo».
Ed ancora: «La dottrina che [si] nasconde sotto apparenze talvolta così seducenti, in sostanza oggi si fonda sui princìpi già predicati da Marx del materialismo dialettico e del materialismo storico, […]. Questa dottrina insegna che esiste una sola realtà, la materia, con le sue forze cieche, la quale evolvendosi diventa pianta, animale, uomo. Anche la società umana non ha altro che un’apparenza ed una forma della materia che si evolve nel detto modo, e per ineluttabile necessità tende, in un perpetuo conflitto delle forze, verso la sintesi finale: una società senza classi».
Quindi in tale dottrina, com’è evidente, «non vi è posto per l’idea di Dio, non esiste differenza fra spirito e materia, né tra anima e corpo […]. Insistendo sull’aspetto dialettico del loro materialismo, [essi] pretendono che il conflitto, che porta il mondo verso la sintesi finale, può essere accelerato dagli uomini. Quindi si sforzano di rendere più acuti gli antagonismi che sorgono fra le diverse classi della società; e la lotta di classe, con i suoi odi e le sue distruzioni, prende l’aspetto d’una crociata per il progresso dell’umanità. Invece, tutte le forze, quali che esse siano, che resistono a quelle violenze sistematiche, debbono essere annientate come nemiche del genere umano» (Divini Redemptoris, 19 marzo 1937).
Il Papa ci spiega dettagliatamente in questa mirabile Enciclica come, dietro sofismi e congiure giuridico - politiche, i signori dell’odio, i quali intendono “sterilizzare” con falso garbo le parti a loro avverse, violano impunemente la dignità dell’uomo, indossando essi stessi la maschera di “paladini della dignità” (quella falsa, indegna, villana, diabolica, di chiara matrice massonica e rivoluzionaria).
La loro macchinazione, i cui frutti d’odio e di morte sono indubitabili, passa attraverso varie fasi: a. Corruzione morale di chi ricopre cariche di governo e controllo; b. Dunque propagazione del malcontento; c. Abbaglianti promesse; d. Liberalismo che prepara loro la strada; e. Propaganda astuta e vastissima (che non esclude la calunnia); f. Congiura del silenzio nella stampa (e con misure pseudo-legislative). Nonostante siano passati ottant’anni dalla denuncia del successore di Pietro, poco o nulla è cambiato nella tattica social-comunista, se non che tali colpevoli promotori si sono fatti più spregiudicati ed astuti.
Ci sarebbe tanto da aggiungere, tuttavia devo concludere con la soluzione di Pio XI: «Non vi sarebbero né socialismo né comunismo se coloro che governavano i popoli non avessero disprezzato gli insegnamenti ed i materni avvertimenti della Chiesa: essi invece hanno voluto, sulle basi del liberalismo e del laicismo, fabbricare altri edifici sociali, che sulle prime parevano potenti e grandiosi, ma ben presto si videro mancare di solidi fondamenti, e vanno miseramente crollando l’uno dopo l’altro, come deve crollare tutto ciò che non poggia sull’unica pietra angolare che è Gesù Cristo» (Ivi.).
E con le parole di Papa Leone XIII: «[…] Quanto ai ricchi e ai datori dì lavoro, essi non debbono affatto trattare l’operaio come schiavo: ma rispettare in lui la dignità di uomo, elevata ancor più da quella di cristiano […]. Ciò che è vergognoso e disumano è il servirsi di uomini come di vili strumenti di lucro e il non stimarli che in proporzione del vigore delle loro braccia» (Rerum Novarum).
Ora, p. es., chi pretende che l’uomo lavori di domenica? Chi sfrutta gli individui soffocati dai vizi? Chi ricatta il lavoratore? Chi lo opprime e lo deprime con la tassazione iniqua?; etc … I colpevoli sono proprio i paladini della falsa dignità di cui sopra, i quali anche si vantano di queste misure: complimenti!
Carlo Di Pietro da Il Roma