Concludiamo la nostra rubrica analizzando, finalmente, alcuni punti cruciali del documento teologico - politico Dignitatis Humanae del 1965, dietro la cui spinta propulsiva le ultime Nazioni cattoliche precipiteranno inesorabilmente nella totale apostasia. Cito il documento, cui seguono brevi esami critici: «Il diritto alla libertà religiosa non si fonda su una disposizione soggettiva della persona, ma sulla sua stessa natura», dunque sta affermando che questo diritto sarebbe - in assoluto - un diritto naturale dato da Dio. Più avanti si capirà che il documento si riferisce alla «libertà di coscienza», non alla libertà di professione della vera religione.
Difatti precisa: «[…] di conseguenza, il diritto ad una tale immunità perdura anche in coloro che non soddisfano l’obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa», pertanto sta dicendo che coloro che rifiutano la verità e che professano l’errore avrebbero il diritto naturale di promuoverlo pubblicamente. Peggiora la situazione quando asserisce: «[Il diritto di insegnamento e testimonianza dell’errore, ndR] va riconosciuto nella legge costituzionale con la quale si governa la società; perciò deve diventare un diritto civile», cosicché sostiene che questo diritto di promuovere l’errore dovrebbe essere garantito dai governi nella legislazione.
Dalla Dignitatis Humanae alle massoniche Dichiarazioni dei diritti dell’uomo … poco cambia, dove si legge, anno 1789, art. 10: «Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose», ed anno 1793, art. 7: «Il diritto di manifestare il proprio pensiero e le proprie opinioni, […] il libero esercizio dei culti, non possono essere interdetti». Almeno i massoni della prima ora non ebbero il barbaro coraggio di definire questo “diritto” un «diritto che si fonda sulla stessa natura dell’uomo», in compenso, dall’alto della loro “tolleranza”, detronizzarono, sterminarono e depredarono un numero incalcolabile di cattolici.
Ora, che nessuno possa essere forzato ad accettare la vera religione, lo comanda la Chiesa stessa. Papa Leone XIII nella Immortale Dei (1885) insegna: «La Chiesa vuole assolutamente evitare che chiunque sia costretto, suo malgrado, ad abbracciare la fede cattolica, perché, come saggiamente ammonisce sant’Agostino, “l’uomo non può credere se non spontaneamente” ». Però precisa: «Similmente la Chiesa non può consentire quella libertà che induce al disprezzo delle leggi santissime di Dio».
Da questo naturale principio della libertà dalla coercizione, in Dignitatis Humanae si precipita nella falsa ed americanista nozione che la legge stessa avrebbe il diritto di difendere e diffondere l’errore. Questo funesto principio, che poggia sulla cosiddetta «libertà di coscienza», è sempre stato condannato dalla Chiesa, tanto che Papa Gregorio XVI lo definì «delirante».
So che questo discorso potrà annoiare e sembrare cavilloso, tuttavia con un esempio cercherò di chiarire la satanica portata del documento teologico - politico Dignitatis Humanae. Subito dopo la pretesa promulgazione dello stesso, la cattolica Spagna precipitò nell’apostasia legislativa recedendo dal Concordato con il Vaticano. L’accordo del 1953 prevedeva, art. I, che: «La Religione Cattolica, Apostolica, Romana continua ad essere l’unica religione della Nazione spagnuola»; art. XXIII l. c: «[…] lo Stato armonizzerà la propria legislazione con il Diritto Canonico». A seguito di Dignitatis Humane, sorse la fregola di aggiornamento dovunque e dal 1978 l’Articolo 16 della Costituzione Spagnola al § 1 recita: «È garantita la libertà ideologica, religiosa e di culto dei singoli e delle comunità […]»; ed al § 3: «Nessuna confessione avrà carattere statale».
Dietro pretesto di «libertà ideologica», la legislazione spagnola ha ricevuto il colpo di grazia stramazzando rovinosamente nella consueta “giurisdizione” massonico - liberale, proprio come accadde in Inghilterra, poi in America, in Francia ed infine in Italia a seguito delle cosiddette Rivoluzioni, le quali hanno tutte avuto unica regia anti-cattolica ed attori tutti “affratellati” dal rito d’iniziazione massonica.
Il profetico commento di Papa Gregorio XVI a questa degenerazione dell’umanità credo che sia la conclusione più eloquente al nostro piccolo excursus di Teologia politica dell’anno 2016: «Ma qual può darsi morte peggiore dell’anima che la libertà dell’errore? esclama sant’Agostino. Tolto infatti ogni freno che contenga nelle vie della verità gli uomini già volgentisi al precipizio per la natura inclinata al male, potremmo dire con verità essersi aperto il pozzo d’abisso dal quale vide san Giovanni salire tal fumo, che oscurato ne rimase il sole, uscendone locuste innumerabili a disertare la terra. Indi infatti hassi a ripetere il cangiamento degli spiriti, indi la depravazione della gioventù, indi il disprezzo nel popolo delle cose sacre, e delle leggi più sante, indi in una parola la peste della società più di ogni altra esiziale, mentre l’esperienza di tutti i secoli fin dalla più remota antichità luminosamente dimostra, che città per opulenza, per dominazione, per gloria le più fiorenti per questo solo disordine, cioè per una eccessiva libertà di opinioni, per la licenza delle conventicole, per la smania di novità, andarono infelicemente in rovina» (Mirari Vos, 1832).
Carlo Di Pietro da ControSenso Basilicata