Prosegue da lunedì 18.6. La scorsa settimana (Cliccare qui) ho provato ad esporre lucidamente la dottrina cristiana sui veri diritti del vero migrante. Auspico di aver suscitato nel lettore quella riflessione equilibrata, coerente col pensiero tomista (Cliccare qui e qui). Oggi intendo analizzare brevemente la condizione - con particolare attenzione al vincolo morale - di chi si trova nella circostanza di dover “accogliere”.
Troppo spesso, purtroppo, nei paesi d’origine non vengono rispettati quei criteri di giustizia dettati dalla legge di natura, dunque è necessario che la coinvolta controparte tenti di sanare i difetti provocati dall'irragionevolezza altrui. Negli ultimi sei anni è accaduto, al contrario, che i Governanti italiani hanno ordinariamente assecondato o fomentato questi difetti, cagionando gravissime conseguenze.
La causa prima della necessità della legge - insegna Leone XIII - va ricercata, in radice, nello stesso libero arbitrio dell’uomo, ossia nel fatto che le nostre volontà NON siano in disaccordo con la retta ragione. Sovente accade, al contrario, che l’uomo agisce contro detta legge, contro la ragione stessa e contro le virtù. A tale deficienza è doveroso opporre argine e rimedio affinché - conclude il Papa - gli uomini si conservino liberi ed uniti nel civile consorzio (cfr. Libertas).
Negli ultimi sei anni l’Italiano si è visto costretto a dover “accogliere” e “mantenere” lo straniero senza alcun criterio selettivo e contro le reali disponibilità dell’erario, atteso che oramai non esiste più neanche l'Organo facente reale e concreta funzione di zecca o di banca di Stato. Tuttavia l’Italiano, essendo stato particolarmente privilegiato dalla Provvidenza, ha uno speciale dovere di prodigarsi nelle opere di misericordia corporale e spirituale. Come risolvere la questione?
Abbiamo già comprovato che gli attuali portavoce del “Clero” modernista, dimostrando ampiamente di aver perduto l’abito della fede (cfr. Mortalium Animos, Pio XI), non sono più in grado di esercitare la carità e non resta loro che propagandare la mondana e pericolosa filantropia (cfr. Humanum Genus, Leone XIII). I loro interventi salottieri sull’immigrazione, per conseguenza, non possono essere degni di attenzione per una mente elevata, né regola di condotta morale (cfr. Pascendi Dominici gregis e Notre Charge Apostolique, San Pio X).
Ciò premesso, riconosciamo come primario fine di chi governa una Nazione il raggiungimento del bene comune del popolo che dalla Provvidenza gli è stato affidato (cfr. De Regimine Principum, San Tommaso d'Aquino). Quando il governante non è in grado, come accade attualmente in Italia, di garantire tale fine, non ha più lo stesso stringente dovere di prodigarsi per lo straniero, se non per sporadici selezionati individui. Se, malgrado l’evidenza, dovesse ostinatamente agire contro ragione e contro lo stesso diritto di natura, avrebbe tradito il proprio popolo e la missione affidatagli da Dio.
Il governante ha anche il dovere di garantire l’ordine pubblico - ossia il retto culto, la vera scienza e la purità dei costumi -, di farlo anche vigilando sui propri confini e tentando di estirpare ogni minaccia interna ed esterna (Cliccare qui).
L’Italia - non nascondiamo la verità - avendo rinunciato anche alla proprietà ed all’indipendenza monetaria, vedendosi addirittura costretta a richiedere ciclicamente cosiddetti “prestiti” ad “usura” presso leviataniche banche straniere, non può offrire più alcuna garanzia - certa e duratura - di salute, sicurezza e lavoro nemmeno ai propri cittadini. Basti pensare che i governi assistono impotenti al crollo delle fatiscenti scuole sulle teste dei fanciulli senza poter intervenire per “carenza di fondi”. Dunque, nel nostro caso, la parola stessa “accoglienza” appare intrinsecamente falsa, non dovrebbe essere utilizzata.
Sono autorizzato a pensare che, dietro il dissennato fenomeno dei “flussi migratori”, vi siano interessi ben più meschini, dinamiche volte a terrorizzare e precarizzare i residenti in Italia, autoctoni o stranieri poco importa, e finalmente a rendere il “debito” insanabile e non più riscuotibile. Sono, inoltre, autorizzato a pensare che vi siano “Entità” febbrilmente prodighe affinché in Europa ritornino i Totalitarismi e cessi quella convivenza dei popoli, più o meno civile, che ci ha restituito quasi settant'anni di pace e benessere.
Chi è che paga 5.000 euro agli scafisti per ogni “viaggiatore”? L’africano che guadagna 30 dollari al mese, difatti, non certo può permettersene più di 5.000 (14 anni di paga) per un viaggio pressoché mitologico. Perché le donne africane, pur consapevoli degli stupri e dello sfruttamento della prostituzione, continuano a partire? Eccetera… Tante sono le domande che è lecito porsi.
Oggigiorno, viste le evidentissime contingenze, chi si ostina a parlare di “dovere dell’accoglienza” probabilmente è in malafede o si dimostra poco ragionevole. Non c’è dubbio che l’“accoglienza”, così come abbiamo tristemente imparato a conoscerla, è ordinariamente un atto contro le virtù morali almeno della giustizia e della prudenza, oltre che contro la misericordia. Un vero cattolico, a queste condizioni, non può essere favorevole ad “accogliere” e non certo per ragioni di razzismo, come ho dimostrato lunedì scorso (Cliccare qui).
Vi esorto a studiare tre documenti istituzionali: 1) La Deliberazione del 7 marzo 2018, n° 3/2018/G della Corte dei Conti sul solo “Sistema di prima accoglienza”; 2) La più recente Relazione al Parlamento sulle Attività delle Forze di Polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata; 3) Le Statistiche sui Detenuti stranieri presenti in Itala pubblicate sul sito del Ministero della Giustizia. Emergono dati agghiaccianti. Sono le stesse Autorità a denunciare - a quanto pare - una colluvie mostruosa di inettitudini, ingiustizie, dilapidazioni, disordini, proliferazioni delle più colorite organizzazioni malavitose, violenze sessuali, omicidi, traffici di droga e di persone.
Altra questione, e concludo, è il Terzomondismo, ossia quel falso ideologico che pretende individuare nell'intero Occidente il colpevole del fallimento dell'intera economia africana. Cosa c'è da sapere?
Un tempo in vaste aree dell’Africa vivevano i missionari cattolici e non risultano agli atti fallimenti economici epocali o episodi di migrazioni di massa. Difatti i venerandi evangelizzatori edificavano, civilizzavano e lecitamente emancipavano le popolazioni indigene. Furono violentemente sostituiti dai famigerati “esportatori di democrazia” o neo-colonialisti (Inglesi, Francesi, ecc…), i quali reintrodussero finanche la schiavitù, finalmente usarono ed usano l’Africa (interi popoli e risorse naturali) come “banca” a costo zero. Oggi sono i medesimi portabandiera di questi predoni laicisti a rivendicare la necessità di aiutare sine die l’Africa poiché sarebbe stata derubata. Noi - popolo cristiano - non l’abbiamo affatto derubata, e lo stesso possiamo affermare dei venerandi missionari che ivi furono inviati dai Pontefici. Credo che, per amore di giustizia, debbano essere gli stessi “esportatori di democrazia” a cessare immediatamente le loro politiche di sfruttamento e schiavismo, ed a risarcire i popoli d’Africa. Debbano farlo con danari propri e debbano sinceramente (conoscono ancora il significato di questa parola?) investire sul territorio e su quelle popolazioni che hanno voluto privare della civilizzazione. Sebbene, è certo, non potranno mai risarcirli di ciò che più conta: li hanno coercitivamente privati della dottrina cristiana.
Carlo Di Pietro da Il Roma