Entriamo più nel dettaglio, onde rilevare che l’uomo non può affatto essere «oggetto di speculazione politica» ed «articolo di sfruttamento».
Nelle relazioni sociali tra lavoratori e datori di lavoro e per la discussione dei contratti di lavoro, «la pratica affermazione che l’uomo è soggetto e non oggetto delle relazioni sociali» legittima lo scopo essenziale di alcune organizzazioni, che tuttavia vanno dirette cristianamente. Papa Pio XII denuncia oppressioni e persecuzioni nella società, così contro i genitori che contro i lavoratori, quindi asserisce: «Là dove s’impongono ai genitori, contro le loro convinzioni e la loro volontà, gli educatori dei loro figli; o quando si fa dipendere l’accesso al lavoro o al luogo del lavoro dall’appartenenza a determinati partiti o ad organizzazioni che hanno origine dal mercato di lavoro. Tali discriminazioni sono sintomo di una inesatta idea della funzione propria delle organizzazioni sindacali e del loro fine proprio, la tutela cioè degl’interessi dell’operaio salariato nel seno della odierna società, divenuta sempre più anonima e collettivista. Qual è infatti lo scopo essenziale dei sindacati, se non la pratica affermazione che l’uomo è il soggetto, non l’oggetto delle relazioni sociali; se non il far scudo all’individuo di fronte alla irresponsabilità collettiva di anonimi proprietari; se non il rappresentare la persona del lavoratore dinanzi a chi è portato a considerarlo soltanto come forza produttiva con determinato prezzo? Come potrebbero quindi essi trovar normale che la difesa dei diritti personali del lavoratore sia sempre più nelle mani di una collettività anonima, che opera mediante gigantesche organizzazioni di natura monopolistica? Il lavoratore, leso così nei suoi diritti personali, dovrà provare come particolarmente penosa l’oppressione della sua libertà e della sua coscienza, preso com'è nelle ruote di una immane macchina sociale» (Radiomessaggio di Natale del 1952).
Nella realtà dell’economia di ogni nazione, Papa Pio XII invoca altresì lo stesso principio per difendere il diritto e la libertà degli uomini di organizzarsi come credono per «esigere che l’ordinamento sociale dell’economia, lungi dal portare il minimo attentato contro la loro libertà nella scelta dei mezzi a quello scopo, la garantisca e la protegga. Ciò vale al medesimo titolo, sia che si tratti di lavoro dipendente o indipendente, perchè riguardo al fine dell’economia sociale, ogni membro produttore è soggetto e non oggetto della vita economica» (Allocuzione del 7.3.1948).
Infine, ricorda il Guerry (Op. cit., pag. 77), nelle istituzioni giuridiche, se la scienza legale ha per oggetto il giusto e l’ingiusto, «il soggetto al quale tali norme di diritto sono destinate è l’uomo, la persona umana» (Pio XII, Discorso ai giureconsulti del 6.11.1949).
Per analogia, nei progetti di pianificazione e nelle leggi, «ogni piano o programma deve ispirarsi al principio che l’uomo come soggetto, custode e promotore dei valori umani (ossia cristiani, ndR) è al disopra delle cose e al disopra delle applicazioni del progresso tecnico» (Radiomessaggio di Natale del 1952). Come pure che: «occorre soprattutto preservare da una malsana “spersonalizzazione” le forme fondamentali dell’ordine sociale (…) ed utilizzarle per creare e sviluppare le relazioni umane. Se le forze sociali saranno dirette a questo scopo, non solo adempiranno una loro naturale funzione, ma arrecheranno un potente contributo al soddisfacimento delle presenti necessità, perchè ad esse spetta la missione di promuovere la piena solidarietà reciproca degli uomini e dei popoli».
Nella Mit brennender Sorge (14.3.1937), contro il Nazismo, Papa Pio XI insegna che «l’uomo, in quanto persona, possiede diritti che gli vengono da Dio e che debbono restare, nei confronti della collettività, al di fuori di qualsiasi attentato tendente a negarli, ad abolirli o a trascurarli».
La Chiesa difende i diritti dell’uomo iscritti nella natura umana; diritti che gli vengono da Dio, creatore di tale natura; difende questi diritti primitivi dell’uomo da qualsiasi attentato: «Per essa, quei diritti essenziali sono tanto inviolabili che, contro di essi, nessuna ragione di Stato, nessun pretesto di bene comune potrebbe prevalere. Essi sono protetti da una inviolabile barriera» (Allocuzione al Convegno di Studi Umanistici, 25.9.1949).
Papa Pio XII, nello stesso contesto, ricorda inoltre che «se si rispettasse questo principio, quante tragiche catastrofi e quanti minacciosi pericoli sarebbero contenuti! Da solo, esso basterebbe a rinnovare la fisionomia sociale e politica della terra». Dal prossimo articolo inizieremo ad approfondire alcuni dei diritti fondamentali della persona umana: «1°, il diritto a conservare ed a sviluppare la vita fisica, intellettuale e morale; 2°, il diritto ad una formazione e ad una educazione religiose; 3°, il diritto al culto divino, privato o pubblico, compresa l’azione caritativa; 4°, il diritto - come norma di principio - al matrimonio ed al conseguimento del suo fine; 5°, il diritto alla società coniugale e domestica; 6°, il diritto al lavoro come mezzo indispensabile al mantenimento della vita familiare; 7°, il diritto alla libera scelta di uno stato di vita e quindi anche allo stato sacerdotale o religioso; 8°, il diritto all’uso dei beni materiali nella coscienza dei propri doveri e dei limiti sociali» (dal Guerry, Op. cit., pag. 198, sintesi della nota 86; cf. Radiomessaggio di Pio XII del Natale 1942). Prosegue …
Carlo Di Pietro da Il Roma