Tempo di Pasqua è un periodo di sette settimane, che decorrono dalla festa di Pasqua alla festa di Pentecoste. La Chiesa in questo tempo è tutta in festa ed in letizia, perché celebra la gloria del divino suo sposo Gesù Cristo risuscitato dalla morte, entrato nel possesso del celeste Suo regno. Insieme la Chiesa è intenta a far comprendere ai fedeli e ad infondere nei loro cuori i preziosi frutti della redenzione operata da Gesù Cristo; lo spirito della nuova vita tutta spirituale e celeste che essi devono condurre in questa terra dopo essere risorti col Salvatore alla grazia e privi come sono della visibile presenza di Gesù. La Chiesa annuncia il grande, trionfale mistero della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo sin dal sabato santo, col cantico dell’Exsultet, con l’antifona Regina coeli, col Vangelo, col prefazio; quattro voci che armonizzano una voce poderosa, il grido sublime osannante a Gesù Salvatore risorto. Il Vangelo della domenica di Pasqua ci narra che «un angelo annunzia a Maria Maddalena, a Maria madre di Giacomo ed a Salome, che Gesù è risorto».
• Il Vangelo della prima domenica dopo Pasqua, che è detta in Albis, ci presenta Gesù Cristo risuscitato che annunzia a tutto il mondo, e fa gustare quei frutti preziosi dei Suoi misteri, cioè la pace, il cielo riconciliato con la terra, Dio con l’uomo e l’uomo con sé stesso; la fiducia di tutti gli uomini in Lui come Sovrano ed eterno Mediatore e Salvatore che conserva perciò e mostra nel glorioso Suo corpo le ferite dei chiodi e della lancia; la remissione dei peccati [del mondo, ndR] già da Lui espiati; la viva fede in Lui che si diffonde in tutti i popoli per renderli beati.
• Nella seconda domenica dopo Pasqua ci si manifestano altri frutti ammirabili: il buon pastore che è Gesù Cristo risorto si forma il mistico suo ovile, cioè la Chiesa e lo rende degno di Sé, salvando dalla morte, con la morte Sua, le pecorelle; manifestando l’elezione ch’Egli ha fatto di esse, riunendo le pecorelle disperse, cioè i popoli gentili, mostrando ed infondendo nelle stesse pecorelle il carattere particolare, tutto fede, tutto obbedienza, tutto amore, con cui esse devono vivere nel mistico ovile sotto il regime del sovrano Pastore.
• Nella terza domenica, mostra il mistico segreto, ossia lo spirito della vita dei veri cristiani, il quale è un frutto dei misteri di Gesù Cristo: non vedere più Gesù Cristo con gli occhi del corpo, ma tenere gli occhi della fede fissamente intenti a Lui: staccarsi dai piaceri, dai beni, dalle pompe del mondo, ed attristarsi e gemere e piangere, mentre esso si rallegra e ride; aprire il cuore solo che al gaudio spirituale che viene da Dio, ed all’eterno gaudio della celeste patria.
• Il Vangelo della quarta domenica dopo Pasqua ci mostra Gesù Cristo glorificato nel mondo con la missione dello Spirito Santo e con le operazioni stupende che lo Spirito Santo, venuto che sia, eseguirà nel mondo in generale, ed in ciascun uomo in particolare: con questa missione ed operazione si viene a conoscere la processione e la sovrana grandezza dello stesso Spirito Santo, il desiderio ardente che si deve avere della Sua venuta e la grande preparazione necessaria per ben riceverlo.
• Nella quinta domenica il Vangelo ci addita Gesù Cristo glorioso mediatore presso al Padre, che anima i Suoi discepoli a pregare in Suo nome, mostrando questa preghiera, come il gran mezzo di ogni consolazione temporale ed eterna. Nella festa dell’Ascensione c’insegna a vivere di fede, ed a innalzarci sempre più alle cose celesti insieme con Gesù Cristo, che ascende in cielo a prendere possesso della Sua gloria.
• Nella sesta domenica il Vangelo ci presenta Nostro Signore Gesù Cristo glorificato nel mondo con la testimonianza che lo Spirito Santo farà della Sua divinità e con la testimonianza che gli Apostoli e gli altri discepoli, animati dallo Spirito Santo, gli renderanno in faccia a tutto il mondo con la loro predicazione e con le loro sofferenze; ciò che, mentre da una parte c’insegna che senza lo Spirito Santo non si può conoscere bene Gesù Cristo, d’altra parte ci fa desiderare ardentemente ch’Egli venga a diffondersi nei nostri cuori.
• In corrispondenza col carattere della festa e del tempo di Pasqua sta il frutto spirituale che deve prodursi in noi, frutto che si riduce al risorgere spiritualmente con Nostro Signore Gesù Cristo. Ciò vuol dire che, siccome Gesù Cristo per mezzo della Sua risurrezione ha cominciato una vita nuova, immortale e celeste, così pure noi dobbiamo cominciare una nuova vita secondo lo spirito, rinunziando interamente e per sempre al peccato ed a tutto ciò che ci porta al peccato; amando Dio solo e tutto ciò che ci porta a Dio. Risorti con Gesù possiamo fin d’ora cantare l’Alleluia dei celesti: «Noi cantiamo quaggiù le lodi di Dio come un giorno le canteremo in cielo. Ma quaggiù le cantiamo trepidanti, in cielo le canteremo sicuri; quaggiù nell’esilio, lassù nella patria. Cantate, o fratelli, come cantano i viaggiatori, i pellegrini; cantate e camminate. Avanti sempre, progredendo nel bene. Fate progressi nella fede e nelle buone opere. Cantate e camminate» (sant’Agostino).
[Dal Prontuario del Predicatore, Houdry - Porra, Vol. IV, parte I, pag. 539 e seg., Imprimatur 1934].