San Giovanni, a grandi pennellate, ricorda e canta il mistero della Incarnazione. Per farci un’idea del beneficio immenso che fu per noi l’Incarnazione del Verbo, meditiamo questi 4 punti. 1.° Chi è Colui che si fece Uomo. 2.° Che cosa diventò facendosi Uomo. 3.° A chi si unì nell’incarnazione. 4.° Perché vi si unì? I. Chi è Colui che si fece Uomo? È il Verbo, il quale esiste in tutta l’eternità; è il Dio grande, forte, potente. «Il medico onnipotente, dice sant’Agostino, è disceso a guarire un grande infermo; umiliandosi fino a prendere carne mortale, egli è portato al letto del moribondo». II. Che cosa diventa questo gran Dio nell’Incarnazione? Diventa carne, si fa carne: Verbum caro factum est. «La carne ci aveva accecati, dice sant’Agostino, e la carne ci ha guariti». Ed in altro luogo: «L’anima era diventata carne, lasciandosi vincere dai carnali appetiti. Ora il Verbo si fece carne, e il medico dell’umanità ha preparato il rimedio per guarire, con la carne, i vizi della carne». N. S. Gesù Cristo lasciò i serafini, i cherubini e gli altri cori angelici, discese in questa valle di pianto e di miserie, e si unì a questa nostra carne abbietta e se l’è unita col più stretto legame che possa esservi, col legame cioè dell’unione personale. Che cosa direste voi di un tale che, incontrando un agnello che si conduce al macello, ne sentisse tanta compassione da sostituirsi all’animale, o piuttosto volesse trasformarsi in agnello per salvarlo? Non si direbbe stolto tanto amore per un animale? Orbene infinitamente più grande è stato l’amore di Gesù Cristo per noi, quando si fece uomo per morire invece dell’uomo, perché Dio è infinitamente superiore sia a noi che noi all’animale. III. A chi si unì Gesù Cristo incarnandosi? [...] Egli è nato corporalmente nella carne, per nascere spiritualmente nell’anima nostra. IV. Perché il Verbo si è incarnato? Per salvare l’uomo dal peccato, dalla morte, dall’inferno, e dalle miserie dell’anima e del corpo, col renderle meritorie. Poiché niente altro ebbe per sé il Verbo se non l’annientamento, la povertà, le privazioni, gli obbrobri, i patimenti, la morte, la croce; e tutto ciò per liberare noi da ogni male e colmarci da ogni bene. Il Verbo si è fatto carne per fare degli uomini altrettanti figli di Dio, eredi del cielo. Grande beneficio quindi per noi l’incarnazione. Qui Iddio non fa piovere la manna, ma aprendo tutti i cieli, tutti i tesori della sua divinità e tutte le viscere della sua misericordia, si slancia sulla terra portando con sé tutti i suoi favori e tutte le sue grazie. L’Incarnazione del Verbo è il fine, l’ornamento, la forma, il compimento della creazione degli angeli, degli uomini, dell’universo. Perché si è incarnato Gesù Cristo? Gesù Cristo, risponde il Crisologo, è venuto a caricarsi delle nostre infermità e parteciparci le sue virtù, a cercare le cose umane e dispensare le divine; a ricevere ingiurie e distribuire onori; a soffrire noie e mali per portare gioie e guarigioni. [...] Sant’Agostino fa questa antitesi: «Il Dio grande è venuto all’uomo bambino, il Salvatore al naufrago, il vivo al morto. Perché noi siamo piccoli, egli si è fatto piccolo: perché noi siamo mortalmente infermi, egli si è prima avvicinato a noi, poi è morto per restituirci la vita». E san Gregorio: «Gesù Cristo nacque carne, affinché noi nascessimo secondo lo spirito; nacque nel tempo, affinché noi nascessimo nell’eternità; nacque in una stalla, affinché noi nascessimo nel cielo».
Prontuario del Predicatore
Omelia di Natale: Et Verbum caro factum est
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