• Disse il padre Isaia di Scete: «Niente giova al novizio più del disprezzo. Il novizio che è disprezzato e lo sopporta, è come una pianta che viene innaffiata ogni giorno» (180d-181a). • Disse ancora, di coloro che iniziano bene la vita monastica e si sottomettono ai santi padri: «Come accade alla porpora: la prima tintura non si scolora. E come i rami teneri si innestano e si piegano facilmente, così avviene dei novizi che vivono nella sottomissione».
• Disse anche che un novizio che cambi da monastero a monastero, somiglia a una bestia trascinata qua e là alla cavezza.
• Raccontò ancora: «Il presbitero di Pelusio, un giorno che si fece un banchetto fraterno e che i fratelli mangiavano e parlavano insieme nell’adunanza, li rimproverò dicendo: - State zitti, fratelli. Ho visto un fratello che mangia con voi e beve tanti bicchieri quanti voi, e la sua preghiera sale al cospetto di Dio come fuoco» (181 ab).
• Raccontavano che un giorno il padre Isaia, preso il suo bastone, andò nel granaio e disse al proprietario del terreno: «Dammi del grano». «Hai tu mietuto, padre?», gli dice l’altro. «No». «Come puoi dunque pretendere del grano se non hai mietuto?». E l’anziano a lui: «Chi non ha mietuto non riceve dunque nulla?». «No», dice il proprietario. E così l’anziano se ne andò. I fratelli, che avevano assistito all’episodio, si inchinarono davanti a lui e gli chiesero perché avesse fatto questo. Dice loro l’anziano: «Ho fatto questo per dare un esempio che chi non lavora non riceve da Dio alcun salario» (181bc).
• Lo stesso padre Isaia chiamò uno dei fratelli e gli lavò i piedi; quindi gettò nella pentola una manciata di lenticchie. Appena cominciarono a bollire, le tolse dal fuoco. Ma il fratello gli disse: «Non sono ancora cotte, padre!». «Non ti basta di aver semplicemente visto il fuoco? - gli disse l’anziano. Questa è già una grande consolazione» (Per chi era avvezzo a grandi penitenze, è già una consolazione ed un sollievo mangiare delle lenticchie non cotte, ma riscaldate al fuoco.
• Egli diceva: «Dio vuole usare misericordia a un’anima, ma essa non tollera le redini e le rifiuta per seguire invece la propria volontà. Egli lascia che soffra ciò che non vorrebbe, perché così impari a cercarlo».
• Soleva anche dire: «Se qualcuno vuole rendere male per male, può ferire la coscienza del fratello anche con un solo cenno» (181cd).
• Gli fu chiesto: «Che cos’è l’amore del denaro?». Rispose: «È il non credere che Dio si prenderà cura di te, il disperare delle sue promesse, e il volere farti grande» (181d-184a).
• Gli chiesero anche: «Che cos’è la maldicenza?». Rispose: «Misconoscere la gloria di Dio e invidiare il prossimo».
• Gli chiesero pure: «Che cos’è l’ira?». Rispose: «Litigiosità, menzogna e ignoranza». Tratto da Vita e detti dei Padri del deserto, edizione Città Nuova, 1999.