Carducci. - Spesso è indicato come uno degli autorevoli negatori di Dio: pure anch’egli rese omaggio a Dio con parole ben eloquenti. In un discorso tenuto a San Marino (30 sett. 1894) diceva: «In repubblica buona è ancor lecito non vergognarsi di Dio; anzi da. Lui, Ottimo, Massimo, si conviene prendere i cominciamenti e gli auspici, come non pure i nostri maggiori dei Comuni, ma usavano gli antichi nostri di Roma la grande e di Grecia la bella..., né oltracotanza di scopi sequestrerà Dio dalla storia. Dio, la più alta visione a cui si levino i popoli nella forza di lor gioventù; Dio, sole delle menti sublimi e dei cuori ardenti... Guido Cavalcanti va cercando se Dio non sia, ma tra le arche dei morti; mentre Dante Alighieri ai morti ed ai viventi e ai non nati annunzia che Dio è e trionfa, lo annunzia col più alto dei canti umani, che solca con un fiume di luce la barbarie e la rompe... Ove e quando ferma e serena rifulge l’idea divina, ivi e allora le città sorgono e fioriscono; ove e quando ella vacilla e si oscura, ivi e allora le città scadono e si guastano». Ciò che Carducci, con tanta eloquenza, dice delle città (e dei regni) si deve ugualmente ripetere dei popoli e degli uomini singoli. II. - CHI E DIO. - 1. - Alla conoscenza di Dio arriviamo ugualmente come alla conoscenza della sua esistenza, col lume della ragione e con quello della fede. Però la fede ci fa conoscere cose a cui la sola ragione non arriva. Osservando quest’universo così bello, grande, magnifico, opera della sua sapienza, della sua potenza, pensiamo subito Dio immensamente più bello, più grande di tutte queste cose. Col lume della fede, poi, conosciamo il suo essere intimo, la Trinità delle Persone nell’Unità della natura. Il Catechismo ci espone in varie domande e risposte tutto ciò che possiamo sapere intorno a Dio. 2. - In prima, però, esso ci dice in breve chi è Dio, e cioè ch’Egli è l’Essere perfettissimo. Qui è necessario che intendiamo il significato della parola essere. Essere qui non è l’infinito di un verbo, è invece nome sostantivo e significa qualunque cosa che esiste. La terra è un essere; il sole, la luna, le stelle, una persona, ogni pianta, ogni fiore, ogni erba sono un essere. Un uomo o una cosa che esiste, è un essere. Dio pure è un Essere, ma non è un essere qualunque; è l’Essere assoluto, reale, sussistente da cui tutti gli altri ripetono la propria sussistenza. Da questo appare quanto siano assurdi i due opposti errori di miscredenti i quali non potendo totalmente ignorare e negare Dio, ne ammettono il nome ma in tali condizioni che non è più Dio: sono i Panteisti e gli Idealisti, a) I primi dicono che tutto è Dio; Dio e il mondo e gli uomini e le cose non sono distinti tra di loro; sono Dio, è Dio che in esse cose e persone in qualche modo si evolve, e quindi per essi tutto è Dio, e Dio è il tutto. - b) Gli altri negano che Dio sia un essere reale, sussistente; dicono che è una semplice creazione della nostra mente, una nostra idea; e quindi non è stato Dio a creare noi, siamo noi i creatori di Dio, noi che lo facciamo esistere nella nostra mente (Di questi errori non deve parlare se non il Catechista che ne ha la scienza e la capacità, e ad alunni che ne abbiano bisogno). Ecco a che cosa si riducono i grandi filosofi che temono Dio e lo negano pur avendo l’apparenza di ammetterlo. 3. - Il Catechismo ci dice che Dio non è un Essere qualunque, ma l’Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra. Che cosa vogliano dire queste parole, il Catechismo ce lo spiega nelle seguenti risposte. Pratica. - Dio è l’Essere da cui vengono tutti gli altri, e anche noi! Rispettatelo dunque nella vostra mente coltivando un santo timore di Lui, e non fate come certi fanciulli che temono di tutto ma non di Dio, solo perché non lo vedono. Rispettatelo nel vostro cuore, nell’animo vostro amandolo sinceramente; rispettatelo colle opere compiendole per amore di Lui, non facendo mai nulla che gli possa dar dispiacere! Quanto sarà contento di voi Iddio se vi comporterete con questi sentimenti e quanto vi amerà e vi benedirà! ESEMPI. - Chi è Dio? - è la domanda più difficile; è facile dire ciò che Dio non è, dire che non è le cose materiali che vediamo, né le imperfezioni che esse hanno; non è Dio la terra, l’aria, il sole, il vento, gli astri. Ma chi può dire ciò che è Dio? Simonide. - Ai tempi di Gerone re di Siracusa, circa 300 anni prima di Cristo, viveva in detta città un celebre filosofo, chiamato Simonide. Un giorno il re gli domandò chi fosse Dio. Simonide chiese un giorno di tempo per rispondere ; poi due, e poi tre. Infine disse al re: «Non so dirti chi è Dio; più ci penso e più egli mi appare grande e meno trovo parole per esprimere ciò che la mia mente, appena intravede!». Il re si mostrò meravigliato che Simonide non riuscisse a dirgli in modo chiaro chi fosse Dio; ma egli non pensava che Dio è cotanto grande, mentre la mente umana, anche quella di un grande filosofo, è sempre piccola. Può forse il mare essere racchiuso in un vaso? e può, quindi, Dio essere capito dalla nostra piccola testa? - E come può la parola umana esprimere chi è Dio che è infinito? Sono Colui che sono. - Dio apparve un giorno a Mosè per affidargli l’incarico di liberare il popolo ebreo dalla schiavitù di Egitto; e gli parlò di mezzo a un roveto ardente. Mosè gli domandò chi fosse, qual nome avesse, per rispondere agli Israeliti che ne lo avessero richiesto. Il Signore gli rispose: «Io sono Quegli che sono: così dirai ai figliuoli d’Israele: Colui che è mi ha mandato a voi» (Esodo, III). Dio stesso dunque ci dice di essere Quegli che è, Colui che è, appunto perché Egli solo non deve a nessuno la Sua esistenza, Egli solo è a sé e per sé, mentre tutte le altre cose sono debitrici a Dio della propria esistenza. - Ed è quello che in un’apparizione disse a santa Caterina da Siena: «Io sono Colui che è; tu sei quella che non è», poiché sei unicamente perché io ti ho creata e ti conservo.
Chi è Dio? (Parte 4). Dal Nuovo manuale del Catechista, mons. G. Perardi, L.I.C.E., Torino, 1939. SS n° 5, p. 6 - 7