Rimedi contro l’accidia - A San Paolo che stava sbalordito davanti ad Anania per quel ch’eragli succeduto, quegli disse: «E ora che cosa aspetti? Lèvati su» - Et nunc, quid moraris? Exurge (Act. XXII,16); così si deve dire all’accidioso: lèvati dal miserabile stato in cui giaci, scuoti l’inerzia, cangia vita... Il vero rimedio contro l’accidia sta nell’amor di Dio, perché la carità, al dir di san Gregorio, somministra della forza - Vires charitas subministrat. «Non sottrarti al lavoro, se non ami perdere la corona», scrive sant’Efrem - Ne fugias laborem, ut non perdas coronam; perché, appunto perché lavorassimo, Dio ci ha dato e mani e forze... Il tempo presente è il tempo del lavoro, l’avvenire o l’eternità sarà quello della ricompensa e del riposo. Sant’Antonio udì una voce gridargli: Antonio, vuoi tu essere l’occhio di Dio? Prega; e quando il pregare ti sia impedito, esercitati sempre in qualche cosa colle tue mani - Ora, et dum orare non poteris, manibus labora et semper aliquid facito. Tra l’acqua che ristagna e quella che corre, qual è la migliore? chiede san Giovanni Crisostomo; e il ferro vale meglio adoprandolo o lasciandolo inoperoso? - San Girolamo assegnava per regola a Rustico di fare sempre qualche cosa, affinché il Demonio lo trovasse sempre occupato - Facito aliquid operis, ut te semper diabolus occupatum inveniat: perché l’ozioso è preda dei cattivi desideri. Il che riconosceva anche Ovidio, il quale lasciò scritto: Col tenervi lungi dall’ozio voi spezzate l’arco di Cupido - Otia si tollas, periere Cupidinis arcus. «Un lavoro assiduo viene a capo d’ogni più difficile impresa», dice Virgilio - Labor improbus omnia vincit. Lavorare è proprio dei re, soleva dir Alessandro Magno - Regium est laborare. Sant’Ambrogio poi attesta di se medesimo che «non era mai meno solo che quando pareva esserlo; e non era mai meno ozioso che quando riposava» - Nunquam minus sum solus, quam cum solus esse videor; nec minus otiosus, quam cum otiosus. Deh! lavorate nella gioventù, affinché abbiate di che vivere nella vecchiaia; accumulatevi dei meriti su la terra, acciocché vi procurino la beatitudine celeste... Non potrete meditare mai quanto basta queste parole di san Francesco d’Assisi: «Per un po’ di lavoro, una gloria immensa; per un piacere momentaneo, una pena eterna» - Modicus labor, gloria immensa; modica voluptas, poena aeterna. Abbiate a mente, conchiude Sant’Isidoro, che il lavoro uccide la libidine - Cecidit libido operibus.
L’Accidia, parte 7. Da I tesori di Cornelio ALapide, Commentari dell’ab. Barbier. SS n° 12, p. 8