Ermeneutica = interpretare: è l’arte di interpretare i testi, e, in specie, i testi sacri della Bibbia. L’ermeneutica sta all’esegesi come la logica sta alla filosofia, in quanto l’arte ermeneutica stabilisce le leggi che la scienza esegetica applica per trovare il vero senso dei testi, come la logica stabilisce le leggi del retto ragionare. Le regole in uso per l’interpretazione di testi profani antichi non sono del tutto adeguate ai testi biblici che presentano particolari difficoltà inerenti alla loro origine divina ed al loro aspetto religioso-dommatico, per cui essi sono fonte di rivelazione; il loro aspetto umano li sottopone alle comuni regole di interpretazione, ma la loro natura di testi ispirati esige un complesso di norme particolari (v. Ispirazione). Tre sono i compiti dell’ermeneutica: 1) ricercare che cosa sia e di quante specie possa essere il senso biblico, cioè la verità che Dio, autore principale della Bibbia, intende esprimere per mezzo delle parole scritte dall’agiografo, autore secondario ; 2) stabilire i princìpi che regolano l’interpretazione della Bibbia; 3) studiare il modo più opportuno per proporre, secondo le varie esigenze dei lettori, il senso vero dei testi. Ognuna di queste parti ha un nome proprio: 1) noematica, da senso; 2) euristica, da trovo; 3) proforistica, da propongo. I recenti documenti ecclesiastici in materia biblica, e specialmente le encicliche «Divino afflante Spiritu» (30 settembre 1943) e «Humani generis» (12 agosto 1950) di Papa Pio XII, hanno adeguato l’ermeneutica sacra al progresso delle scienze profane tutelando la perfetta armonia fra i diritti della ragione ed i diritti della fede.