Scisma = separazione, divisione: è il delitto di chi si separa dalla Chiesa Cattolica per far setta particolare sotto pretesto che quella erri o approvi disordini ed abusi. Lo scisma si distingue formalmente dall’eresia perché questa spezza il vincolo dogmatico professando l’errore, quello invece rompe il vincolo sociale ricusando obbedienza ai legittimi Pastori. Lo scisma però a lungo andare cade fatalmente nell’eresia perché viene a negare l’autorità e l’infallibilità della Chiesa. In ogni tempo si ebbero nel Cristianesimo spiriti leggeri e superbi che si ribellarono alle legittime autorità rendendosi autonomi. I principali scismi che la storia registra furono quelli dei Novaziani nel secolo III e dei Donatisti nel secolo IV e V. Ma quello più doloroso, iniziato da Fozio (sec. IX) e consumato da Michele Cerulario (sec. XI), che tiene lontano dal seno della vera Chiesa tante cristianità un tempo insigni per un gran numero di Santi e di Dottori, è lo scisma greco-russo [o dei sedicenti Ortodossi, ndR]. Gli scismatici sono membra avulse dal corpo della Chiesa, quasi rami inariditi. Se sono in cattiva fede, non si possono salvare perché, come diceva sant’Agostino, «foris ab Ecclesia constitutus et separatus a compage unitatis et vinculo caritatis, aeterno supplicio punieris, etiamsi prò Christi nomine vivus incendiaris» (Ep. 173 ad Donatum). [Dice sant’Agostino a Donato: «Tu inoltre, essendo fuori della Chiesa, separato dall’unità del Corpo mistico e dall’intimo vincolo della carità, saresti punito col castigo eterno anche se ti facessi bruciare vivo per la religione cristiana», ndR].