Ecumenismo significa etimologicamente tendenza a fare di tutto il mondo una famiglia. In senso religioso questo termine (che anticamente serviva ad indicare il carattere universale della Chiesa o di un Concilio) acquista un significato particolare in seno al Protestantesimo. Dato il processo disgregativo che accompagna la Riforma luterana fin dell’inizio, i Protestanti avvertono il disagio della loro situazione di fronte alla parola di Cristo sull’unità della Sua Chiesa, e sotto la pressione di tale disagio, in questi ultimi tempi, hanno tentato un’intesa almeno fondamentale tra le innumerevoli sette derivate dalla teoria del libero esame. [...] L’Ecumenismo, [che è] protestante, è fondato sul principio dell’uguaglianza di tutte le Chiese o confessioni cristiane, non esclusa la Chiesa Cattolica, che sarebbero esperienze varie di una sola fede e vie diverse per arrivare a una sola Chiesa ecumenica proiettata verso la fine dei tempi. Tale concezione è in aperto contrasto col pensiero di Gesù Cristo, che ha fondato la Sua Chiesa unica sulla roccia che è Pietro vivente nei Romani Pontefici suoi successori. Le confessioni protestanti e scismatiche sono frammenti staccati dalla vera e unica Chiesa che è la Cattolica, in cui è in atto l’unità di fede e di regime voluta da Cristo. L’Ecumenismo ha sedotto recentemente [Stiamo citando il Dizionario di Teologia dommatica, Piolanti - Parente - Garofalo, Studium Roma, 1952, pag. 110, ndR] alcuni cattolici determinando un movimento irenico verso l’unione senza le debite cautele per l’integrità della fede e della costituzione gerarchica e giuridica della Chiesa. A frenare e disciplinare tale pericolosa tendenza il Sant’Uffizio ha emanato una Istruzione «De Motione œcumenica» (20 dicembre 1949), che pur incoraggiando le buone iniziative per il ritorno dei dissidenti all’unico ovile di Cristo, stabilisce norme precise sul metodo e sui limiti di siffatte iniziative, richiamando la dottrina dei Romani Pontefici».