Del gran mezzo della preghiera, sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Napoli, varie ed., 1759 - 1776. Della confidenza colla quale dobbiamo pregare, parte 1. L’Avvertimento più principale, che ci fa l’Apostolo san Giacomo se vogliamo colla Preghiera ottenere da Dio le grazie, è che preghiamo con confidenza sicura d’esser esauditi se preghiamo, come si deve, senza esitare: Postulet autem in fide nihil haesitans (Jac. 1, 6). Insegna san Tommaso, che l’Orazione, siccome prende la forza di meritare dalla carità, così all’incontro ha l’efficacia d’impetrare dalla fede, e dalla confidenza: Oratio habet vim merendi a caritate, efficaciam vero impetrandi a fide et fiduciaa. Lo stesso insegna san Bernardo, dicendo che la sola nostra confidenza è quella, che ci ottiene le Divine misericordie: Sola spes apud Te, Domine, miserationis obtinet locum. Troppo si compiace il Signore della nostra confidenza nella Sua Misericordia, perché allora noi veniamo ad onorare ed esaltare quella Sua infinita Bontà, ch’Egli col crearci ha inteso di manifestare al Mondo. Si rallegrino pure, o mio Dio (diceva il Profeta Regale), tutti quelli che sperano in Voi, poich’essi saranno eternamente beati, e Voi sempre in essi abiterete: Laetentur omnes qui sperant in te, in aeternum exultabunt, et habitabis in eis (Ps. 5. 12). Iddio protegge, e salva tutti coloro che in Lui confidano. Protector est omnium sperantium in se (Ps. 17. 3r.). Qui salvos facis sperantes in te (Ps. 16. 7). Oh le gran promesse, che sono state fatte nelle Divine Scritture a coloro che sperano in Dio! Chi spera in Dio, non cadrà in peccato. Non delinquent omnes qui sperant in eo (Ps. 33. 23). Sì, perché (dice Davide) il Signore tiene gli occhi rivolti a tutti coloro, che confidano nella sua Bontà, per liberarli col Suo aiuto dalla morte del peccato: Ecce oculi Domini super metuentes eum, et in eis qui sperant super misericordia ejus, ut eruat a morte animas eorum (Ps. 32. 18 et 19). Ed in altro luogo dice il medesimo Dio: Quoniam in me speravit, liberabo eum, protegam eum... eripiam eum, et glorificabo eum (Psalm. 90. 14-15). Si noti la parola quoniam; perché costui ha confidato in Me, Io lo proteggerò, lo libererò dai suoi Nemici, e dal pericolo di cadere; e finalmente gli darò la Gloria eterna. Parlando Isaia di coloro, che ripongono la loro speranza in Dio, dice: Qui autem sperant in Deo, mutabunt fortitudinem, assument pennas sicut aquilae; current et non laborabunt, ambulabunt et non deficient (Isa. 40. 31). Questi lasceranno d’esser deboli come sono, ed acquisteranno in Dio una gran fortezza; non mancheranno, anzi neppure proveranno fatica nel camminare la via della salute, ma correranno e voleranno come aquile. In silentio, et in spe erit fortitudo vestra (Isa. 30. 15). Tutta insomma la nostra fortezza, ci avvisa lo stesso Profeta, consiste nel mettere tutta la nostra confidenza in Dio, e nel tacere, cioè nel riposare nelle braccia della Sua Misericordia, senza fidare alle nostre industrie, ed ai mezzi umani. E dove mai s’è dato il caso, che alcuno abbia confidato in Dio, e si sia perduto? Nullus speravit in Domino, et confusus est (Eccli. 2. 11). Questa confidenza era quella, che teneva sicuro Davide di non aversi mai a perdere. In te Domine speravi? non confundar in aeternum (Psalm. 30. 1). E che forse, dice sant’Agostino, Iddio può essere ingannatore, mentr’Egli si offre a sostenerci nei pericoli, se a Lui ci appoggiamo, e poi vorrà da noi sottrarsi, quando ad Esso ricorriamo? Non est illusor Deus, ut ad supportandum se offerat, et nobis innitentibus ei se subtrahatc. Davide chiama beato chi confida nel Signore: Beatus homo, qui sperat in te (Psal. 83. 13). E perché? perché, dice lo stesso Profeta, chi confida in Dio, si troverà sempre circondato dalla Divina Misericordia: Sperantem autem in Domino misericordia circumdabit.
Del gran mezzo della Preghiera
Del gran mezzo della preghiera. Della confidenza colla quale dobbiamo pregare, parte 1
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