Amen, amen dico vobis, si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis (Jo. 16. 23). E promessa dunque di Gesù Cristo, che quanto in nome Suo domanderemo al Padre, tutto il Padre ci concederà; ma sempre s’intende, quando domanderemo colle dovute condizioni. Molti (dice S. Giacomo) cercano, e non ottengono perché malamente cercano: Petitis, et non accipitis, eo quod male petatis (Jac. 4). Onde S. Basilio seguendo il detto dell’Apostolo dice: Ideo quandoque petis, et non accipis, quia perperam postulasti, vel infideliter, vel leviter, vel non conferentia tibi, vel destitistia. Infideliter, cioè con poca fede, o sia poca confidenza; leviter, con poco desiderio di aver la grazia. Non conferentia tibi, cercando beni non giovevoli alla salute. Vel destitisti, senza perseveranza. Pertanto S. Tommaso riduce a quattro le condizioni richieste nella Preghiera, acciocch’ella ottenga il suo effetto: cioè che l’Uomo domandi Pro se, necessaria ad salutem, pie, et perseveranter. La prima condizione dunque della Preghiera è, che si faccia pro se; poiché l’Angelico tiene che un Uomo non può impetrare agli altri ex condigno la vita eterna, e per conseguenza neppure quelle grazie, che s’appartengono alla loro salute: mentre la promessa (come dice) sta fatta non per gli altri, ma solamente a coloro che pregano: Dabit vobis. Ma ciò non ostante, vi sono molti Dottori che tengono l’opposto, appoggiati sull’autorità di S. Basilio, il quale insegna, che l’Orazione in virtù della Divina promessa ha infallibilmente il suo effetto, anche per gli altri per cui si prega, purché gli altri non vi mettano positivo impedimento. E si fondano sulle Scritture: Et orate pro invicem, ut salvemini; multum enim valet oratio justi assidua (Jac. 5. 16). Orate pro persequentibus, et calumniantibus vos (Matth. 5. 44). È meglio sul testo di S. Giovanni: Qui scit fratrem suum peccare peccatum non ad mortem, petat, et dabitur ei vita peccanti non ad mortem (1 Io. 5. 16). Spiegano, quel Peccanti non ad mortem, S. Agostino, ed altri, purché quel peccatore non sia tale, che intenda di vivere ostinato sino alla morte, poiché per costui si richiederebbe una grazia molto straordinaria. Del resto per gli altri peccatori, non rei di tanta malizia, l’Apostolo promette a chi per essi prega, la loro conversione: Petat, et dabitur ei vita peccanti. Per altro non si mette in dubbio, che le Orazioni degli altri molto giovano a’ peccatori, e sono molto gradite a Dio; e Dio si lamenta de’ Servi suoi, che non gli raccomandano i peccatori, come se ne lamentò con S. Maria Maddalena de’ Pazzi; onde le disse un giorno: Vedi Figlia mia, come i Cristiani stanno nelle mani del demonio; se i miei Eletti colle loro Orazioni non gli liberassero, resterebbero divorati. Ma specialmente ciò lo desidera il Signore da’ Sacerdoti, e da’ Religiosi. Diceva la suddetta Santa alle sue Monache: Sorelle, Iddio non ci ha separate dal Mondo, perché facciamo bene solo per noi ma ancora perché noi lo plachiamo a favore de’ peccatori. E lo stesso Signore un giorno disse alla medesima: Io ho dato a voi elette Spose la Città di rifugio (cioè la Passione di Gesù Cristo), acciocché abbiate dove ricorrere per aiutare le mie Creature; perciò ricorrete ad essa, ed ivi porgete aiuto alle mie Creature, che periscono e mettete la vita per esse. ...
Del gran mezzo della Preghiera
Del gran mezzo della preghiera. Delle condizioni della preghiera, parte 1
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