Fortes in Fide, don A. Bussinello, S.A.T., Vicenza, 1922. «Credo nello Spirito Santo». L’Ispiratore. Vi ho detto domenica scorsa, o giovani, che lo Spirito Santo scende in ogni anima cristiana con le sue grazie, coi suoi doni, coi suoi carismi. Ognuno di noi ha sentito tante volte nel proprio cuore quei rimproveri, quei rimorsi, quegli impulsi, quei movimenti interni dello Spirito Santo che si dicono ispirazioni. Vediamone qualche cosa. Grazie ordinarie e straordinarie. Il Signore vuole che tutti ci salviamo e per tutti ha preparato il Paradiso... vedete quanto aspetta, quanto sopporta, quanto pazienta! A tutti Egli dà le sue grazie ordinarie per condurci a quella eterna felicità, vuole però che queste sue grazie vengano da noi corrisposte. Con qualcuno giunge fino ai miracoli per salvarlo, e noi vediamo nella storia un san Paolo, buttato da cavallo sulla strada di Damasco e cambiato da persecutore in Apostolo da Gesù stesso che gli apparve dicendogli: «io sono quel Gesù che tu perseguiti» (Gli Atti degli Apostoli, XXVI, 15). Noi vediamo attraverso i secoli le strepitose conversioni di sant’Agostino per le preghiere di sua madre, santa Monica, di sant’Ignazio di Lojola per una pagina di un buon libro, di san Francesco Borgia per la vista di un cadavere e così sempre fino ai nostri giorni. Anche oggi, grazie a Dio, abbiamo molte conversioni di grandi ed illustri uomini di tutte le nazioni, per ispirazioni straordinarie dello Spirito Santo. Ma non a tutti Iddio concede tali grazie, anzi son pochi i privilegiati, e ciò per i suoi fini altissimi; a tutti però dà le sue grazie ordinarie, bastanti, se seguite, per condurci a salute. Ben inteso che il Signore non è obbligato a darci né le une, né le altre: è tutta bontà sua se le dà, è tutta bontà di quello Spirito divino, che, anche rigettato da tanti ingrati, torna spesso alla carica per ritrarci dal male, per condurci a salvezza. Anche noi. E ne abbiamo avute tante anche noi, o giovani, di queste ispirazioni dello Spirito Santo. Fu ispirazione di Dio quel rossore, quella vergogna che ci sottrassse dalla colpa; fu ispirazione di Dio quel rimorso che ci pungeva dopo commesso il peccato: fu ispirazione di Dio quell’ammonimento della mamma, quella parola del Sacerdote, quel discorsetto del vostro direttore dell’Oratorio che pareva fatto proprio per voi in particolare, quel consiglio a lasciare un compagno sboccato e scandaloso, quel suggerimento a non dire certe parole, a non fare certi atti, quella spinta ad accostarvi con frequenza alla Confessione ad alla Comunione. Questa stessa istruzione, o giovani, non è un’ispirazione di Dio che ci rammmenta un dovere: la corrispondenza alle sue grazie? Pensiamoci bene! Quante ispirazioni che forse non abbiamo mai curaro, quante che non abbiamo seguito, quante anzi a cui ci siamo temerariamente opposti, che abbiamo rigettato da noi, chiudendo così la porta del nostro cuore allo Spirito Santo che voleva farci del bene! Se noi ascoltiamo e seguiamo un’ispirazione, lo Spirito Santo ne fa eseguire altre ed altre ancora finché ci vede salvi; ma se noi le disprezziamo, potrebbe ritirarsi da noi, come si ritira da tanti, e lasciarci in balìa di noi stessi, finche giungiamo alla perdizione. Estrema importanza. È dunque importante seguire queste ispirazioni, alle quali fino ad ora non abbiamo forse pensato? Sì, è tanto importante quanto è importante salvarci. Ve lo provo con due fatti. Un giorno Gesù vide un giovane pescatore, Giovanni, che con altri rattoppava le reti sulla spiaggia del lago e lo chiamò al suo apostolato. Giovanni lasciò tutto, lo seguì e divenne l’Apostolo prediletto (S. Matteo, IV, 21, 22). Fu un’ispirazione ascoltata. Un altro giorno si presentò al Redentore divino un giovane buono che aveva sempre osservati i Comandamenti della legge di Dio e gli chiese Maestro, che debbo fare per salvarmi? E Gesù gli rispose: se vuoi essere perfetto, va, vendi tutto quello che hai e danne il prezzo ai poveri, così ti acquisterai un tesoro nel Regno dei Cieli, poi vieni e seguimi. Ma il giovane, che era ricco, senza neppur dire una parola, se ne andò (Idem, XIX, 16-22), e non si fece più vedere. Ci dicono molti interpreti che questo giovane non si sia salvato. Fu un ispirazione disprezzata. Nell’uno o nell’altro di questi due giovani siamo rispecchiati anche noi: in Giovanni Apostolo se seguiamo le ispirazioni dello Spirito Santo, nell’altro giovane se non le curiamo, peggio poi se le disprezziamo. Esempio: il capocomico. Sentite, o giovani, fin dove giunse un’ispirazione dello Spirito Santo, che, ascoltata e seguita, riuscì a convertire sulla scena del teatro un commediante dei più celebri, ma anche dei più scandalosi, e farne un martire della fede ed un santo in Cielo. Colgo il fatto dal Martirologio romano sotto il giorno 25 agosto. Il teatro di Roma quella sera era affollato di gente, ed assisteva allo spettacolo anche l’imperatore Diocleziano. Il capo-comico era un certo Genesio, uno dei più famosi artisti di quel tempo, e uno dei più arrabbiati disprezzatori della Religione cristiana, che derideva tanto spesso sulla scena. Quella sera doveva mettere in ridicolo il Battesimo e tutto era pronto per l’indegna parodia Quando nel momento in cui l’attore doveva venir battezzato per disprezzo, tocco dalla grazia dello Spirito Santo, chiese il Battesimo davvero, e ancor là sul palco si proclamò cristiano, protestandosi pronto a versare anche il sangue per la fede. Dapprima tutti la ritenevano una burla, una trovata di quello spirito inesauribilmente ridicolo, ma poi vedendolo risoluto e sprezzante anche della morte, cominciarono gli insulti e le minacce. L’imperatore, livido di rabbia, vedendo lo spettacolo di scherno cambiato in una professione di fede, fece legare Genesio e lo sottopose ad una spietata carneficina. Ma l’attore, senza lamenti, ripeteva: non conosco altro re che Gesù Cristo, e se anche mi uccideste mille volte, non potrete mai strapparmelo né dalla bocca, né dal cuore! Gli vennero allora lacerate le carni con unghioni di ferro, venne tormentato col fuoco, e finalmente, trovandolo irremovibile, gli venne tagliata la testa. Così la sua anima purificata dal Battesimo e santificata dal martirio, saliva al Cielo a lodare per sempre lo Spirito Santo che gli aveva mandato quell’ispirazione celeste. Pratica. Giovani, esaminiamoci se abbiamo seguito anche noi le ispirazioni dello Spirito Santo, e se non l’abbiamo fatto finora, facciamolo in avvenire! Un’ispirazione seguita può portarci al Cielo, un’ispirazione disprezzata può portarci all’inferno: ricordiamolo!
De Fortes in Fide
Il Credo all’oratorio. «Credo nello Spirito Santo». L’Ispiratore
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