Fortes in Fide, don A. Bussinello, S.A.T., Vicenza, 1922. «Credo nello Spirito Santo». Lo Spirito Santo. «Ottavo: credo nello Spirito Santo». Già voi sapete, o giovani, chi è lo Spirito Santo: ne abbiamo parlato un poco nel primo articolo del Credo. Abbiamo visto che lo Spirito Santo è la terza Persona della SS. Trinità, che è Dio come il Padre e come il Figlio, che da loro procede ed è ad Essi uguale in ogni cosa; ora però, senza ripetere il già detto, parleremo più diffusamente di questa terza Persona della SS. Trinità e lo faremo in diverse istruzioni. Promessa e venuta. Il Divino Maestro aveva già promesso agli Apostoli ed ai discepoli suoi la venuta dello Spirito Santo, «Io debbo andare, disse loro, perché se io non vado non verrà a voi il Paracleto» (San Giovanni, XVI, 7) ossia lo Spirito Santo. E prima di ascendere al Cielo disse ancora : «Io mando sopra di voi il Promesso dal Padre mio» (San Luca, XXIV, 49). E lo Spirito Santo venne tra noi parecchie volte e sotto diverse forme, come ci narra il S. Vangelo. Voi sapete che uno spirito non si può vedere con gli occhi del corpo, quindi se vuol farsi a noi conoscere deve prendere una forma visibile, materiale. Ed ecco che lo Spirito Santo apparve la prima volta sotto forma di colomba là nel Giordano, mentre Gesù veniva battezzato da san Giovanni Battista. Ve l’ho raccontato in lungo e in largo questo fatto, parlandovi della SS. Trinità. Lo ricordate? La seconda volta apparve sotto forma di nuvola lucidissima là sul monte della Trasfigurazione, quando Gesù, pochi giorni prima della sua Passione, mostrò agli Apostoli un raggio della sua divinità. Apparvero allora anche i profeti Mosè ed Elia e si udì la voce dell’Eterno Padre: «Questo è il mio Figlio diletto, ascoltatelo!» (San Luca, IX, 35). Lo ricordate? Macché!... Le conoscete le teste di pietra che stanno sopra i portoni dei palazzi?... La terza volta discese quando Gesù risorto, alitando sopra gli Apostoli, disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo: saranno rimessi i peccati a coloro ai quali voi li rimetterete, saranno ritenuti a coloro ai quali voi li riterrete» (San Giovanni, XX, 22, 23); istituendo così la santa Confessione. La quarta volta poi fu la più clamorosa e ve la racconto più in largo, a patto però, non che stiate attenti, perché vedo che ci state abbastanza, ma a patto che la teniate a mente. Discesi dunque gli Apostoli dal monte Oliveto, dopo che Gesù era asceso al Cielo, si ritirarono nel Cenacolo ad attendere lo Spirito Santo, e là se ne stavano con Maria Santissima in continua preghiera. Quando, al decimo giorno, sentirono come un vento tanto forte che scuoteva la casa e videro delle lingue di fuoco posarsi sulle loro teste. Questo fatto avvenne nel giorno di Pentecoste, ossia cinquanta giorni dopo la Pasqua. Pentecostos è parola greca che vuol dire appunto cinquanta. Si spaventarono per questo gli Apostoli? Anzi! Sentirono in loro una forza, un’energia non mai provata; spalancarono le porte, chiuse fino allora a catenaccio per paura de giudei, scesero in piazza ed incominciarono a predicare il Vangelo di Gesù, la dottrina dell’Uomo-Dio con una sapienza ed un’eloquenza che faceva stupire. Ma questi son pazzi, sono esaltati! dicevano i giudei. Aspettate un poco!... Intanto alla prima predica di san Pietro si convertirono tremila persone, ad una seconda cinquemila, e, cosa mai udita, le parole degli Apostoli le intendevano tutti i presenti, sebbene di lingua e di nazione diversi (Gli Atti degli Apostoli, II, 1-12). Non basta; ma dopo la venuta dello Spirito Santo gli Apostoli, pieni di grazia, di sapienza e di fortezza, partirono per le diverse parti del mondo: si diressero in Egitto, in Asia, nelle Gallie, nella Spagna, in Italia e riuscirono a convertire il mondo alla fede di N. S. Gesù Cristo. I giudei e gli altri loro nemici fecero prendere gli Apostoli, li gettarono in prigione, li fecero battere con verghe per imporre loro silenzio... Macché! rispondevano gli Apostoli, «non possiamo tacere quello che abbiamo visto e abbiamo udito» (Gli Atti degli Apostoli, IV, 20). I doni. E dopo queste quattro volte è più disceso lo Spirito Santo tra i fedeli? Sì, infinite volte, o giovani, in tutte le anime con le sue grazie, coi suoi carismi, coi suoi doni. Li ricordate i doni dello Spirito Santo? Son sette: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio. Questi doni ci fanno capaci di apprendere le verità della fede, ci fanno conoscere la via del Cielo e c’insegnano a prendere questa fra tutte le altre che conducono a perdizione, ci fanno superare con fortezza tutti gli ostacoli che ci pongono innanzi carne, mondo e passioni, e ci dicono di temere Iddio sopra tutte le cose. Ma in modo speciale lo Spirito Santo assiste coloro che ci sono maestri nell’insegnare le verità della fede: [...] i Vescovi, il Papa, cioè la Chiesa docente, perché non erri, come dice il Catechismo, «nell’insegnare le verità rivelate da Dio». Lo vedremo nell’articolo seguente. Esempio: L’eresiarca. Nel secolo IV vi fu un certo Macedonio, eresiarca di Costantinopoli, il quale osò dire ed insegnare che lo Spirito Santo non era Dio come il Padre ed il Figlio. Costui per i raggiri dei settari era stato innalzato alla dignità di patriarca di Costantinopoli nel 350 ma dopo nove anni, per le sue violenze, divenne odioso allo stesso imperatore Costanzo, che l’aveva aiutato a salire, e fu spogliato della dignità e cacciato dalla sede (Can. I. B. Pighi, Institutiones Hist. Eccl., Th. I. us, pagina 221). Pieno di superbia però e indurito nel male, non si ravvide del suo errore, e morì miseramente. I suoi seguaci, invece di vedere in questo castigo la mano di Dio che puniva il bestemmiatore, persistettero nell’eresia, anzi formarono una setta così numerosa che la Chiesa stentò molto ad estirparla. Nell’anno 381 il Papa San Damaso, d’accordo col pio imperatore Teodosio, convocò a Costantinopoli un grande Concilio di Padri e Dottori della Chiesa, tra i quali erano parecchi Santi, e, dopo attento studio e fervorose preghiere, condannò l’eresia di Macedonio, proclamando solennemente la divinità dello Spirito Santo con quelle parole che anche oggi noi Sacerdoti diciamo nel Credo della Messa: «credo nello Spirito Santo, Signore e vivificatore, il quale procede dal Padre e dal Figliuolo, che col Padre e col Figlio è adorato e glorificato». Ma gli eresiarchi di Costantinopoli non lasciarono l’errore, finché non li incolse una più terribile punizione. Il 29 Maggio 1453, nella notte tra la domenica e il lunedì di Pentecoste, festa dello Spirito Santo, Costantinopoli cadeva nelle mani dei turchi, che con ferocia inaudita sterminarono quella popolazione proterva. Dicono gli storici che i soldati di Maometto sgozzarono tutti i cittadini che incontrarono per le vie, e coloro che sopravissero alla strage, li legarono con catene e li vendettero schiavi sui mercati. Era la punizione di Dio contro i bestemmiatori dello Spirito Santo. Pratica. Giovani, siamo grati allo Spirito Santo e non cacciamolo mai da noi col peccato! Ricordiamoci che ogni bene che abbiamo proviene da Lui, fonte inesauribile di tutte le grazie!
De Fortes in Fide
Il Credo all’oratorio. «Credo nello Spirito Santo». Lo Spirito Santo
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