Se io vi domando, o giovani: vi è un solo Dio? Voi subito rispondete con le sapientissime parole del Catechismo: «Si, vi è un solo Dio, mia in tre Persone uguali e distinte che sono la SS. Trinità». è questa la prima delle principali verità della fede che dobbiamo sapere e credere, se vogliamo salvarci. Non si può andare in Paradiso se non si crede che vi è un solo Dio e che in Lui vi sono tre Persone distinte ed uguali che si chiamano Padre, Figliuolo e Spirito Santo. Ma se io vi chiedo: intendete voi come vi siano tre Persone in un Dio solo? Voi mi rispondete di no, e con voi così rispondono anche gli uomini più sapienti, perché la nostra povera mente non può andare fin là: questo è un mistero, il mistero grande dell’Unità e Trinità di Dio. Statemi oggi ancor più attenti del solito, perché si tratta di cosa difficilissima, ma che cercherò spiegare nel più facile modo che potrò. Mistero. Uno dei più forti ingegni che siano apparsi su questa terra, sant’Agostino, Vescovo d’Ippona, passeggiava un giorno lungo la spiaggia del mare, pensando profondamente a questo mistero e cercando in qualche modo d’intenderlo. Tutto assorto nel suo pensiero, non avvertiva ciò che succedeva intorno a lui, quando s’imbatté in un fanciullino di rara bellezza, il quale, scavata nella sabbia una piccola buca, si divertiva a versarvi con una ciottoletta l’acqua del mare. - Che fai? gli disse il Santo sorridendo. - Voglio mettere, rispose il fanciullo, tutta l’acqua del mare in questa buca. - Ma ciò è impossibile! soggiunse sant’Agostino, non vedi quanto è grande il mare e quanto è piccola la tua buca? - Ed allora, rispose il fanciullo, come è possibile che il grande mistero della SS. Trinità entri nella tua piccola testa? Ciò detto, disparve. Fu una visione che Iddio mandò a sant’Agostino per fargli intendere che per quanto studiasse e pensasse, non sarebbe mai arrivato a comprendere l’altissimo mistero della SS. Trinità. Nel mondo troverete certuni che, sentendo parlare di mistero, sorrideranno nella loro ignoranza, dicendo che si deve credere solo quello che si comprende. Eppure, senza innalzarci alla Religione e a Dio, dei misteri, ossia delle cose che non si comprendono, perché superano la nostra intelligenza, ce ne sono anche in natura; cose che possiamo toccare col naso, ma non comprendere col cervello (...). Un giorno il celebre oratore Lacordaire assisteva tacendo ad una discussione su terna religioso. Uno della compagnia, dopo avere spropositato a lungo sui misteri della Religione, rivolto al Lacordaire: - Non è vero, Padre, disse, che è assurdo ciò che non si comprende? - Niente affatto! rispose il celebre predicatore. Ed in tono scherzevole continuò: ha mangiato lei qualche frittata? - Si, tante volte, ma con ciò che cosa vorrebbe dire? - Voglio dire che ella ci crede nella frittata; ma sa spiegare lei come lo stesso fuoco scioglie il burro e fa diventare dure le uova?... Il naso dell’ignorante s’allungò di mezzo metro. Se dunque qui nel mondo vi sono dei misteri, ossia delle verità che non intendiamo e che pure crediamo, quanto più ci devono essere in Dio che è infinito in tutte le sue perfezioni e non potrà mai essere compreso dalla nostra piccola mente! Potete voi abbracciare la nostra Rocca? (Ho d’etto già nella prefazione che lascio le istruzioni come le ho predicate: a ciascuno l’adattamento necessario). No, perché le vostre braccia sono troppo piccole, e non vi sarà mai barba d’uomo che abbia le braccia sì lunghe... Così la nostra piccola testa non potrà mai abbracciare, intendere un vero mistero, come è quello della SS. Trinità, perché sarà sempre ad essa superiore. Ci fu rivelato. E come conosciamo questo mistero? Perché ci fu rivelato. Iddio infinito in sapienza, che non può né ingannarsi, né ingannare, ce l’ha rivelato; la Chiesa, che in materia di fede e di morale è infallibile, perché assistita dallo Spirito Santo, ce lo propone: e a noi basta questo per crederlo con tutta certezza. Più volte N. S. Gesù Cristo nei Suoi discorsi parlò del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Che ci fosse un Dio solo lo si sapeva, ma che in Lui vi fossero tre Persone distinte ed eguali, nessuno l’avrebbe mai saputo, se Egli non ce l’avesse insegnato. «Io pregherò il PADRE, disse Gesù, ed Egli vi manderà lo Spirito di verità» (S. Giovanni XVI,16,17). Quando mandò gli Apostoli a predicare il Vangelo in tutto il mondo ed a battezzare, disse: «Andate ed istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo» (S. Matteo XXVIII,19). In questi tratti ed in parecchi altri sono chiaramente nominate le tre Persone della SS. Trinità. Un’altra bella testimonianza è il fatto successo al battesimo di N. S. Gesù Cristo, fatto che vi racconterò in fine come esempio. In-tanto vediamo che cosa dobbiamo noi credere in questo mistero. 1° Dobbiamo credere che in Dio Uno vi sono tre Persone divine: il Padre, che è la prima Persona; il Figliuolo, che è la seconda Persona; lo Spirito Santo, che è la terza Persona. - Dunque vi sono tre dei? - No, ma un Dio solo. 2° Che queste tre divine Persone sono tra loro uguali in ogni cosa, ma distinte l’una dall’altra: quindi il Padre non è il Figliuolo, il Figliuolo non è lo Spirito Santo, e lo Spirito Santo non è né il Padre, né il Figliuolo. 3° Che il Padre non procede da alcuna Persona, che il Figlio procede dal Padre, e lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figliuolo. Tutto questo bisogna credere nel mistero della SS. Trinità, e chi non lo crede «absque dubio in aeternum peribit» (Simbolo Atanasiano), dice sant’Atanasio; che vuol dire: senza dubbio andrà perduto in eterno. Esempio: Nel Giordano. N. S. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, l’Innocente, il Santo, poteva far senza del Battesimo, ma volendo in tutto farsi simile all’uomo» (Ai Filippesi II,7), «eccetto che nel peccato» (Agli Ebrei IV,15), si sottomise anche alla cerimonia del Battesimo. Andò come tanti altri là sulle rive del fiume Giordano, dove san Giovanni Battista battezzava, e mentre il Santo Gli versava l’acqua sul capo, si vide aprirsi il Cielo, scendere lo Spirito Santo sotto forma di colomba, e si udì distinta- mente la voce dell’Eterno Padre: «Questo è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto» (S. Matteo III,17). In questo fatto appare chiaramente il Padre che parla, il Figlio che viene battezzato e lo Spirito Santo che scende sotto forma di colomba, ossia si conoscono distintamente le tre Persone della SS. Trinità. Pratica. Adoriamo dunque, profondamente, o giovani, ed onoriamo questo altissimo Mistero! Adoriamolo credendo con viva fede perché Iddio ce l’ha rivelato; onoriamolo specialmente col recitare bene il Gloria Patri, chinando, in segno di rispetto, il capo a quelle parole: «Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto»! Altro modo per onorare la SS. Trinità è far bene il segno della Croce, ma di questo a domenica prossima.
Il Credo all’oratorio. Unità e Trinità di Dio. Da Fortes in Fide, don A. Bussinello, S.A.T., Vicenza, 1922. SS n° 10, p. 1 - 2