Io credo in Dio Padre Onnipotente Creatore del Cielo e della terra. Voi sapete, o giovani miei, che Nostro Signore Gesù Cristo nei quaranta giorni che passarono dalla sua gloriosa Resurrezione alla sua Ascensione al Cielo, parecchie volte apparve agli Apostoli suoi per far loro conoscere con tutta certezza che Egli era veramente risorto. La sera stessa di Pasqua, mentre gli Apostoli erano tappati nel cenacolo, con le porte ben chiuse per paura dei Giudei, Gesù apparve in mezzo a loro: La pace sia con voi, disse, sono io non temete! Parlò con essi, si lasciò toccare, mangiò in loro presenza, sicché non potevano avere neppure il più lontano dubbio sulla verità della sua risurrezione. Ma l’apostolo Tommaso non era quella sera nel cenacolo con gli altri, sicché non vide il Signore risorto. Appena giunto però, gli Apostoli gli si fecero attorno allegri e festanti, a narrargli nelle più minute particolarità d’aver visto il Maestro risorto. Ma Tommaso non voleva credere, anzi chiuso sempre più nella sua ostinatezza, ripeteva: se non vedo le ferite delle mani e dei piedi, se non metto la mano nella ferita del costato, non credo! Voleva proprio metterci il naso per credere, e ce lo mise. Gesù poteva lasciarlo nella sua incredulità, ma, sempre buono con tutti, dopo otto giorni apparve di nuovo agli Apostoli mentre era presente anche Tommaso, e chiamandolo per nome: Tommaso, disse, metti qui il tuo dito, metti la mano nella piaga del mio costato, dopo ciò non essere incredulo, ma fedele. E san Tommaso solo allora credette. - Tu hai creduto, soggiunse Gesù, perché hai veduto: beati coloro che crederanno senza vedere. Tra questi beati siamo noi, o giovani! Voi sapete a memoria e credete fermamente a tutti gli articoli del Credo, che recitate mattino e sera nelle vostre orazioni. Convinto però che lo crederete e lo reciterete sempre meglio quanto più lo intenderete, io ve lo spiegherò un po’ alla volta, parola per parola, in modo che tutti possiate avere una chiara cognizione delle verità della fede che il Credo contiene. Per oggi basta la prima parola: credo. Che cosa vuol dire? Credo vuol dire: tengo per certo ossia sono certissimo che tutto quello che contengono i 12 articoli del Credo è verità e tutta verità, sicché non posso neppure lontanamente dubitare che tutto quello che il Credo contiene non sia pura verità. Le verità della fede sono molte ed alcune di esse è necessarissimo conoscerle per poter salvarsi. Ed ecco che gli Apostoli, perché tutti le potessero ritenere facilmente, hanno compendiato queste verità e le hanno divise in 12 articoli che si chiamarono il Credo od anche Simbolo Apostolico. Queste verità sono state rivelate da Dio, quindi siamo certi che non c’è inganno alcuno. Siamo più sicuri delle verità contenute nel Credo che non di ciò che vediamo con gli occhi o tocchiamo con le mani. I sensi e la ragione possono ingannarci, Iddio no. Chi va a Milano e sale sopra il Duomo, su fino alla grande statua dorata della Madonna, vede in piazza i tram che sembrano carrozzelle e gli uomini che sembrano tanti bambini. Sono forse così i tram e gli uomini? No, sono i nostri occhi, che per la gran distanza, c’ingannano. Così quando voi, o piccoli, giocate a mosca-cieca (a l’orbesin) bendate a un vostro compagno gli occhi ed egli deve rincorrere gli altri finché ne prende qualcuno; presolo, lo tocca nelle mani, nella testa, nel naso, nel mento, per poterlo conoscere; ma quante volte crede aver preso l’uno per l’altro! E anche dalla voce quanti inganni! Ci pare alle volte che colui che parla o canta sia Tonino o Gianni ed è invece Mario. Ciò vuol dire che i nostri sensi tante volte c’ingannano e che non siamo sempre sicuri di ciò che vediamo, di ciò che tocchiamo, di ciò che udiamo. Non solo i nostri sensi, mia anche la nostra memoria, la nostra volontà, la nostra ragione tante volte c’ingannano. Quante nozioni lette ed imparate, che credevamo ricordare per sempre, ed invece le abbiamo dimenticate! Un esempio l’abbiamo qui nel Credo. Ricordate, voi grandi, la bella spiegazione che ne ha fatto il signor Arciprete nell’esame della prima Comunione? Sarà difficile! Avrete ritenuto i 12 articoli a memoria, perché li ripetete ogni tanto, e Dio non voglia che qualcuno abbia dimenticato anche quelli! Quante altre cose che noi riteniamo per vere, mentre sono bombe di prima qualità! Ebbene: tutti questi inganni possono accadere riguardo alle verità contenute nel Credo? No, assolutamente: perché ogni parola del Credo è parola divina, le verità del Credo vennero rivelate da Dio, e Dio non può ingannare! Per questo migliaia di martiri hanno dato la vita piuttosto che rinunciare al Credo, perché erano più che certi delle verità in esso contenute. Con questa fermezza, o giovani, dobbiamo credere anche noi alle verità del Credo, tanto da essere pronti a dare anche la vita piuttosto che negare, od anche solo dubitare, di tali verità. Recitiamo dunque il Credo mattino e sera con tutta devozione e con grande fede, e stiamo molto attenti alla spiegazione che ne faremo insieme qui all’Oratorio, ricordandoci che davanti a Dio siamo obbligati, ognuno secondo la propria capacità, a conoscere meglio che possiamo quelle verità che il Credo c’insegna. Esempio: L’ Eroina del Credo. L’anno scorso a Thaon, in Francia, una maestra aveva obbligato una sua scolara a studiare la lezione di storia in un libro condannato dai Vescovi. La ragazzetta non imparò quella lezione, e tornata a scuola, all’interrogazione della maestra senza fede, rispondeva: non ho letto quel libro perché la mia coscienza non lo permetteva! La maestra non seppe ribattere la franca risposta di una ragazzina di 10 anni e pensò ad una raffinata punizione: farle trascrivere parola per parola, lì sotto i suoi occhi, quelle parole ingiuriose alla fede. La bambina voleva ribellarsi, ma ebbe un’ispirazione dal Cielo, e incominciò a scrivere con mano sicura, mentre le lagrime le velavano gli occhi. Quando ebbe finito, piegò la testa sul quaderno e scoppiò in un pianto dirotto: era lo sfogo della lotta tra la coscienza ed il comando. Ma quando la maestra credeva aver piegato quell’anima e si avvicinò a leggere sul quaderno il frutto della sua triste prodezza, ebbe un sussulto, divenne pallida, si riconobbe vinta. Sulla pagina bianca era scritto in carattere chiaro: «je crois en Dieu Pére...» - Io credo in Dio Padre Onnipotente... La piccina aveva scritto tutto il Credo in francese. Era il grido della sua coscienza di piccola cattolica contro la prepotenza della persecuzione: all’ordine di trascrivere delle bestemmie aveva risposto con una preghiera! La maestra assassina le additò la porta, ma vide tutte le altre bambine seguire quell’eroina e accompagnarla in trionfo per le vie della città. Credo in Deum Patrem omnipotentem, Creatorem caeli et terrae, et in Iesum Christum, Filium Eius unicum, Dominum nostrum, qui conceptus est de Spiritu Sancto, natus ex Maria Virgine, passus sub Pontio Pilato, crucifixus, mortuus, et sepultus; descendit ad inferos, tertia die resurrexit a mortuis; ascendit ad caelos, sedet ad dexteram Dei Patris omnipotentis: inde venturus est iudicare vivos et mortuos. Credo in Spiritum Sanctum, sanctam Ecclesiam Catholicam, sanctorum communionem, remissionem peccatorum, carnis resurrectionem, vitam aeternam. Amen. La nostra fede nelle verità rivelate e contenute nel Credo sia grande, umile e forte, o giovani, come quella dell’eroina di Thaon! Magari fino al martirio, ma cedere su questo punto, mai!
Il Credo all’oratorio. Io credo. Da Fortes in Fide, don A. Bussinello, S.A.T., Vicenza, 1922. SS n° 6, p. 1 - 2