(di Michele Di Pietro) Per la sua potenza economica, Acerenza coniava monete proprie. Canio Muscio, nel suo libro “ACERENZA” ed. 1957, alle pagg. 20 e 21 cita testualmente: "[...] e godette per molto tempo il diritto a coniare monete. Parecchi sono i numismatici dai quali siamo venuti a conoscenza che Acerenza battè monete ravvisabili dalla dicitura in osco Akedunniad o in greco Axepoa. Le monete in parola, un tempo copiose, esistevano nella casa dell’illustre famiglia del . Chissà oggi in quale angolo romito giacciono. Tra i valorosi guerrieri esistiti, risultano un Herculus Acheruntinus come da una lapide rinvenuta nella città di Acerenza, ed un Nicia Acheruntinus rappresentato su di una moneta di bronzo: vi è una via dedicata a Nicia [...]".
"[...] Nicia tremendo e fiero
Della lucania libertà vindice
Contro un ellenico prence straniero
Fervea la pugna sotto Pandosia
Fra greci e italici e Nicia al guado
Dell’Acheronte, tirato il dado,
di re Molosso trafisse il cor. [...]".
"Cosi canta il nostro poeta avv. Pasquale Vosa, immortalando Colui che attuò nella sua vita un disegno mirabile: combattere e vincere l’invasore in nome della libertà dei popoli lucani ed italici. [...]".
Acerenza ha coniato monete in tre diversi periodi storici:
1 - periodo Magna Grecia (VIII sec. a.C.) - moneta AXEPΩΝΤΑΝ (Acherontan);
2 - periodo degli Osci o Oschi (V sec. a.C.) - moneta RAINNURUKA (Akurunniar);
3 - periodo romano (III sec. a. C.) - moneta NIKIAΣ (Nicia).
MAGNA GRECIA (AXEPΩΝΤΑΝ).
Così viene descritta la moneta nel volume Il Regno di Napoli e di Calabria di Marco Maier descritto con medaglie - Roma 1733:
"[...] La Medaglia ha nel Dritto la testa di Alessandro il molosso re dell’Epiro e l’Iscrizione Greca AXEPΩΝΤΑΝ; nel Rovescio un Caprone colco per Terra, con la medesima Iscrizione. [...]".
"[...] Per quella Donna, nel Dritto, per lo Caprone ne parlando detto Golzio, più cose dimostra: 1 - Perché la Capra come che leccando l’Ulivo lo rende Sterile, a Minerva si sacrificava, per esser attribuito l’Ulivo alla stessa. 2 - Per dinotare la Diligenza di tale Animale. 3 - Perchè le Capre furono de’ Re di Macedonia e d’Epiro havute in gran honore, a segno che Carano Primo Rè loro, onde tutti gli altri ebbero Origine fina a detto Alessandro, quando passò ad occupare la città Edessa, vi menò un Gregge di Capre, come per Oracolo: e per dimostrare gli Acherontini d’haver nel loro Paese ucciso detto Alessandro, vi battevano il Caprone nelle Medaglie. [...]".
OSCI od OSCHI (RAINNURUKA - AKURUNNIAR).
Il volume Description de médailles antiques, grécques et romaines di Mionnet - Parigi, 1822 così la descrive:
"[...] Tète de Pallas, à droite; derrière un bouclier. Figure debout en habit militaire, tenant une patère dans la main droite, et dans la gauche la haste et un bouclier [...]" - Traduzione: "[...] Testa di Atena, a destra; dietro uno scudo. Figura in piedi in abito militare tenendo un piatto ampio e poco profondo - per i riti - nella mano destra, e nella sinistra la lancia e lo scudo".
PERIODO ROMANO (NIKIAΣ Nicia).
Dal volume: Il Regno di Napoli e di Calabria descritto con medaglie - Marco Maier, Roma,1723. Si riporta:
"[...] Ha nel dritto, Giove Coronato d’Alloro, e d’intorno l’iscrizione: NIKIAZ. Nel Rovescio un Guerriero a Cavallo, che con Lancia ferisce un altro a Terra battuto, armato questo di Scudo e Lancia, e l’Iscrizione NIKIAΣ".
"[...] L’uno tiene che sia Giove, l’altro che fosse il Cavalier Nicia, che prostrato havesse qualche Luttore, ò Combattitore in qualche Zuffa: ma io credo che volesse denotare il Rè Alessandro che nel fiume Acheronte, onde i Themesani furono anche chiamati Acherontini, fu ucciso, conforme all’Istoria raccontata da Strabone [...]".
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