Queste sono le direttive, venerabili fratelli, che abbiamo stimato, sotto l’ispirazione di Dio, doversi, secondo l’opportunità, consigliare e comandare riguardo allo studio delle sacre Scritture. Sia ormai vostra sollecitudine il curare che tali direttive vengano custodite e osservate, come si conviene, con grande diligenza, così che più chiara risalti la riconoscenza dovuta a Dio, per aver comunicato al genere umano le parole della sua sapienza, e perché ne provengano i tanto desiderati vantaggi, specialmente per la formazione della gioventù ecclesiastica oggetto della nostra assillante cura e speranza della Chiesa. Adoperatevi quindi alacremente con la vostra autorità ed esortazione, affinché nei seminari e nelle accademie che si trovano sotto la vostra giurisdizione tali studi siano tenuti nel dovuto onore e rinvigoriscano. Integralmente e felicemente rinvigoriscano sotto la guida della Chiesa, secondo le salutari norme dei documenti e degli esempi dei santi Padri e la lodata consuetudine degli antichi, e ricevano tali impulsi, col passar del tempo, che davvero siano di presidio e gloria della verità cattolica, divinamente sorta per la perenne salvezza dei popoli. Esortiamo infine con paterna carità tutti i discepoli e i ministri della Chiesa ad accedere alle sacre Scritture sempre con sommo affetto, fatto di rispetto e di devozione, poiché l’intelligenza salutare delle stesse non potrà mai essere elargita com’è necessario, se non sarà rimossa l’arroganza della scienza terrena, e se non si dedicheranno santamente allo studio fervente di quella sapienza che è al di sopra della terrena [cf. Gc. 3,15-17]. Una volta che la mente si sia introdotta in tale studio e venga quindi illuminata e fortificata, avrà poi la mirabile capacità di discernere quali siano gli inganni della scienza umana ed evitarli, di raccogliere i veri frutti della scienza e riferirli ai beni eterni, e quindi con animo sempre più ardente, tenderà con maggiore e più gagliardo spirito alla virtù e al divino amore: «Beati coloro che scrutano le sue testimonianze, lo cercano con tutto il cuore» [Sal. 118,2].

Fondati sulla speranza dell’aiuto divino e confidando nella vostra pastorale sollecitudine, auspice dei celesti favori e testimone della Nostra singolare benevolenza, a voi tutti e a tutto il clero e al popolo affidato a ciascuno, con effusione di cuore impartiamo l’apostolica benedizione nel Signore.

Roma, presso San Pietro, 18 novembre 1893, anno XVI del Nostro pontificato. Papa Leone XIII. Qui è possibile leggere tutti i paragrafi del Documento.

 Leone XIII, «Providentissimus Deus». Difesa contro gli errori moderni. Integrità dei libri sacri