Questi sono soltanto alcuni esempi del loro modo di parlare (dei liberali e dei ribelli, ndR), ai quali se ne potrebbero aggiungere molti altri, come, per esempio, sul Sillabo, su la morale dei Gesuiti, sui miracoli e superstizioni romane, sull’inferiorità dei cattolici nella cultura di fronte alle altre credenze religiose, sul formalismo nei servizi divini e via discorrendo. Basta sfogliare un’annata di una certa classe di giornali o riviste, per farsi una piccola idea di tutte le frasi, con le quali più o meno apertamente si attaccano i diritti e la libertà della Chiesa, e specialmente l’attività del suo magistero. Questi attacchi da una parte manifestano una pretensione e superbia, che sono tutt’altro che umiltà cristiana ed obbedienza infantile; dall’altra, e non di rado, ignoranza perfetta delle verità fondamentali della fede cattolica, tendenza a vedute protestanti e liberale maniera di pensare, che è in contrasto con l’insegnamento di Gesù Cristo e col Divino Spirito, che non parla per bocca di questi cattolici. Del resto nel Decreto «Lamentabili» stesso si trova una grande quantità di tesi condannate, nelle quali viene fatto manifesto questo moderno spirito della critica e dell’autosuperbia umana sull’autorità insegnante della Chiesa. L’Enciclica del regnante Sommo Pontefice Pio X del giorno 8 settembre 1907, che comincia con le parole: «Pascendi dominici gregis», ha talmente bene caratterizzato questo spirito moderno, di cui parliamo, che basta soltanto leggerla per farsene una esatta Idea. Questi modernisti riformatori o innovatori nella Chiesa rivelano col loro modo di parlare la mancanza di fede viva e di vero amore per la Chiesa. Non è necessario esaminare più d’appresso, né di maggiormente provare il dovere dell’obbedienza, che deve animare ciascun cattolico verso l’autorità della Chiesa insegnante (o docente, ndR). Ogni fedele credente conosce già tutto ciò dal catechismo.
Ci sarebbe ora da fare una speciale disquisizione sulla sottomissione, che ciascun cattolico deve fare al Magistero del Papa, come a supremo ed infallibile maestro per tutta la Chiesa in materia di fede e di costumi; e specialmente su la posizione dei cattolici verso le Congregazioni romane immediatamente soggette al Papa, come quelle del Sant’Uffizio e dell’Indice. Ma siccome questa materia dovrà essere illustrata ogni volta che dovrà trattarsi delle tesi ad essa, relative, così noi rimandiamo i nostri lettori alle singole trattazioni; e dopo queste generali annotazioni sulla esistenza di un Magistero nella Chiesa, facciamoci a considerare ciò che più d’appresso forma precisamente la materia, del nostro lavoro. (L’autore del testo inizia poi a commentare il Lamentabili punto per punto, ndR).
[Stiamo usando il Capitolo I del libro di Commento al Decreto Lamentabili ..., Editori Pontifici, Roma, 1914, scritto da Mons. Francesco Heiner ed introdotto dal Card. Merry Del Val (a nome del Sovrano Pontefice, san Pio X).]