In un Congresso internazionale di corpi massonici di diversi riti nel 1902 a Ginevra, sì tentò di ravvicinare le diverse potenze sparse nel mondo, per dare ad esse una base di maggior solidarietà e unità. Il principio religioso, dalle potenze anglosassoni (Inghilterra, Prussia, Scandinavia, Nord America) ritenuto tuttora valido, era invece ripudiato da quelle latine (Francia, Italia, Portogallo, Spagna, Svizzera, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Ungheria, Egitto, America latina); fu istituito un «Bureau Internatìonal des Relations Maçonniques», con sede a Ginevra, diretto da Edouard Quartier-La-Tente (1855-1925), già «Gran Maestro» della Gran Loggia svizzera Alpina. Da esso emanò nel 1921 un’«Association Maçonnique Internationale» (A.M.I.) con il compito principale di ravvicinare fra loro, a guerra ormai finita, vincitori e vinti, mercé l’azione conciliatrice della Massoneria statunitense, divenuta, come un tempo la Massoneria inglese, la potenza massonica più forte e autorevole, il centro di gravitazione dello «scozzesismo» mondiale. Ma non raggiunse l’intento; la Massoneria francese non volle recedere dal proprio dottrinarismo «volterriano», né quella tedesca piegare l’orgoglio nazionale ferito. Sicché la Massoneria americana si ritirò dall’A.M.I., imitata dalle altre potenze solidali, e l’Associazione ginevrina perdé gran parte della sua autorità. Al tempo stesso, Ossian Lang, «Gran Cancelliere» della «Gran Loggia» di Nuova York, in viaggio nei principali centri d’Europa, fondò a Vienna, con l’appoggio dei maggiori esponenti della Massoneria austriaca, lo storico Eugen Lennhoff e il dr. Kurth Reichl, un’associazione affine alla precedente, la «Freimaurerliga», che professava di rispettare qualsiasi confessione religiosa, con tendenze spiccatamente conciliative verso la Chiesa cattolica, come dimostrano alcuni articoli del dr. Reichl sull’organo della Liga, la «Wiener Freintaurer Zeitung». Nel settembre del 1930, essa tenne un Convegno a Ginevra, dove accorsero rappresentanti di molte nazioni.
Già nel periodico inglese «The Freemason», del 13 novembre 1909, si potevano leggere espressioni come la seguente: «Con lo spirito liberale dominante negli Stati Uniti ed in Inghilterra siamo sicuri che la Chiesa si persuaderà col tempo che noi non siamo suoi nemici, ma suoi alleati nella lotta contro le mostruosità ateistiche che usurpano il nostro nome a profitto di loro basse manovre». Ora, il Lang, dal giro d’ispezione sopra accennato, prese occasione per far qualche sondaggio. Egli, insieme al Lennhoff e al Reichl, ebbe un incontro ad Aquisgrana il 21 maggio 1928 con il gesuita Padre Hermann Gruber s.j., uno dei più apprezzati studiosi di cose massoniche del tempo, per discutere intorno ad una possibile intesa. La cosa, trapelata nella stampa profana, diede luogo ai più svariati e strani commenti. In dichiarazioni pubbliche il Reichl e il Gruber riconobbero la fondamentale opposizione di principi che rendeva impossibile una vera conciliazione. L’unica intesa possibile poteva consistere solo in una migliore comprensione reciproca e in una maggiore lealtà e correttezza polemica, [al] fine di congiungere le forze per resistere efficacemente contro l’invadente ateismo ed il comunismo. Qualche anno dopo Albert Lantoine, [ritenuto, ndR] il più autorevole storico moderno della Massoneria, morto nel 1949, membro del «Supremo Consiglio dei 33º di Francia», diresse un pubblico patetico appello a Papa Pio XI (1857-1939), in un volumetto a stampa intitolato «Lettre au Souverain Pontife» (Parigi 1936). Invocava anch’egli armistizio e tregua, sempre nell’intento di miglior comprensione per unirsi contro il nemico comune, il comunismo ateo, il nazionalsocialismo pagano, il fascismo. L’organo ufficiale della «Gran Loggia» di Francia sconfessò il gesto del Lantoine, ma esso ebbe larga eco sia nella stampa massonica che in quella profana. Padre J. Berteloot, da esperto conoscitore, espose su la «Revue de Paris» (del 15 settembre 1938) l’aspetto cattolico della questione, che è stata poi ampiamente dibattuta dall’una e dall’altra sponda. Ne resta un documento caratteristico nei due volumi di Padre Berteloot.
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[Dottrinarismo «volterriano»: erede del «Deismo». Secondo tale dottrina, Dio non ha relazione con il mondo e quindi le preghiere a Lui rivolte sono totalmente inutili. Il «Deismo» non si estinse, piuttosto si trasformò, soprattutto in Francia e Germania. In Francia erede naturale fu Voltaire, ovvero François-Marie Arouet. Scrittore e filosofo (Parigi 1694 - ivi 1778), illuminista, radicale, anti-cristiano, esempio eclatante e disgregante della società francese, anticipò la «Rivoluzione» del 1789. Gli «Illuministi», contrariamente a quanto si crede, più che atei furono deisti, credendo in un “Essere superiore”, creatore dell’universo, che la massoneria (la quale ebbe un’eccezionale diffusione durante l’«Illuminismo») chiamava “Grande Architetto dell’Universo” (cf. «Dizionario del Pensiero moderno e delle eresie», D. Swannie, 2011, V. Deismo ed Illuminismo)].