Quando i valdesi nel 1853 si insediarono a Torino con un tempio e una scuola, san Giovanni Bosco insorse e mobilitò i benefattori per costruire nelle vicinanze una chiesa cattolica e una scuola, in modo da contrastare la propaganda degli eretici. Pubblichiamo l’articolo apparso sul Bollettino Salesiano dell’epoca (anno II, n.5. maggio 1878) che descrive la vicenda con un eloquente titolo. (Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza. Comunicato n. 11/20 del 31 gennaio 2020, San Giovanni Bosco).
Da qualche tempo uno scempio crudele si va facendo in molti paesi cattolici. Ministri protestanti, gente prezzolata, per lo più fuorusciti, e il rifiuto della Chiesa Cattolica, già s’insediarono in varie città e borgate d’Italia; e coll’oro degli Stati Uniti, o dell’Inghilterra, o della Prussia erigono templi e cappelle, fondano asili, aprono scuole ed ospizi, e con premii e regali di fogli e di libri perversi, e bibbie falsificate , con sussidii di denaro e di pane. Con pensioni e posti gratuiti vi attirano i fanciulli cattolici. Avuti che li hanno, riempiono la tenera lor mente di tutti gli errori dell’empia setta, e instillano nei vergini cuori odio e disprezzo contro la Chiesa Cattolica, i suoi ministri e le sante sue leggi. In modo siffatto i nostri giovanetti vengono poco per volta alienati dalla Religion nostra santissima, distaccati dal Capo supremo e primo Pastor della Chiesa, e infine impegnati nella eresia, e avvincolati coi ministri di lei.
Dopo breve tempo che frequentano tali congreghe e scuole, ne risentono i funestissimi effetti. Certi ragazzi traditi così mostransi tosto talmente sprezzanti delle cattoliche pratiche, e di tanti e sì gravi errori imbevuti, che fuori di un miracolo non saranno Cattolici più, né in vita, né in morte, e periranno naufraghi della fede. Ci è occorso di trovarci più volte al letto di morte di questi infelici; ma di rado ci fu dato di poterli ricondurre al seno della Cattolica Chiesa da loro abbandonata. Il più delle volte i lupi che ne fecero preda, temendo che il Sacerdote cattolico loro si appressi in quell’ultima ora, li assistono sino a che hanno perduta la cognizione o la parola, facendoli così passare dai loro artigli in quelli di Satana.
Quello poi che trafigge l’anima del più acerbo dolore, si è il vedere un buon numero di parenti e genitori cattolici a prestarsi a questi maneggi ereticali, e per una vile moneta, per un tozzo di pane, per un misero sussidio consegnare i proprii figli nelle zanne dei lupi.
Taluni degli antichi Ebrei, fattisi idolatri, deponevano nelle braccia infuocate dell’idolo Moloch i proprii figliuoli, immolandoli così a quella divinità falsa e bugiarda; ma questi Cattolici, se ancor lo sono, fanno di peggio. Non i corpi soltanto essi sacrificano dei figli loro, ma l’anima insieme, dal sangue di Cristo redenta. Non li consegnano nelle mani roventi di un infame simulacro, ma nelle braccia di fuoco del re dell’inferno.
Il lettore ci condoni questo sfogo. La piena del dolore per quello che vediamo nella stessa Torino, è sì grande, che ci trabocca dal cuore. Lunghesso ad uno dei più bei Corsi di questa città, il Corso del Re, il quale congiunto con quello del Principe Amedeo si estende di tre chilometri in circa, fiancheggiato a destra e a sinistra da moltissime case, in mezzo a numerosissima popolazione cattolica i protestanti innalzarono un così detto loro tempio con ospizio, scuole ed asilo infantile. A questa disgrazia un’altra si aggiunge, ed è che in tutto queste spazio non trovansi né Case di beneficenza, né Chiese cattoliche vicine. Per, questo motivo e per la prossimità dello stabilimento eretico molte famiglie mandavano in questo i proprii figli, che uniti coi fanciulli protestanti, e da maestri protestanti istruiti, perdono la vera Religione, la Fede di Gesù Cristo. Quale sciagura per un gran numero di anime! Quale cordoglio per un cattolico!
Cooperatori e Cooperatrici, è d’uopo impedire, per quanto dipende da noi, sì lagrimevoli fatti, e dove già sono succeduti, diminuirne almeno le conseguenze fittali. E in che modo! Coll’innalzare Chiese in quei siti medesimi, stabilire scuole ed ospizi di carità, e così togliere ai padri di famiglia il grave cimento d’inviare i loro figli alle case dell’errore, sotto allo specioso pretesto che la necessità non ha leggi.
A questo religioso e benefico scopo mirano parecchie Chiese ed Istituti Salesiani o già costruiti, o che si stanno fabbricando. Tra questi è l’Ospizio e la Chiesa di san Giovanni Evangelista in Torino, a breve distanza dal tempio protestante.
I difficili tempi che corrono, le miserie che si fanno altamente sentire, sono di certo un grande ostacolo al compimento di un’opera tale. Ma la carità dei Cattolici non deve venir meno in tanto bisogno. Ecchè? Ci lasceremo noi vincere in generosità dai nemici della nostra cattolica Fede? Essi spendono e spandono a pro dell’errore e a danno delle anime; e noi non faremo qualche sacrifizio a sostegno della verità, e per la eterna salute dei nostri fratelli? Tutti quelli, a cui sta a cuore la gloria di Dio, l’onor della Chiesa, la salvezza delle anime, sono quindi invitati, anzi caldamente pregati a volervi concorrere colle loro offerte e limosine. Essi non potrebbero fare un’azione più commendevole e santa. Qui si tratta di preservare un gran numero di fanciulli, e forse anche di adulti ed intere famiglie, dal più evidente pericolo di perdere la Fede, che è la disgrazia più grande che possa accadere ad un’anima. Chi si adopra, secondo le sue forze, a conservare la Religione Cattolica nel cuor dei fedeli, ha il merito degli Apostoli, che per la stessa cagione diedero il sangue e la vita.
La santità del regnante Pontefice, essendo stata pienamente informata della costruzione di detta Chiesa, scuole ed Ospizio, se ne rallegrò altamente, ed uscì a proposito in queste memorande parole: «Io non posso non apprezzare e sostenere queste istituzioni. In questi momenti ognuno deve fare grandi sforzi per combattere l’errore, e dove ciò non si passa direttamente, lavorare almeno per diminuirne le conseguenze. Ciò si ottiene con queste Chiese ed istituti. Si alzano così due stendardi; l’uno della Fede, l’altro della Carità. Il primo fa palese la Chiesa Cattolica, ne fa conoscere l’esistenza, la dottrina inalterabile; il secondo ne svela l’amore di madre nel trarre al suo seno i fanciulli, e nell’impedire che vadano a bere il veleno della eresia. Oh! che gran merito hanno mai quei fedeli, che impiegano le loro sostanze a sostenere queste opere di carità e di Fede! Mi rincresce che le attuali strettezze della Santa Sede non mi permettano di concorrervi in larga proporzione; ma farò tutto quello che posso moralmente e materialmente». Così l’augusto Vicario di Dio, LEONE XIII, i cui sentimenti sono appieno concordi con quelli dell’immortale suo predecessore Pio IX.
Abbiamo voluto riferire queste testuali parole rivolte a D. Bosco nella particolare udienza del 16 marzo, e così fare viemeglio conoscere che le opere nostre sono approvate e promosse dal Romano Pontefice, che Dio pietoso ci ha dato per nostra Guida sicura e Maestro infallibile. Noi andiamo persuasi che assai più delle nostre varranno le sue parole a stimolare ogni fedele a concorrere alla cristiana educazione ed istruzione della tenera età, e a porre una resistenza efficace alle insidie dei protestanti di tutte le sètte, i quali, sotto l’ipocrito velo della istruzione e della carità, attentano alla vita dell’anima degli Agnelletti Cattolici.