Spesso si parla della Massoneria, ma con idee poco chiare. Chi la crede una cosa ormai sorpassata; chi la stima null’altro che un’associazione di mutua assistenza, contro la quale — dicono — non si vede più per qual motivo la Chiesa debba ancora infierire nientemeno che con la scomunica. Altri, al solo nominarla, rievocano la memoria di riti strani e misteriosi, talvolta osceni, di evocazioni diaboliche, di assassini politici e così via. Volentieri, perciò, ci prestiamo ad aggiornare, benché sommariamente, i nostri lettori, pur convenendo, però, che non è affatto cosa facile dare in poche battute un’idea più o meno adeguata di una realtà molto complessa. Raccogliendo alcuni elementi principali, che verremo man mano spiegando, si potrebbe dire che la Massoneria è una società segreta, la quale, formando i suoi iscritti secondo un proprio metodo, detto iniziazione, si sforza di imbeverli profondamente delle proprie massime, affinché, a loro volta, essi si adoperino a farle trionfare nella società. (L’Autore)
Nota di Sursum Corda. Provoca sgomento e tristezza constatare come il P. Caprile S.J., l'Autore di questo libretto ben fatto sebbene a tratti poco incisivo, sia, dopo il funesto Vaticano Secondo, diventato uno degli artefici del cosiddetto dialogo fra Chiesa e Massoneria. In verità dobbiamo dire: dialogo fra i modernisti che occupano la Chiesa dall'interno (cfr. Pascendi, San Pio X) e la Massoneria. Ci basti, in questa sede, ricordare il famoso incontro di Ariccia dell'11 aprile 1969, in stile carbonaro, fra il P. Caprile S.J., il gran maestro Gamberini, il suo aggiunto Roberto Ascarelli, lo storico Augusto Comba, il salesiano Vincenzo Miano ed il paolino Rosario Esposito. Dai racconti del P. Esposito: «Per la cena (presso il Convento del Divin Maestro, ndr) a capotavola c'era il Gamberini, che intonò il Padre nostro, poi, stando tutti ancora in piedi, prese un pane, lo spezzò e lo offrì al padre Caprile dicendo: Il massone spezza il pane col gesuita. Tutti ci scambiammo il medesimo rito, condividendo una gioiosa fraternità».
Commenta Sandro Magister in un suo vecchio articolo del 1999 pubblicato su L'Espresso: «Gli alfieri del dialogo si ammantavano dell'autorità di papa Giovanni XXIII, che da nunzio a Parigi aveva benedetto in segreto la doppia appartenenza alla massoneria e al cattolicissimo Ordine di Malta di un barone suo amico, Yves Marsaudon. Poi c'era stato il Concilio Vaticano II, con la richiesta esplicita, sostenuta in aula dall'ultraprogressista vescovo di Cuernavaca, Sergio Mendez Arceo, di revocare la scomunica ai massoni. E poi erano cominciate le strette di mano pubbliche tra capi della massoneria e cardinaloni di peso: gli americani Richard Cushing, Terence Cooke, John Cody e John Joseph Krol, l'austriaco Franz König, l'olandese Bernard Alfrink, i francesi Maurice Feltin, Francois Marty e Roger Etchegaray, il cileno Raúl Silva Henriquez, i brasiliani Aloisio Lorscheider e Paulo Evaristo Arns, insomma quasi tutti i capifila dell'ala progressista conciliare. In Italia, agli incontri successivi a quello di Ariccia parteciparono i vescovi Dante Bernini, di Albano, e Alberto Ablondi, di Livorno. In Vaticano, a tirare le fila era il cardinale prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il croato Franjo Seper. Dall'alto, Paolo VI tutto sapeva e benediceva».
A partire dalla pagina 20 del libretto, dove l'Autore espone sinteticamente i Principii dottrinali della Massoneria, sarà facile ad ogni persona ragionevole rilevare la comunanza di idee, di metodo e di finalità fra la Loggia massonica (qui il progetto di infiltrazione nella Chiesa: Istruzione dell'Alta Vendita Suprema) ed il pensiero ecumenico del Vaticano Secondo e di chi ne trasmette la disastrosa sintesi delle eresie.
È proprio vero che la fede è sì un dono di Dio, ma ogni uomo, soprattutto il più colto e consapevole (cf. S. Luca, XII, 48), deve dare il massimo per conservarla: Basta una piccola breccia per far crollare, più o meno velocemente, tutto l'edificio; e quanto più grande è questo edificio, tanto maggiori saranno il tonfo, lo scandalo, le conseguenze sociali e le pene dell'Inferno. Preghiamo Iddio di conservarci sempre a Lui fedeli, ovvero rigorosamente osservanti ... devotamente oranti ... intransigenti ... integrali ... antimodernisti ... Cattolici!
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A cura di CdP.