La fortezza, una delle quattro virtù cardinali, è quella che ci dà il coraggio per superare gli ostacoli che incontriamo ad ogni passo nel faticoso pellegrinaggio terreno, soprattutto nel cammino della perfezione. Il Catechismo la definisce: «Virtù che fa affrontare senza temerità e senza timidezza, qualunque difficoltà o pericolo, anche la morte, per il servizio di Dio e il bene del prossimo». La fortezza è pertanto una virtù di equilibrio: esclude la temerità del presuntuoso che, senza motivo, si mette in gravi pericoli, confidando troppo nelle sue forze e la timidezza del pusillanime che si spaventa e arrende alle prime difficoltà. Una virtù che può giungere all’eroismo, allo stesso sacrificio della vita, quando fosse necessario per osservare la legge di Dio o compiere un grave dovere. La fortezza richiede pertanto un animo generoso, capace di affrontare ciò che è sgradevole, molesto, difficile, amaro, doloroso, senza tentennamenti e senza scoraggiamenti. È forte chi è capace di sopportare grandi prove: dolori, incomprensioni, rovesci di fortuna o chi, superando difficoltà e ostacoli di ogni genere, persevera nella via del bene. La fortezza cristiana è contro ogni male, soprattutto contro il peccato e il vizio, i veri mali che dobbiamo temere più di ogni altro. Essa «sta come torre che non crolla giammai la cima per soffiar de’ venti» (Dante - Purgatorio). Ma non è soltanto una virtù di difesa contro le avversità della vita, ma anche di lotta e di conquista di qualsiasi bene, per quanto arduo e difficile. Possiede quindi la duplice strategia della difensiva e dell’offensiva, a servizio della verità, del bene, della virtù.
Antonio M. Alessi
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Per inviare una donazione Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF cliccare qui.
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