La liberazione di un indemoniato è certamente un fatto dalle ripercussioni sensibili molto coinvolgenti: ha del miracoloso! I nemici di Cristo di ogni epoca - basti in questa sede ricordare gli «esorcisti ambulanti giudei» ai quali il demonio risponde: «Iesum novi et Paulum scio; vos autem qui estis?» (Act., XIX, 13-15) - hanno usato il simulacro dell’esorcismo per conservare, o per introdurre il popolo all’errore dottrinale, all’immoralità e, finalmente, all’insubordinazione. Intendo, pertanto, dedicare questo corposo capitolo [del libro in uscita «Racconti miracolosi», per Sursum Corda, ISBN: 978-88-900747-1-4] all’esorcismo, affinché il lettore cresca nella formazione e, Dio lo consenta, nella prudenza. Mi è sembrata cosa opportuna sintetizzare ed accrescere la molto adeguata spiegazione estrapolata dal pregevole volume «Satana» - Giuseppe De Libero - imprimatur 1934.
• In un senso generale, assoluto, e cioè non in un senso solo cattolico, l’esorcismo è tutto ciò, detto o fatto, ch’è diretto a scacciare il cattivo spirito da un possesso, ad annullare le sue nefaste operazioni. Che specie di esorcismi siano quelli di coloro che sono fuori la religione vera e di quale valore, vedremo dopo. Esorcismi, in senso cattolico, ossia vero, sono tutti quelli che valgono ad annullare o indebolire l’azione del demonio, la sua presenza etica o la sua presenza reale: la Confessione, l’uso dei Sacramenti, dei Sacramentali, degli oggetti benedetti, dell’Acqua Santa e delle Reliquie, ogni preghiera, infine, sono dei mezzi contro il demonio.
• Nella religione cristiana (ossia nel Cattolicesimo), l’esorcismo (propriamente detto) occupa una parte molto secondaria ed è la difesa contro l’azione (straordinaria) di Satana. Nelle religioni false (per esempio presso i Protestanti, i Giudei, i Maomettani, eccetera), invece, esso occupa una parte più o meno principale: queste, infatti, non intendono la religione sopratutto come amore ed unione con Dio, ma come mezzo di difesa e di salvezza contro i mali della vita e, per conseguenza, si preoccupano più di guardarsi dai nemici, che possono nuocere, che di adorare l’Essere creatore e benefico (Dio). Questo carattere è tanto più evidente e profondo quanto più il sentimento religioso è decaduto e basso. È ormai certezza assoluta che l’idea di un Essere superiore (buono e divino) sia al fondo anche di ogni religione decaduta, pertanto nella vita pratica questo Essere buono è più o meno oscurato e l’ombra sinistra del nemico invisibile si proietta così gigantesca nella concezione di questi popoli, che tutto il loro culto n’è profondamente pervaso. Senza timore di sbagliare, dico che Satana, abilissimo falsario e padre dell’inganno (Gen., III, 4-5), nelle religioni inventate dagli uomini arriva a farsi adorare quale dio - «L’umanità, persino dopo i flagelli, non cessò di prestare culto ai demoni», insegna l’Apostolo -, assumendo al bisogno svariati nomi e cangiando la propria identità di luogo in luogo, di popolo in popolo, di falsità in falsità.
• La stessa preghiera, nelle false religioni, è, in fondo, una forma di scongiuro. Tra i popoli primitivi la magia è così diffusa e gli esorcismi così vari e complessi, che essi solo richiederebbero un libro a parte, senza aggiungere nulla di nuovo sostanzialmente all’argomento. Piuttosto ci preme di domandare: Poiché sempre ed in tutti i popoli s’è usato l’esorcismo ed, in alcuni casi, con risultato evidente, come appare in un racconto di Giuseppe Flavio (la vicenda dell’esorcismo del giudeo Eleazaro) e dalla vita di Apollonio di Tiana (filosofo che operava prodigi), com’è mai avvenuto ciò? Rispondiamo che il demonio, per ingannare gli uomini ed acquistarsi credito, usa tutte le arti e si mette anche la maschera di benefattore: in realtà egli non vuol fare un bene, ma usare un mezzo per fare, poi, un male maggiore. Niente vieta quindi che, talvolta, nei casi di falsi esorcismi o il demonio stesso volontariamente sia uscito dal posseduto, oppure un altro demone gerarchicamente superiore lo abbia cacciato per ingannare gli astanti. Che questo sia nello stile del diavolo lo vediamo nelle pratiche dello spiritismo, dove il demonio oggi fa il pio, il moralizzatore, l’amico, il benefattore, ma domani si manifesta qual è ed infine arriva sempre allo stesso risultato. Egli simula un potere ed un’arte divina come si vede nel procedimento stesso degli esorcismi. Noi, infatti, troveremo elementi apparentemente comuni negli “esorcismi” dei maghi (o delle false religioni) e nell’esorcismo della Chiesa e ciò potrebbe forse turbare qualche coscienza, se non facessimo notare che la realtà è differente, anzi contraria.
• L’esorcismo della Chiesa, infatti, non è un’operazione magica e non annette nessun potere a cose o gesti, ma è essenzialmente una preghiera. Questa preghiera, poi, è rivolta a Dio nel nome di Gesù: è Gesù, quindi, che prega nella Sua Chiesa e nel Suo (vero) Ministro. È poi l’esercizio di un potere, ma questo potere non è del Sacerdote o di un uomo qualsiasi, bensì è il potere partecipato di Gesù, assolutamente il potere di Gesù: è Gesù, quindi, che opera; Gesù che prega. Allora è Egli che prosegue nella Sua Chiesa, nel Suo sacerdozio, ciò che tante volte fece visibilmente e personalmente sulla terra. Che se anche la Chiesa usa formole e segni sensibili, quale sarebbe il problema? Gli uomini, composti di anima e di corpo, hanno bisogno di segni sensibili, segni sensibili che il Signore ha disposto nei Sacramenti per il conferimento della grazia. La profonda ed altissima spiritualità, che emana dall’esorcismo cattolico, è già visibile nelle norme che la Chiesa premette al metodo dell’esorcismo. Non uno qualunque, infatti, deve compiere quest’opera, ma un Sacerdote autorizzato dal Vescovo, grave di età, di virtù, fiducioso in Dio. Egli deve essere prudente e non credere facilmente alla possessione, sì bene esserne sicuro.
• Secondo l’insegnamento del Signore, e personalmente e per mezzo di altri, deve ricorrere alla preghiera ed al digiuno: non deve agire tra folle tumultuose e curiose, in luoghi profani, ma nella Chiesa ed anche quelli che sono ammessi come testimoni debbono essere persone pie e gravi (dalla fede solida - che noi riconosciamo dalla dottrina, dalla morale, dalle opere del soggetto: «Sicut enim corpus sine spiritu emortuum est, ita et fides sine operibus mortua es» - Iac., II, 26). Il posseduto stesso è esortato ad accostarsi ai Sacramenti, a rivolgersi a Dio con ferma fede e grande umiltà. Niente domande curiose, vane, ma ogni parola deve convergere al fine soprannaturale. Egli stesso, il Sacerdote, non deve accingersi a questo tremendo Ministero, se non dopo essersi confessato o avere almeno detestato, di tutto cuore, il suo peccato, possibilmente dopo la celebrazione del Santo Sacrifizio, forte di Gesù del quale s’è cibato. Qui tutto è santità, luce, amore.
• Nei primi tempi l’esorcismo veniva fatto dagli Apostoli, che ne ebbero direttamente il potere da Gesù ed, autorevolmente, dai Vescovi e dai Sacerdoti. Non è raro - all’epoca - il caso di uomini santi ed anche di sante donne che abbiano cacciato il demonio da ossessi pagani: in questo senso, l’esorcismo può considerarsi come uno dei prodigi che il Signore operava per mezzo dei Suoi servi, come sempre ne ha operati e ne opera, per provare la missione della Sua Chiesa. Ma quei tempi straordinari dovevano finire e così la Chiesa istituì uno dei cosiddetti Ordini minori, l’Esorcistato, ch’è il terzo dei quattro. Essa affidò questo mandato ad un Chierico inferiore per mostrare, verosimilmente, il suo disprezzo verso quell’essere abbietto, ch’è il demonio. Né ciò è in contraddizione con le cautele e le riserve venute dopo: nella Chiesa nascente, anche gli Ordini minori, nei quali molti spesso si fermavano, erano conferiti ad uomini già maturi e che avevano quei requisiti naturali di prudenza e di gravità che i giovani non possono avere.
• La preghiera dell’esorcismo, fatta con tanta intensità e solennità, nell’umiltà più profonda, spira la stessa atmosfera di gravità, di santità nella quale operava il Signore sulla terra: quando Egli, con il Suo divino potere, scacciava i demoni.
• I sapienti del secolo disprezzarono tutte queste cose e le disprezzano come superstizione. Ma vi sono delle leggi imperiose nel mondo alle quali nessun essere vivente si può sottrarre: leggi di vita al di là delle quali è la zona grigia della morte. Il disgraziato che osa violare queste leggi cade nel campo della morte e non annulla la legge, non la supera: essa resta. E se ciò è vero del mondo fisico, è tanto più vero del mondo spirituale, poiché questa è una realtà maggiore del mondo materiale, e più reale, se così si può dire. L’esperienza dei sensi e la pratica del mondo visibile ci rendono cauti nel trasgredirne le leggi; conosciamo la morte materiale e la paventiamo: la presunzione e l’inesperienza, spesso colpevole, del mondo spirituale ci rendono incauti ed audaci, ma il risultato è lo stesso: la morte di un altro ordine, una morte maggiore. Il mondo spirituale, che vive al di fuori ed al di sopra dei nostri sensi, fa sentire il suo fremito di vita anche a quelli che si ostinano a negarlo; perché essi non lo vedono con gli occhi del loro corpo e perché essi non possono liberarsi da questa sensazione, debbono subirla diversamente: tuttavia la legge inesorabile si impone in una forma contraria. Giustamente, pertanto, il Görres può dire «come quasi tutti quelli che si allontanarono dalla Chiesa, guidati da un impulso istintivo, cercarono la salvezza nella stregoneria, istinto questo che in generale viene sempre più acuito quanto più si scende in basso». Il Görres scriveva queste cose dal 1836 al 1842 (Christliche Mystik - Misticismo cristiano), e noi sappiamo quanta competenza egli avesse e quanta cultura della scienza mistica, nonostante qualche sua tesi azzardata.
• Le cose oggi non sono cambiate: dovremmo, anzi, dire che sono peggiorate. Mentre così, da un lato, aumentano la miscredenza nell’esistenza del demonio e lo scherno dell’esorcismo, dall’altro lato, cresce la superstizione di ogni specie. Non ho timore di affermare, interrompendo ancora la lucida analisi di De Libero, che oggigiorno anche il mondo dei cosiddetti “carismatici” (possono esistere veri carismi nel modernismo e nell'ecumenismo che sono sintesi di tutte le eresie e che portano all'ateismo ???) ci restituisce questo paradosso: essi condannano la superstizione ma, in fin dei conti, la praticano essendo prossimi, se non del tutto identici almeno nella prassi più sensibile, ai superstiziosi movimenti Pentecostali di falsa fede e di falsa dottrina. Andiamo oltre! Non parliamo delle forme di scongiuro e di “esorcismo” di fattucchieri e di ciarlatani, che sono cose da fiera, ma delle pratiche di quella gente di professione accreditata e consultata a suon di quattrini anche dagli atei, dai liberi pensatori (verosimilmente né liberi e né pensatori), dai nemici della Chiesa di ogni genere. Vediamo quanta gente corre dagli “esorcisti”, dai “profeti”, dai santoni delle nuove e delle false chiese, ma v’è di peggio: chiunque sia pratico dei tempi moderni, del mondo nel quale viviamo, basta che si guardi intorno per vedere, negli angoli morti delle società ed al riparo dell’ombra discreta, una moltitudine di persone che si spacciano per esorcisti, liberatori da occulti influssi, da filtri, da malie, da fascini, da fatture, da malocchi, da iettature. Tra gli “esorcismi” della gente che si definisce progredita vanno enumerate anche quelle forme particolarmente spicce, alla mano di tutti, come il toccare ferro, il grattarsi, eccetera. Contro di chi? Dunque contro il nulla? No, perché altrimenti non lo farebbero! Contro cose inanimate e materiali? No, perché sarebbero inutili! Contro un «quid» che vive ed opera maleficamente, ma la cui esistenza non si vuol confessare.
• Mi avvio alla conclusione di questo capitolo che mi sembra davvero essenziale per un approccio cristiano al prodigioso, al miracoloso. Quale fine ha il demonio? Il demonio ci vuole tutti dannati. Come agisce il demonio? Ecco il demonio: «Ille homicida erat ab initio et in veritate non stabat, quia non est veritas in eo. Cum loquitur mendacium, ex propriis loquitur, quia mendax est et pater eius» - «Egli era omicida fin da principio e non perseverò nella verità, perché non c’è verità in lui. Quando egli proferisce menzogna, parla del suo, perché è bugiardo e padre della menzogna» (Io., VIII, 44). Dunque il demonio vuole che l’uomo si danni perseverando nell’errore e, così, nell’immoralità. Ecco perché può succedere e succede che, per permissione di Dio, nelle false religioni, nelle false filosofie, nelle false chiese, addirittura presso gli atei e gli spiritisti, talvolta accada qualcosa di prodigioso o che ha del prodigioso. È il demonio medesimo - o sono i suoi servitori più o meno consapevoli - che agisce per confermare il maggior numero di spettatori e di adepti nell’errore, nell’eresia, nell’immoralità, nel male. Preghiamo sempre Iddio affinché siamo meritevoli degli aiuti necessari per resistere agli inganni diabolici: chiediamo subito umiltà e temperanza.
[Capitolo di anticipazione tratto dal libro in prossima uscita - probabilmente settembre 2018 - «Racconti miracolosi», per Sursum Corda, ISBN: 978-88-900747-1-4, del Padre Giacinto da Belmonte accresciuto da C. Di Pietro].