Non provochiamo più Dio a castigarci con una mala morte; e se negli anni passati siamo stati pazzi, e l’abbiamo disgustato operando contro la Sua volontà, sentiamo l’Apostolo che ci esorta ad essere savi per l’avvenire, ed a redimere il tempo perduto: «Videte itaque, fratres, quomodo caute ambuletis: non quasi insipientes, sed ut sapientes, redimentes tempus, quoniam dies mali sunt... intelligentes, quae sit voluntas Dei» (Ephes., 5, 15 ad 17). Dice: «Quoniam dies mali sunt», spiega sant’Anselmo, i giorni della vita presente sono mali, cioè esposti a mille tentazioni e pericoli dell’eterna salute, onde vi bisogna tutta la cautela per non restarvi perduti. E che significano quelle parole: «Redimentes tempus»; lo spiega sant’Agostino: «Quid est redimere tempus, nisi cum opus est, detrimentum temporalium ad aeterna quaerenda comparare?» (De Hom. 50, Hom. 1.). Dobbiamo vivere solo per adempire la divina volontà con ogni diligenza; e se è necessario, dice sant’Agostino, è meglio patire qualche detrimento negli interessi temporali, che trascurare gl’interessi eterni. Oh come ben seppe san Paolo redimere il tempo che aveva perduto in sua vita! Scrive san Girolamo ch’egli, sebbene fu l’ultimo degli Apostoli, fu nondimeno il primo nei meriti per quel che fece, dopo che fu chiamato da Dio: «Paulus novissimus in ordine, prior in meritis; quia plus omnibus laboravit». Se altro non fosse, pensiamo che in ogni momento possiamo fare maggiori acquisti dei beni eterni. Se ti fosse concesso di acquistare tanto luogo di terra quanto potessi girare camminando per un giorno, o tanti zecchini quanti ne potessi in un giorno numerare, dimmi, perderesti tempo, o ti daresti tutta la fretta a camminare per quel terreno ed a numerare quelle monete? E tu puoi acquistare in ogni momento tesori eterni nell’altra vita, e vuoi perdere tempo? Quel che puoi fare oggi, non dire che puoi farlo domani, perché quest’oggi sarà perduto per te e più non tornerà; ed oggi l’hai e il domani forse non l’avrai. Fine.
(a cura di CdP)