Una sola appunto fu al tempo del diluvio l’arca di Noè, e prefigurava una sola Chiesa, e questa, portata a termine in un solo cubito, ebbe un solo comandante e condottiero, cioè Noè, e, al di fuori di essa, noi leggiamo che fu distrutto ogni essere vivente sulla terra. E questa noi veneriamo anche unica, poiché dice il Signore nel profeta: «Strappa dalla spada, o Dio, l’anima mia, e dalle grinfie del cane la mia vita» (Ps. XXI, 21). Per l’anima, infatti, cioè per se stesso, capo e corpo insieme, egli ha pregato, e con questo corpo indicò certamente l’unica Chiesa, a motivo dell’unità dello sposo, della fede, dei sacramenti e della carità della Chiesa. È questa quella «tunica» del Signore «senza cuciture» (Gv. XIX,23) che non fu strappata, ma fu assegnata mediante la sorte. La sola ed unica Chiesa, dunque, ha un solo corpo, un solo capo, non due teste come un mostro, e cioè Cristo ed il vicario di Cristo, Pietro, e il successore di Pietro, dato che il Signore ha detto allo stesso Pietro: «Pasci le mie pecore» (Gv. XXI, 17). «Mie» ha detto, e in modo generale, non singolarmente queste o quelle: per questo si capisce che le ha tutte affidate a sé. Quando, dunque, i greci o altri dicono che loro non sono affidati a Pietro ed ai suoi successori, è necessario che essi dichiarino di non appartenere alle pecore di Cristo, dato che il Signore dice in Giovanni «c’è un solo ovile, un solo ed unico pastore» (Gv. X, 16).
Dalla Unam sanctam
Bolla sul Primato del Papa - Bonifacio VIII