Del resto, comunque ciò sia, è certo che dopo la morte di san Pietro, che fissò il suo pontificato nella Sede romana, non è stato, né sarà più lecito neppure a tutta la Chiesa ammettere la successione di san Pietro ad altro vescovo che al vescovo di Roma, con separare la podestà vescovile di Roma dalla podestà pontificia; perché ciò sarebbe interrompere la successione de’ vescovi romani, dalla quale i fedeli colla scorta de’ santi padri han sempre riconosciuta la successione della podestà di san Pietro. Niente ancora importa che ne’ secoli passati alcun pontefice sia stato illegittimamente eletto, o fraudolentemente siasi intruso nel pontificato; basta che poi sia stato accettato da tutta la Chiesa come papa, attesoché per tale accettazione già si è renduto legittimo e vero pontefice. Ma se per qualche tempo non fosse stato veramente accettato universalmente dalla Chiesa, in tal caso per quel tempo sarebbe vacata la Sede pontificia, come vaca nella morte de’ pontefici. Così neppure importa che in caso di scisma siasi stato molto tempo nel dubbio chi fosse il vero pontefice; perché allora uno sarebbe stato il vero, benché non abbastanza conosciuto; e se niuno degli antipapi fosse stato vero, allora il pontificato sarebbe finalmente vacato. Che poi alcuni pontefici sieno caduti in eresia, taluni han cercato di provarlo, ma non mai l’han provato, né mai lo proveranno; e noi chiaramente proveremo il contrario nel fine del cap X [Verità della Fede, ndR]. Del resto, se Dio permettesse che un papa fosse notoriamente eretico e contumace, egli cesserebbe d’essere papa, e vacherebbe il pontificato. Ma se fosse eretico occulto, e non proponesse alla Chiesa alcun falso dogma, allora niun danno alla Chiesa recherebbe; ma dobbiamo giustamente presumere, come dice il cardinal Bellarmino, che Iddio non mai permetterà che alcuno de’ pontefici romani, anche come uomo privato, diventi eretico né notorio né occulto.
da Verità della Fede, parte III, cap. 8