Riprendiamo il ciclo di articoli teologico-politici introducendo alla dignità della persona umana. Insieme ai princìpi di libertà, di fratellanza e di uguaglianza, come poi impareremo, anche quello di dignità è oggi fortemente deformato dai fraudolenti princìpi del 1789 e dalle gravi ingerenze settarie, dentro e fuori la Chiesa.
In Udienza ai Delegati per le relazioni umane e nell’industria, Pio XII asserisce: «Ogni uomo rappresenta un valore trascendente ed assoluto, perchè l’Autore della natura umana gli ha dato un’anima immortale» (04.02.1956). In piena seconda guerra mondiale, il Pontefice insiste: «Chi vuole che la stella della pace spunti e si fermi sulla società, concorra da parte sua a ridonare alla persona umana la dignità concessale da Dio fin dal principio» (Radiom., 24.12.1942). Nella Divini Redemptoris il Papa ribadisce la Dottrina sociale della Chiesa sul rapporto fra individuo e società: «Nel piano del Creatore la società è un mezzo naturale, di cui l’uomo può e deve servirsi per il raggiungimento del suo fine, essendo la società umana per l’uomo, e non viceversa» (19.03.1937). Ciò non si deve intendere «nel senso del liberalismo individualistico, che subordina la società all’uso egoistico dell’individuo», ma che l’uomo è un essere sociale per natura e non può sviluppare pienamente le sue attitudini che nella società, grazie all’aiuto che questa gli dà per la sua vita fisica, intellettuale, morale, famigliare e sociale (cf. E. Guerry, La Doctrine sociale dell’Eglise, pag. 57).
Spiega l’Aquinate che «l’uomo è un animale politico e socievole che vive in compagnia, anche più degli altri animali, il che dimostra ed è conseguenza di una naturale necessità - quod quidem naturalis necessitas declarat» (De Regimine Principum, Lib. I, Cap. I). Ed è proprio sulla natura della dignità che cominciano le insormontabili divergenze fra la verità e le tante menzogne, fra il Cattolicesimo e tutti gli altri.
La dignità dell’uomo, spiega Papa Pacelli, «è la dignità dell’immagine di Dio»; quella dello Stato «è la dignità della comunità morale voluta da Dio»; quella dell’autorità politica «è la dignità della sua partecipazione all’autorità di Dio» (Radiom., 24.12.1944). In Genesi (I, 26) leggiamo che «Dio creò l’uomo a propria immagine; lo creò ad immagine di Dio». Pio XII ci aiuta a capire questo passo da cui si evince la dignità dell’uomo: «Si può dunque sperare di vedere apparire più chiaramente l’autentico volto dell’uomo, padrone non soltanto delle cose ma soprattutto di sé stesso e cosciente del suo destino trascendente, individuale e sociale e delle sue responsabilità di creatura fatta ad immagine di Dio» (Discorso al Congresso delle Associazioni, 18.09.1955). Ancora: «L’uomo è anzitutto uno spirito creato ad immagine di Dio, responsabile dei suoi atti e del suo destino, capace di governarsi da sé e che trova in ciò la sua più alta dignità» (Risposta agli auguri del Corpo Diplomatico, 04.03.1956).
Essendo immagine di Dio, l’uomo è «padrone delle cose ed esercita sulle creature inferiori (animali, vegetali) un dominio analogo alla sovranità del Creatore sul mondo» (cf. Genesi, I, 27-30). L’uomo ha, dunque, il dominio sulle cose e sul mondo poiché egli è libero, «è padrone di se stesso […] è responsabile dei suoi atti e del suo destino», spiega il Pastore angelico. Ma quali sono le radici di queste libertà e responsabilità? «L’uomo - dichiara ancora Pio XII - è un essere personale, dotato di intelligenza e di volontà libera, un essere che, in una parola, decide lui stesso di ciò che fa e non fa» (Discorso alla Polizia criminale, 15.10.1954).
Prima di chiudere è bene, tuttavia, precisare che la sua dignità di persona umana è che egli «è cosciente del suo destino trascendente» e «responsabile dei suoi atti e del suo destino»: è la coscienza che egli ha dell’essere stato fatto ad immagine di Dio - PER IMITARE Dio nella Sua perfezione, nella Sua bontà, nel Suo amore e nella Sua misericordia verso gli uomini (cf. San Matteo, V, 48; San Luca, VI, 36). La prossima settimana capiremo cosa non è la dignità e come non si deve usare la libertà.
Carlo Di Pietro da Il Roma