Proseguiamo nella nostra dissertazione, in pillole, sulla Teologia politica. La Chiesa, come già dicevamo, ha il diritto e dovere di educare, custodire ed esercitare la vera carità. Di educazione si è già parlato, adesso ci stiamo concentrando sulla custodia, ovvero sulla preservazione e difesa della legge morale nella legislazione degli Stati, quindi nella società.
Dice il Signore: «Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde» (Gv. X,11-12).
Due secoli di materialismo e di falsa filosofia, come attestano i più scrupolosi trattati di scolastica sopravvissuti alla furibonda censura del vaticanosecondo, hanno contribuito a rinnegare e disprezzare la vera concezione dell’uomo e della sua natura (Guerry, Op. cit., p. 30). Per conseguenza, anche i diritti dei lavoratori e di tutti gli onesti subiscono violenza: - o perché privati della dignità di esseri umani da sistemi ateo-comunisti; - o perché divorati dall’avidità e dalla concorrenza dei sistemi agnostico-liberali.
Papa Leone XIII, al numero 2 della Rerum Novarum, già nell’anno 1891 alza tosto la sua denuncia: «Nel tempo stesso che le istituzioni e le leggi venivano allontanandosi dallo spirito cristiano, avvenne che poco a poco gli operai rimanessero soli e indifesi in balda della cupidigia dei padroni e di una sfrenata concorrenza». La storia attesta, poi, che la peggior risposta al problema del proletariato furono e sono il comunismo ed il socialismo, che lo stesso Pontefice definisce profeticamente: «Peste distruggitrice, la quale, intaccando il midollo della società umana, la condurrebbe alla rovina» (cf. Quod Apostolici muneris, 1878).
Nella Qui Pluribus del 9.11.1846, Sua Santità Pio IX, argomentando con regale sapienza, solennemente condanna: «Quella nefanda dottrina del cosiddetto comunismo sommamente contraria allo stesso diritto naturale, la quale, una volta ammessa, porterebbe al radicale sovvertimento dei diritti, delle cose, delle proprietà di tutti, e della stessa società umana».
Papa Pio XI nella Divini Redemptoris del 19.03.1937 fulmina la smania social-comunista con la seguente sentenza: «Il comunismo spoglia l’uomo della sua libertà, principio spirituale della sua condotta morale; toglie ogni dignità alla persona umana e ogni ritegno morale contro l’assalto degli stimoli ciechi […] Per la prima volta nella storia stiamo assistendo ad una lotta freddamente voluta, e accuratamente preparata dell’uomo contro “tutto ciò che è divino”».
Al numero 11 della stessa Enciclica, il Pontefice avverte il mondo: «Rifiutando alla vita umana ogni carattere sacro e spirituale, una tale dottrina naturalmente fa del matrimonio e della famiglia una istituzione puramente artificiale e civile, ossia il frutto di un determinato sistema economico […] proclamando il principio dell’emancipazione della donna, la ritira dalla vita domestica e dalla cura dei figli per trascinarla nella vita pubblica e nella produzione collettiva nella stessa misura che l’uomo, devolvendo alla collettività la cura del focolare e della prole. È negato […] ai genitori il diritto di educare, essendo questo concepito come un diritto esclusivo della comunità, nel cui nome soltanto e per suo mandato i genitori possono esercitarlo».
La voce della vera Chiesa si è levata senza tregua, fino ad una certa data (Conclave del 1958), contro la falsa morale, dimostrando e dichiarando che questi nuovi sistemi non si sarebbero mai curati: - dei lavoratori; - della giustizia; - della vera carità; - dell’umanità … «essendo stato falsato l’ordine politico nazionale ed internazionale».
Carlo Di Pietro da ControSenso Basilicata